Mudos testigos

Presentato al 22 Festival Internacional de Cine de Las Palmas de Gran Canaria, in concorso, Mudos testigos rappresenta l’opera postuma di Luis Ospina, portata a termine dal coautore Jerónimo Atehortúa Arteaga. Un melodramma costruito assemblando footage preesistente, proveniente da quel poco che è rimasto del muto colombiano. Un mélo anticlassista che riflette sulle illusioni mancate del primo Novecento, del paese e del continente sudamericano.

Gardel è morto W Gardel

Una storia d’amore impossibile quella di Efrain, un artista, con Alicia, già promessa al facoltoso proprietario terriero Uribe.Diviso in tre parti, il film ci porta dai fuochi dell’infatuazione a quelli della rivoluzione, dal paesaggio cittadino al cuore della giungla, dalla folle corrispondenza tra amanti all’onirismo di un viaggio spirituale, dai segreti e dalle trame dell’amore proibito alle guerre politiche e alle lotte di classe. [sinossi]

Carlos Gardel è morto, vittima di un incidente aereo mentre decollava dall’aeroporto di Medellin. Il compositore era popolarissimo in tutto il Sudamerica, un eroe. Correva l’anno 1937, la Colombia era attraversata da forti tensioni sociali dopo che i rapaci capitalisti americani avevano “secessionato” Panama. Nello stesso anno si produce il primo film sonoro colombiano, tentativo di rilancio di un’industria che ormai si era lasciata alle spalle l’età d’oro degli anni Venti. In questo contesto si svolge la storia di Mudos testigos, il film postumo di Luis Ospina, morto nel 2019, e portato a termine dal coautore del film, Jerónimo Atehortúa Arteaga. Dopo Rotterdam il film approda significativamente al Festival Internacional de Cine de Las Palmas de Gran Canaria, dove cinque anni fa il progetto era nato, nell’incontro tra il cineasta colombiano, che era in giuria, con i fratelli Jerónimo e Federico Atehortúa Arteaga. Si tratta di un’originale operazione di assemblaggio di pellicole del muto nazionale, quel poco che è sopravvissuto, solo due lungometraggi completi, dei dodici prodotti, mentre due sono andati perduti e rimangono frammenti di tutto il resto. Il contesto storico di cui sopra è riassunto nei cinegiornali, le Actualités colombiennes, cui assiste Efrain, in una lussuosa ed enorme sala cinematografica, stuccata, elegantissima. Il cinema è come un grande teatro borghese richiamato anche da un’illustrazione, di un palcoscenico in un cartello. La perfetta cornice per la messa in scena di un melodramma, quale quello del triangolo amoroso tra Efrain, Alicia e Uribe.

Ospina e Arteaga sanno valorizzare in modo espressivo il materiale di partenza, restituiscono la consistenza materica della pellicola e usano i graffi, le abrasioni come elementi grafici e naturalmente i viraggi di colore e gli occhi di bue. I cortocircuiti del film, come l’inizio dell’amour fou tra Efrain e Alicia, o il tentato suicidio, sono enfatizzati da impazzimenti della celluloide, bruciature o proiezioni sottosopra. Il mezzo è esibito, non solo nella proiezione interna, ma anche nelle immagini iniziali ‘profilmiche’, con le macchine da presa che, significativamente si mescolano a quelle di soldati armati e di danzatrici. E le macchine da presa sono esibite anche alla fine, in un frammento stavolta sonoro, delle origini, e con l’esecuzione dell’inno nazionale con il direttore dell’orchestra di Bogotà. Epitaffio di una nazione, delle speranze libertarie subito abortite. Quell’epitaffio richiamato da una frase di T. S. Eliot: «Ogni frase e ogni sentenza sono una fine e un inizio, ogni poesia un epitaffio». Mudos testigos è il testamento di Luis Ospina, concepito dal cineasta del Gruppo Cali quando già era malato e sapeva di non essere in grado di realizzare un film tradizionale. Aveva già del resto lavorato con il materiale d’archivio del muto in En busca de “Maria” (1985), insieme a Jorge Nieto, recuperando i pochi frammenti rimasti del muto María (1921) di Máximo Calvo, e nel documentario Slapstick: la comedia muda norteamericana (1989). E sulla storia del cinema nazionale aveva anche già riflettuto con Historia del cine colombiano 1897-2008 (2004–2011) e De la ilusión al desconcierto: cine colombiano 1970 – 1995 (2007). Strettamente connesso è il film Pirotecnia (2019), dei fratelli Atehortúa Arteaga, che parte dalla storia di un regista colombiano che sta facendo un film sulle origini della settima arte nel suo paese.

Info
Mudos testigos sul sito del festival di Las Palmas.

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