Mal Viver
di João Canijo
Vincitore dell’Orso d’Argento – Premio della Giuria alla Berlinale 2023, il portoghese Mal Viver di João Canijo è un film concepito come parte di un dittico con il film Viver Mal, presentato sempre alla Berlinale ma in Encounters. Nelle vicende di una famiglia che gestisce un hotel, alberga il senso del dramma borghese, di Strindberg, Ibsen, Čekhov, con tanti ritratti di donne.
Le finestre sulla piscina
Cinque donne gestiscono un vecchio hotel, cercando di salvarlo dall’inesorabile degrado. Un conflitto di lunga data, forse irreparabile, grava su di loro: sono madri che non sono in grado di amare le loro figlie, che a loro volta non sono in grado di essere madri. Quando la giovane Salomé arriva in albergo, le vecchie ferite si riaprono. Presa tra il risentimento e la ricerca di una via d’uscita, sua madre, Piedade, prende una decisione drastica. [sinossi]
Nel panorama festivaliero la cinematografia portoghese non cessa di stupire per capacità di sperimentare e per audacia. Dopo il seminale Pathos Ethos Logos di Joaquim Pinto e Nuno Leonel, che si visto a Locarno 2021, la Berlinale 2023 accoglie l’operazione Mal Viver/Viver Mal di João Canijo, un dittico di film speculari già dal titolo. Il primo è stato presentato in concorso, dove è stato premiato con l’Orso d’Argento – Premio della Giuria, il secondo in Encounters. I due film ruotano attorno a un grande ed elegante albergo, con una piscina molto estesa. Le vicende della famiglia, tutta al femminile, che conduce l’hotel sono al centro di Mal Viver, mentre storie di alcune delle sue clienti sono raccontate in Viver Mal. E tra i due film ci sono incroci narrativi.
Mal Viver è incentrato su tre donne di generazioni diverse con i loro conflitti. Sara, la anziana matriarca, sua figlia Pleiade, donna di mezza età che soffre di depressione e bipolarismo, e la figlia di quest’ultima, Salomé, ragazza che ha vissuto con il padre scomparso quattro anni prima. L’arrivo di quest’ultima all’hotel, all’inizio del film, genera la macchina drammaturgica, le tensioni tra madre e figlia legate al marito/padre defunto e alla sua eredità. Si aggiungono poi la cuoca Angela e la cameriera Raquel. Conflitti famigliari, genitoriali, generazionali che deflagrano nel dramma.
Mal Viver è impregnato del dramma borghese classico: risuonano temi e atmosfere di autori quali Strindberg, Ibsen, Čekhov, in un testo esclusivamente al femminile. Da alcune opere di Strindberg poi sono espressamente adattati gli episodi di Viver Mal. E la messa in scena gioca sottilmente con la rappresentazione del teatro di prosa. In Mal Viver aleggia un senso di decadenza, che ricorda Il giardino dei ciliegi, legato alla prospettiva, più volte paventata dalla matriarca Sara, di vendere l’albergo perché gli affari non vanno bene. La grande piscina fa da sfondo a buona parte delle scene di entrambi i film. I personaggi sono sulle sdraio a prendere il sole, si tuffano e nuotano, passeggiano sui bordi. Sembra una situazione da dacia di campagna alla Čekhov. E a turno, dal loro stato di inattività, entrano in scena, come se fosse arrivato il loro momento di entrare in palcoscenico, come previsto dall’elenco dei personaggi che subentrano in un testo.
Molto teatrali poi sono i momenti in cui ai commensali vengono letti i menù, declamati come nel teatro borghese di una volta. E questi momenti riflettono il ruolo di protagonisti e spettatori, rivestito rispettivamente dalle donne che gestiscono l’albergo e le loro ospiti. Ruolo che sarà ribaltato in Viver Mal. In questo senso c’è una scena chiave, uno dei rimandi di Mal Viver a Viver Mal: Pleiade e Salomé sono sedute su un divano a guardare la televisione, mentre di fronte a loro si sviluppa un dramma dell’altro film. Un altro conflitto tra madre e figlia dove la seconda rinfaccia alla prima addirittura di averla generata. Pleiade e Salomé, loro stesse madre e figlia, reagiscono in modo diverso, a quella situazione a loro speculare. La prima guarda la televisione e rimane indifferente, fa parte della sua afasia. Salomé invece sbircia a quella scena, nel voyeurismo tipico dello spettatore cinematografico. Più volte João Canijo intervalla il film con visioni esterne dell’albergo, dalla zona piscina. Le finestre illuminate con i propri ospiti: nella classica metafora di La finestra sul cortile, ognuna di questa rappresenta una storia possibile, uno schermo, un film.
Info
Mal Viver sul sito della Berlinale.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: Mal Viver
- Paese/Anno: Francia, Portogallo | 2023
- Regia: João Canijo
- Sceneggiatura: João Canijo
- Fotografia: Leonor Teles
- Montaggio: João Braz
- Interpreti: Anabela Moreira, Cleia Almeida, Madalena Almeida, Rita Blanco, Vera Barreto
- Produzione: Les Films de l'Après-Midi, Midas Filmes
- Durata: 127'
