Onde Fica Esta Rua? ou Sem Antes Nem Depois

Onde Fica Esta Rua? ou Sem Antes Nem Depois

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Presentato fuori concorso al 75 Locarno Film festival, Onde Fica Esta Rua? ou Sem Antes Nem Depois è un omaggio, firmato in coppia da João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata, al film del 1963, Os Verdes Anos, opera prima di Paulo Rocha che ha dato il via al Novo Cinema portoghese. I due filmmaker ripercorrono le location del film nella Lisbona contemporanea bloccata per il lockdown.

La finestra sugli anni verdi

Dalla nostra finestra vediamo un set del film del 1963, Os Verdes Anos, il nostro punto di partenza: guidati dallo sguardo di Paulo Rocha, torniamo sui luoghi di quel film. I vari strati geologici, urbanistici e sociali di Lisbona, assediata dalla pandemia che ha interrotto le riprese, si impongono alla nostra macchina da presa come un’improvvisazione jazz contemporanea su una partitura del 1963. [sinossi]

La città di Lisbona è come una donna che deve essere trattata con cura. Non metterle fretta, non accarezzarla subito. Con questa frase in voce off cominciava il film Os Verdes Anos, opera prima di Paulo Rocha, del 1963, fondamento del Cinema Novo portoghese. la Lisbona di oggi, a distanza di quasi sessant’anni da quel film, è perlustrata da João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata, la coppia di cineasti portoghesi che qui si firmano come coautori (come avevano già fatto in A Última Vez Que Vi Macau), in Onde Fica Esta Rua? ou Sem Antes Nem Depois (Where Is This Street? Or with No Before or After), film presentato fuori concorso al 75 Locarno Film Festival. Ci sono vari modi di omaggiare, o di rileggere, un film del passato. Si può farne un remake, fedele o con modifiche, si possono fare operazioni fotocopia popartistiche come quella di Gus Van Sant di Psycho. I due cineasti portoghesi percorrono una strada inedita. Sceneggiatura originale alla mano, esibita nella prima inquadratura, ripercorrono le location del film, nello stesso ordine in cui si succedono, ma nella Lisbona di oggi. Un flusso di luoghi che fanno dialogare Rodrigues e Guerra da Mata con Paulo Rocha, il cinema contemporaneo con un pezzo di storia della settima arte, la società attuale ancora bloccata e limitata dalle restrizioni imposte dalla pandemia, con quella degli anni Sessanta sotto la dittatura dell’Estado Novo, la Lisbona gentrificata di oggi con i suoi ristoranti vegani, percorsa da ragazzi in monociclo, e quella popolare degli anni Sessanta. Lo stesso tipo di panoramica apre i due film: è una città al suo termine in un conflitto tra urbanizzazione e campagna, palazzoni di periferia anonimi che spuntano tra prati e campi coltivati, ulivi e greggi di pecore. Nel Portogallo di oggi quella vita contadina al limitare della grande città, non è sopravvissuta. La campagna coltivata ha dato spazio a parchi cittadini, aree di svago nel verde. Ma la Lisbona attuale è una città fantasma, deserta, con le persone confinate in casa. Onde Fica Esta Rua? esibisce da subito questa dimensione di città sotto assedio, che si difende dal virus. Mascherine indossate dalle poche persone che si spostano, manifesti sull’obbligo delle stesse ovunque.

Il dialogo tra passato e presente trova il suo culmine in una straordinaria scena, un campo controcampo, unico momento in bianco e nero del film che richiama la pellicola di Rocha. Compare Isabel Ruth, l’attrice protagonista di Os Verdes Anos, che guarda alla finestra di un palazzo da cui si affacciano, incrociando lo sguardo con lei, proprio i due cineasti. Si tratta della loro stessa abitazione in un palazzo che compare proprio tra le riprese del film del 1963, un edificio progettato dal nonno di Rodrigues. Il groviglio diventa anche personale per il regista, che ha avuto Rocha come insegnante nei corsi di cinema. E il regista di O fantasma si chiede se i propri nonni, che, nel 1963, vivevano nello stesso appartamento, avessero visto il momento delle riprese. Come un campo controcampo di vite, tra passato e futuro e una discendenza famigliare e di cinema. Affacciarsi alla finestra, in epoca di pandemia era un’azione obbligata, per guardare la città, contemplare il mondo. Un mondo inquadrato da questi infissi, come sono le tante scene viste da quello scantinato, con le finestre in alto a inquadrare il mondo fuori dal basso, dove si svolgeva buona parte di Os Verdes Anos, adibito a laboratorio di calzolai. Uno scantinato ora vuoto da cui si guarda un mondo sempre vuoto. Un mondo di fantasmi che assumono una connotazione di anime vaganti, di presenze eteree della città, diverse da quella connotazione notturna della pellicola, Il fantasma, che fece conoscere il regista. E lo sguardo dalla finestra rimanda alla metafora regina del cinema, quella de La finestra sul cortile, il cinema come atto di voyeurismo come del resto lo era quella finestra di un analogo scantinato di Finalmente domenica! dove Truffaut faceva guardare a Jean-Louis Trintignant le gambe delle donne. La Lisbona di João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata non è più necessariamente confinata nel sesso femminile dell’incipit di Os Verdes Anos. Se nel film del ’63 non si osava mostrare neanche un bacio tra i due fidanzati, per la morale dell’epoca fatta propria dalla opprimente dittatura, ora i due cineasti portano a compimento quella situazione inespressa, latente, mostrando la corrispettiva scena di un bacio tra due ragazzi. L’omosessualità come espressione liberatoria, come riappropriazione di un sistema di simboli e regole utilizzate dalla cultura fascista: un tema che percorre tutto il cinema di Rodrigues e Guerra da Mata.

Info
Onde Fica Esta Rua? ou Sem Antes Nem Depois sul sito del Festival di Locarno.

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