Manga D’Terra

Manga D’Terra

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Basil da Cunha torna nel quartiere slum di Lisbona Reboleira con Manga d’Terra, presentato nel concorso internazionale del 76 Locarno Film Festival, stavolta con un’attenzione da musical alle sonorità della comunità femminile capoverdiana che lo popola. Le ultime immagini di quel circondario che sarebbe stato poi demolito.

Ritorno a Reboleira

Rosa, 20 anni, lascia Capo Verde e i suoi figli per stabilirsi a Lisbona, nella speranza di poter offrire loro una vita migliore. Stretta fra le molestie dei boss malavitosi e i soprusi quotidiani della polizia, cerca conforto presso le donne della comunità. Ma la sua vera via di fuga è la musica… [sinossi]

Non c’è dubbio che il quartiere popolare di Reboleira, a Lisbona, rappresenti per il giovane filmmaker portoghese Basil da Cunha l’equivalente di quello di Fontainhas per il collega più anziano Pedro Costa. Buona parte della sua filmografia, infatti, è legata a quel circondario popolare, quasi una propaggine di Capo Verde nella ex-capitale coloniale. Ambientati a Reboleira sono i due corti di Basil da Cunha Nuvem e Os vivos tambem choram, entrambi presentati alla Quinzaine, così come i due lunghi Até Ver a Luz, anch’esso selezionato alla Quinzaine, e O Fim do Mundo, in concorso a Locarno nel 2019. Con Manga d’Terra firma invece un epitaffio di quel quartiere con la sua gente, i suoi colori e le sue sonorità. Il processo di demolizione è stato accelerato e, quasi in risposta, il regista si è affrettato a impugnare la macchina da presa per registrare gli ultimi istanti di vita di quell’agglomerato urbano che a breve sarebbe svanito. E stavolta trova una chiave inedita attraverso il personaggio di Rosa, o Rosinha, una ragazza ventenne da poco immigrata da Capo Verde nella capitale portoghese, dove lavora come cameriera in un bistrò per poter spedire i soldi ai figli rimasti in patria. Rosa è una straordinaria cantante interpretata dalla vocalist capoverdiana Eliana Rosa.

C’è tutta una tradizione musicale della ex-colonia portoghese, che ha contaminato anche i quartieri di immigrati di Lisbona, che si fa risalire a una leggenda. Nel 1968 una nave carica di strumenti musicali sarebbe partita da Baltimora con destinazione Rio de Janeiro senza mai arrivarci in realtà. Scomparso dai radar il bastimento sarebbe approdato per motivi misteriosi a Cachaço, nell’isola di Sao Nicolau, arcipelago di Capo Verde. Così il leader indipendentista Amílcar Cabral avrebbe deciso di far distribuire gli strumenti recuperati alla popolazione. Nella tradizione la musica locale diventa così un fattore identitario. Manga d’Terra è così un musical con le esibizioni di Rosa, sempre diegetiche. Le canzoni raccontano lo stato d’animo del personaggio, le sue ansie, ma giocano anche un ruolo narrativo. La prima di queste, Abernuncia, racconta anche la storia della vita di Rosa prima del film. L’ultima canzone, Manga d’Terra, che dà il titolo al film, è una canzone che usa il simbolo del mango per raccontare ciò che la giovane artista porta con sé, come retaggio della cultura della sua isola. La musica carica di nostalgia il film, la nostalgia di una donna per la sua patria e i suoi figli, ma anche un sentimento per un mondo che va scomparendo. E i numeri musicali portano con sé degli straordinari viraggi cromatici, delle luci che portano squarci di colore in quell’ambiente grigio.

In Manga d’Terra c’è la rabbia, la violenza ingiustificata della polizia, che compie irruzioni con una forza spropositata. Le donne lamentano che i propri figli siano trattati come gangster ma, discutendone dal parrucchiere, qualcuna pensa che in fondo gli agenti eseguano solo degli ordini. Basil da Cunha rende il senso di appartenenza, i legami interni a quella piccola comunità, un pezzo di Africa in una capitale europea. Una comunità di donne, dove non c’è bisogno di essere invitate per partecipare a una festa di compleanno, è una cosa spontanea. E dove è fortissima la solidarietà femminile: quando Rosa perde il lavoro, tutte immediatamente si mettono in moto per trovargliene un altro. Tutte cantano tra di loro, ballano, si abbracciano, si fanno i riccioli come si fa in Africa. Sullo sfondo le luci di Lisbona, della città, di un altro mondo. Finché tutto non sarà omologato in palazzoni anonimi per i portoghesi in fuga da un centro dove è tutto un trionfo della gentrificazione.

Info
Manga D’Terra sul sito di Locarno.

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