Doclisboa 2022
Doclisboa 2022 è la ventesima edizione del festival lusitano, quest’anno dedicata alla memoria di Jean-Luc Godard, scomparso nelle scorse settimane. Sotto la direzione di Miguel Ribeiro saranno presentati dal 6 al 16 ottobre quasi trecento film, dei quali ben 47 in anteprima mondiale, a conferma del ruolo sempre più centrale svolto dal festival nell’ambito del cinema documentario.
Dedicata a Jean-Luc Godard la ventesima edizione di Doclisboa, in corso in varie sale della capitale portoghese, Culturgest, Cinema São Jorge, Cinemateca Portuguesa – Museu do Cinema, Cinema Ideal e Museu do Aljube, dal 6 al 16 ottobre, sotto la direzione di Miguel Ribeiro. Saranno presentati 281 film, dei quali 47 in anteprima mondiale e 28 in anteprima internazionale, suddivisi tra le sezioni competitive, quella nazionale e quella internazionale più Verdes anos, sui talenti emergenti; le sezioni Heart Beat, su arte e artisti, From The Earth to the Moon, prospettive critiche su storia e società, New Visions, sulle nuove frontiere del documentari, Cinema de Urgência, sui dibattiti attorno agli scenari che si prefigurano nel mondo. E poi le retrospettive sul regista brasiliano Carlos Reichenbach e sulla questione coloniale. Da segnalare, in Heart Beat, un documentario sul Maestro cui il festival è dedicato, Godard Cinema di Cyril Leuthy, e poi la trilogia di Mathieu Amalric sul jazzista John Zorn, e i primi episodi di Cinekomix!!!, la serie di Edgar Pêra sui fumetti, incentrati su Neil Gaiman, José Carlos Fernandes e Tommi Musturi.
From The Earth to the Moon è dedicato all’Ucraina e prevede, tra le altre cose, la proiezione di una copia restaurata de La terra dell’ucraino Dovženko, nonché Mr Landsbergis di Sergei Loznitsa, sul personaggio cui si deve l’indipendenza lituana del 1990. Ricco di perle anche New Visions, come i quattro corti inediti, che erano considerati perduti, di Želimir Žilnik, oggetto di una storica retrospettiva di Docliboa del 2017, e un omaggio al regista finlandese Mikko Niskanen, con il documentario su di lui di Peter von Bagh, The Story of Mikko Niskanen, e la sua opera più importante, Eight Deadly Shots, considerata, anche dallo stesso Aki Kaurismäki, quale il più importante film finlandese di sempre. Nella stessa sezione anche opere dei due registi invitati, Éric Baudelaire e Ana Carolina. Tanti capolavori anche nella retrospettiva sul cinema coloniale, con film di René Vautier, Jean Rouch, Ruy Guerra, Ousmane Sembène, Abderrahnane Sissako e tanti altri autori, per riflettere sia dal punto di vista critico all’interno dei paesi colonizzatori che di quello dei colonizzati.