Black Adam

Black Adam

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Collet-Serra cerca di far convivere le tre anime estetico-narrative delle attuali produzioni Warner/DC: l’ironia e la pluralità dei personaggi di The Suicide Squad; la componente fantasy e lo spirito anni Ottanta di Shazam; i toni cupi, che si riflettono anche nei cromatismi desaturati della CGI, dei film di Snyder. Alla fine, ahinoi, Black Adam sembra solo un titubante patchwork, impalpabile quando vuole essere leggero e ancor più maldestro quando dovrebbe diventare drammatico o epico.

Kahndaq Forever

Nell’antica Kahndaq a Teth-Adam furono conferiti gli onnipotenti poteri degli Dei. Una volta utilizzati i suoi poteri per vendetta, venne imprigionato dagli stessi maghi che lo avevano reso insuperabile. Sono passati circa 5.000 anni e Teth-Adam è passato da uomo a mito, fino a diventare leggenda. Oggi libero, scopre che la sua unica forma di giustizia, nata dalla rabbia, è messa in pericolo dagli eroi dei nostri tempi: la Justice Society formata da Hawkman, Doctor Fate, Atom Smasher e Cyclone… [sinossi]

Tra Black Adam e The Rock, alla fine, l’ha spuntata Dwayne Johnson, vero e proprio supereroe del box office contemporaneo. Una buona notizia? Non esattamente, perché del singolare villain\eroe della DC Comics (originariamente Fawcett Comics, che aveva sfornato anche Capitan Marvel\Shazam) resta poco, giusto la declinazione più spendibile e rassicurante, lontanissima da quel Teth Adam che finiva in un mucchietto di polvere.
Non ci sarebbe nulla di male, anche alla luce dell’evidente lavoro di riscrittura e riposizionamento del martoriato DC Extended Universe, se non fosse che a farne le spese è il film, più che il personaggio. Se Johnson, con la sua fisicità debordante e le granitiche espressioni, permette al supereroe della DC di passare da quasi comparsa a futuro protagonista, tanto da candidarsi fin da oggi a un confronto\scontro con l’inarrivabile Uomo d’Acciaio, l’afflato buonista di Black Adam viaggia invece a braccetto con le inevitabili titubanze: in primis, quella violenza che è stata prontamente mitigata, riducendo la furia di Teth Adam a una dimostrazione di forza più che ambigua e oscura onnipotenza. Le spietate e truculente uccisioni, come prevedibile, sono finite nel cestino dell’umido e Black Adam, dopo tanti anni di gestazione e ripensamenti, ha fatto la fine di uno Shazam decisamente minore.

Dal poco convincente Hawkman (Aldis Hodge) alla coppia rom-com Atom Smasher (Noah Centineo) & Cyclone (Quintessa Swindell), passando per l’apprezzabile ma scontato Doctor Fate (Pierce Brosnan) e la sempre corrucciata Amanda Waller (Viola Davis), il film di Collet-Serra è il trionfo delle seconde linee, ma a differenza di The Suicide Squad del marpione James Gunn qui mancano le solide fondamenta della scrittura: tutto infatti ruota attorno all’ipotetico contrasto tra il Bene e il Male, reso però vano dall’ingombrante presenza di Dwayne Johnson e dalla necessità di cucirgli addosso un eroe positivo.
L’origin story è annacquata e poco aiuta la messa in scena dell’ennesima nazione immaginaria cartolinesca e post-colonialista: difficile prendere sul serio la partecipazione agli eventi degli abitanti di Kahndaq, che inneggiano al salvatore a comando oppure brulicano per le strade apparentemente senza meta o motivo. In un certo senso, questa Kahndaq che sarebbe sembrata tirata via anche nei giocosi anni Ottanta è la cartina tornasole di un film superficiale, focalizzato unicamente sulle sue star, Johnson & Brosnan, e sul vero antagonista, il noiosetto Hawkman.

Poco da segnalare, tra l’altro, dal punto di vista spettacolare: più che la luce di Shazam, qui dominano i colori desaturati snyderiani, o quantomeno una loro pallida imitazione, e se alcuni scontri strappano un sorriso, i primi piani di Dwayne Johnson ci ricordano fin troppo bene il suo ruolo produttivo e tutto quel che ne consegue. In estrema sintesi, potremmo dire che Collet-Serra (L’uomo sul treno, Paradise Beach, Run All Night) conferma tutti i limiti della sua idea di cinema e che i cinecomic, non solo Black Adam, avrebbero bisogno di prendere le distanze da questa appiattente serialità e di trovare registi\autori in grado di far rivivere sul grande schermo quella ricchezza estetica che abbondava sulle pagine dei cari vecchi albi.

Info
Il trailer di Black Adam.

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