Scream
di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
A venticinque anni dal capostipite, e a dieci dal quarto capitolo, torna la saga di Scream. Stavolta si teorizza sul “requel”, quell’incrocio tra reboot e sequel che serve a rivitalizzare i cosiddetti franchise senza scontentare i fan della prima ora. Il gioco funziona, anche se i pur apprezzabili Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett non possono sopperire alla dolorosa assenza di Wes Craven.
Requel for a Nightmare
La pacifica cittadina di Woodsboro non ha pace. Dopo 25 anni dal primo massacro e 10 anni dal secondo, gli abitanti ripiombano per la terza volta nel terrore a causa di un nuovo Ghostface che stavolta ha preso di mira un gruppo di adolescenti locali. Vista l’astuzia di questo nuovo maniaco e la sua diversità rispetto ai precedenti assassini, l’ex sceriffo Linus Riley insieme alla moglie Gale Weathers e l’attuale sceriffo Judy Hicks decidono di richiamare nella cittadina Sidney Prescott (sopravvissuta anche lei ai precedenti massacri e obiettivo principale dei precedenti killer) con lo scopo di ucciderlo e poter finalmente portare la pace a Woodsboro. [sinossi]
Una cucina, una adolescente che si sta preparando per l’arrivo dell’amica del cuore mentre è sola in casa, e un telefono che squilla. Dall’altra parte della cornetta una voce sconosciuta pone la fatidica domanda: “Ti piacciono i film dell’orrore?”. Si riparte da qui, in questo Scream che approda nelle sale italiane nel bel mezzo di un gelido inverno per gli incassi con la speranza – lui che è abituato alle mattanze – di rivitalizzare il rapporto morente tra il pubblico e il cinema. E si riparte dunque da quella che fin dalla sua prima apparizione, nel 1996, è la sequenza iconica per eccellenza di questa saga slasher: una ragazza sola nella sua bella magione di Woodsboro, ridente (si fa per dire) cittadina statunitense, viene attaccata da un assassino che indossa una maschera che si rifà lontanamente all’urlo di Munch. Non è la prima volta che la saga ideata da Kevin Williamson – che qui, come già accaduto in Scream 3, si ritaglia il ruolo di produttore esecutivo senza occuparsi direttamente della fase di scrittura – ritorna all’inizio: anche Scream 4 lo faceva, dando il la ai sanguinosi eventi con un sequenza da film nel film che prendeva spunto sempre dall’iconica morte di Drew Barrymore nel 1996. Dopotutto dieci anni fa la struttura narrativa verteva attorno al significato di “remake”, ed era logico, se non addirittura obbligato, rifare tutto daccapo. Nel 1996 Scream esplose come una piccola rivoluzione: portare a termine uno slasher movie che seguisse i codici espressivi del sottogenere ma allo stesso tempo ne fosse consapevole, e giocasse con lo spettatore proprio sulle regole che mettevano in moto la meccanica dell’orrore. E questo tema portante, l’unico che ha davvero senso nella trama della saga – che torna a giocare su legami di sangue, voglia di emulazione e via discorrendo, ma li tratta come elementi in fin dei conti epidermici e superficiali –, non è mai venuto meno nel corso del tempo. Scream si divertiva a scardinare le regole del suo modello di riferimento (a partire ovviamente da Halloween di John Carpenter); Scream 2 si interessava al concetto di sequel; Scream 3, introducendo in modo dichiarato il set cinematografico – è l’unico film a essere ambientato a Hollywood –, volgeva lo sguardo al processo industriale, e dunque alla tessitura interna del franchise in quanto tale; Scream 4 si dichiarava come remake, salvo poi ovviamente squadernarne il senso nei modi più vari. E ora questo nuovo capitolo prosegue nella medesima direzione “critica”. Quale sia tale direzione lo si può comprendere già dalla scelta del titolo: non Scream 5, come sarebbe stato logico attendersi, ma solo Scream.
