Uscite in sala 27 aprile 2023
Settimana ad alto tasso cinefilo tra Ari Aster, François Ozon, Alain Guiraudie, Makoto Shinkai, addirittura il recupero dell’esordio di Bong Joon-ho. Chissà se qualcuno di questi titoli riuscirà anche a fare breccia nel pubblico di massa.
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BEAU HA PAURA
di Ari Aster
Anche Aster, come accaduto a molti suoi coetanei o giù di lì dalle parti di Hollywood, cade preda della febbre del gigantismo, e costruisce un film-monstre che annichilisce tutto e tutti. Il talento è fuori discussione, ma l’impressione forte è che Aster avesse bisogno di una produzione in grado di porre dei freni alla debordante ossessività del suo sguardo. Anche Phoenix, con lo sguardo vitreo dell’ottuso, convince solo in piccola parte.
Il pavido Beau, introverso e facile preda di ansie e ossessioni, si appresta a mettersi in viaggio per far visita a sua madre; ma, alla vigilia della partenza, intorno a lui esplode il caos. [sinossi]
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L’INNAMORATO, L’ARABO E LA PASSEGGIATRICE
di Alain Guiraudie
Al di là della totale follia nella scelta del titolo italiano (per di più può attirare un titolo del genere qualcuno in sala? Chissà, qualche dubbio resta), a sorprendere è lo scarto stilistico di Guiraudie, che verte verso una commedia divertente per quanto raggelata nei toni e nel ritmo. Potrebbe diventare un piccolo film di culto, di quelli che trovano la loro dimensione nel passaparola.
A Clermont-Ferrand, un attentato nel centro cittadino porta lo scompiglio fra gli abitanti. Tra questi c’è Médéric, modesto impiegato innamorato di Isadora, prostituta di mezza età sposata con un uomo possessivo. Quando alla porta del suo palazzo si presenta Selim, giovane senzatetto che potrebbe essere coinvolto nell’attentato, Médéric lo accoglie. [sinossi]
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SUZUME
di Makoto Shinkai
Non manca di ridondanza la nuova opera del grande Makoto Shinkai, tra i nomi più interessanti dell’animazione mondiale dell’ultimo ventennio; eppure nel suo scoperchiamento del trauma collettivo giapponese del 2011, dopo la tragedia che sfiorò un nuovo olocausto nucleare, questo film riesce a essere un fantasy emozionante, e commovente. La maestria tecnica, ovviamente, è in ogni caso fuori discussione.
Mentre il cielo si tinge di rosso e la terra trema, il Giappone è sull’orlo della catastrofe. Suzume, un’adolescente in grado di vedere le forze soprannaturali che gli altri non possono vedere, partirà in missione per salvare il suo paese. [sinossi]
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MON CRIME – LA COLPEVOLE SONO IO
di François Ozon
François Ozon parte da una pièce del 1934 di Georges Berr e Louis Verneuil e costruisce una divertita – ma anche divertente – commedia che ragiona sul concetto di “Verità”, flirta con l’empowerement femminile, gioca con i codici del noir e del legal, guarda a Ernst Lubitsch e riesce con grande facilità a colpire il centro del bersaglio. Un po’ calligrafico, come sempre per il cineasta d’Oltralpe.
Parigi, 1935. Madeleine Verdier, aspirante attrice convocata da un celebre produttore per un ruolo e poi aggredita, è accusata a torto del suo omicidio. Con la complicità di Pauline Mauléon, avvocato senza clienti che si incarica della sua difesa, si assume il crimine e accede alla gloria denunciando la misoginia della società e l’incompetenza della giustizia. [sinossi]
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65 – FUGA DALLA TERRA
di Scott Beck, Bryan Woods
Non è che basti avere un’idea per potervi costruire su un film, a maggior ragione un blockbuster (com’era? Da un grande potere ecc.ecc.; la massima se la sono scordata). E non basta neanche avere tra i produttori il genio di Sam Raimi. Ecco dunque che questo b-movie d’altri tempi si dimostra di una fiacchezza estrema, prossima all’inutilità totale. Di scarso interesse la storia, poco allettante la regia a quattro mani di Scott Beck e Bryan Woods, prevedibili ritmo e colpi di scena. Se ne poteva fare a meno.
Dopo un incidente catastrofico su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills scopre subito di essere rimasto bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa. Con una sola possibilità di salvezza, Mills e l’unica altra sopravvissuta, Koa, devono farsi strada attraverso un territorio sconosciuto e pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza. [sinossi]
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CANE CHE ABBAIA NON MORDE
di Bong Joon-ho
Ci sono voluti 23 anni, una Palma d’Oro e un Oscar al miglior film (entrambi vinti con Parasite, ovviamente) per far sì che l’esordio alla regia di Bong Joon-ho arrivasse sul grande schermo in Italia. Dopotutto già Madre e Memories of Murder erano stati recuperati solo sull’onda dell’incredibile successo del film del 2019. Meglio tardi che mai, ovviamente, con la speranza che d’ora in avanti non ci sia bisogno di attendere due decenni per “scoprire” un autore asiatico – in questi giorni è in corso il Far East Film Festival di Udine: qualche distributore sta aguzzando la vista?
Una settimana molto “avventurosa” all’interno di un complesso residenziale. Yoon-ju è un ricercatore universitario che vive con la moglie in un piccolo appartamento di periferia. Benché la coppia sia in attesa del primo figlio, Yoon-ju è frustrato dal fatto di non essere ancora riuscito a farsi assegnare una cattedra. Ben presto si convince che la causa principale del suo malessere sia il continuo abbaiare dei cani appartenenti ai suoi vicini e per questo decide di iniziare a eliminarli. Dopo averne brutalmente ammazzati due, viene però casualmente scoperto da una ragazza, che tenta di acciuffarlo senza però riuscirci. La situazione sembra precipitare quando la moglie di Yoon-ju decide a sua volta di prendere un cane, mentre la ragazza continua a cercarlo… [sinossi]
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Questa settimana escono anche Amusia (2022) di Marescotti Ruspoli, Mediterranean Fever (2022) di Maha Haj, La terra delle donne (2023) di Marisa Vallone. Da sabato 29 nelle sale poi dovrebbe arrivare anche Da grandi (2023), il nuovo film di Fausto Brizzi: il condizionale è però d’obbligo visto che non è stata fatta attività stampa e che il titolo potrebbe finire direttamente in piattaforma. Si vedrà. Per il resto buone visioni!