Un ritorno all’origine, dunque, alla matrice. In fin dei conti il discorso portato avanti da questo Scream non è poi così diverso da quello di Matrix Resurrections. Qual è l’origine, e perché e in che modo può incidere ancora nella contemporaneità? Ecco dunque che Scream deve perdere l’attributo numerico perché il suo è a tutti gli effetti un “requel”, come ovviamente viene anche asserito da un personaggio nel corso del film: non un reboot, che inquieterebbe e non poco i fan duri e puri, ma neanche un sequel, che si replicherebbe in modo sempre più stanco, fino all’esaurimento di qualsiasi logica, fosse anche quella solo interna. Dopotutto si sa che Stab 8 (Stab è il film nel film di Scream, la saga slasher creata sugli eventi accaduti nel primo titolo) ha deluso tutto e tutti, perché per trovare nuove idee ha modificato la maschera dell’assassino, gli ha fornito armi a dir poco improprie – lanciafiamme al posto dell’amato coltellaccio – e via discorrendo. Non si può procedere in quella direzione. Bisogna ripartire dall’inizio senza rifare l’inizio. Non c’è dubbio che sotto questo punto di vista il film diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (non male i loro La stirpe del male e Finché morte non ci separi, così come il contributo all’antologico V/H/S) svolga in modo molto diligente la sua funzione: infatti questo ennesimo ritorno sul luogo del delitto, nel vero senso della parola, ha un ritmo rutilante, sparge la consueta dose di sarcasmo e citazionismo – ne fa le spese anche Rian Johnson –, e mantiene intatti i desideri dei fan. Forse per tenerli buoni perché, come suggerisce il film, potrebbero diventare pericolosi. A essere diventato un feticcio oramai è la storia stessa, e quindi poco interessa chi potrà sopravvivere o morire, perfino del cast storico (tornano Neve Campbell, Courteney Cox, e David Arquette, e il loro immaginario monologo interiore a riguardo potrebbe essere, parafrasando Apocalypse Now, “Woodsboro. Shit. I’m still only in Woodsboro”; ma dal film del 1996 riemerge una figura a dir poco a sorpresa). Bettinelli-Olpin e Gillett giocano con la violenza, la mettono in scena in modo molto più esibito rispetto ai precedenti capitoli – si veda la lama del coltello di Ghostface che trafigge in dettaglio mani, volti e gole –, e puntano tutto sull’accorato omaggio al culto della saga, senza preoccuparsi troppo di allestire una narrazione che possa avere una propria indipendenza di senso. Se il quarto capitolo ragionava da vicino sulla deriva di un’adolescenza abbandonata alle proprie ossessioni e al culto della personalità, in questo Scream non c’è molto più se non un vago rimestare nelle psicopatologie più facili.
Nel suo essere prodotto di puro intrattenimento Scream funziona, e le due ore scivolano via tra una risata complice e l’altra, ma anche con una sufficiente dose del cosiddetto jumpscare che è sempre stato uno dei marchi di fabbrica dei vari capitoli: in tal senso l’utilizzo del fuoricampo e dello scarto tra spazio visibile e invisibile certifica la professionalità del duo di registi. Certo, manca la mano di Wes Craven, e non si può fingere che questo sia un dettaglio. Allo stesso tempo, nonostante la buona scrittura a quattro mani del fedele sodale dei registi Guy Busick e soprattutto di James Vanderbilt (Zodiac di David Fincher, Basic di John McTiernan), manca Kevin Williamson, pure omaggiato in maniera sardonica con una scheggia di Dawson’s Creek. E manca la colonna sonora di Marco Beltrami. Il nuovo mondo dedito allo slasher, che deve destreggiarsi in un cosmo orrorifico dominato oramai dalle varianti più intellettuali (Ari Aster, Robert Eggers, Jordan Peele, tutti citati nel corso dei dialoghi), per ora dimostra di aver assimilato la lezione, ma forse di non essere in grado di farla davvero propria. E quel “per Wes” che anticipa i titoli di coda, oltre all’omaggio doveroso a uno dei più grandi registi del cinema horror dell’ultimo cinquantennio, sembra una dichiarazione di intenti: Scream esiste, che si tratti di sequel, remake, o requel, per Wes. E da questo cerchio non c’è possibilità di scampo, non c’è Ghostface che tenga.
Info
Il trailer di Scream.
- Genere: horror, thriller
- Titolo originale: Scream
- Paese/Anno: USA | 2022
- Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
- Sceneggiatura: Guy Busick, James Vanderbilt
- Fotografia: Brett Jutkiewicz
- Montaggio: Michael Aller
- Interpreti: Courteney Cox, David Arquette, Dylan Minnette, Jack Quaid, Jasmin Savoy Brown, Jenna Ortega, Kyle Gallner, Marley Shelton, Mason Gooding, Melissa Barrera, Mikey Madison, Neve Campbell, Roger L. Jackson, Skeet Ulrich, Sonia Ben Ammar
- Colonna sonora: Brian Tyler
- Produzione: Project X Entertainment, Spyglass Entertainment
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Durata: 114'
- Data di uscita: 13/01/2022

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