Transient Happiness

Transient Happiness

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Presentato nella Feature Narrative Competition dell’El Gouna Film Festival 2023, Transient Happiness del regista curdo Sina Mouhammed racconta la vita apparentemente tranquilla in un villaggio del Kurdistan iracheno, dove la routine delle attività agricole e pastorali, e del lavoro domestico delle donne, potrebbe essere improvvisamente interrotta da una granata o da un missile. Pur con questa consapevolezza, la vita continua.

La vita continua

In un villaggio sperduto del Kurdistan iracheno, la routine di una coppia di anziani emotivamente distanti cambia quando la moglie si ammala. Suo marito la porta verso l’ospedale, con quella stessa moto che usa di solito per trasportare pecore. Durante il viaggio, le parole sentite ma inconsapevoli del marito, “abbracciami”, le portano un’immensa gioia, portando a una svolta commovente nel loro viaggio. [sinossi]

Ci sono due importanti questioni di base poste dal film Transient Happiness, del regista Sina Mouhammed, presentato nella Feature Narrative Competition dell’El Gouna Film Festival 2023. La prima banalmente riguarda la voce che indica il Paese di produzione. Da qualche parte in rete viene indicato come Kurdistan, da altre Iraq e da altre ancora si trova come coproduzione Kurdistan/Iraq. Per quanto il film sia curdo, per la lingua e la cultura dei suoi personaggi, il Kurdistan non è a oggi una nazione autonoma e sovrana, ma un’espressione geografica distribuita su tre Stati. Indicarlo quindi come paese di produzione può voler esprimere tutt’al più un auspicio o una presa di posizione. Il film è in realtà realizzato nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno, riconosciuta dalla Costituzione irachena del 2005. Ed è proprio ambientato in un villaggio al confine con gli altri due paesi, Iran e Turchia, in cui è dislocato l’altopiano curdo. La seconda questione chiave di Transient Happiness riguarda la narrazione che, come delineata nella sinossi del film, comincia praticamente a una decina di minuti dalla fine, con il malore della donna.

Sina Mouhammed usa uno stile quasi da documentario per mostrare la routine quotidiana del villaggio curdo, dove gli abitanti sono dediti ad attività di campagna, come la coppia dei protagonisti che vive allevando pecore, tra canti tradizionali. Il marito trasporta gli animali nel cesto posteriore della sua moto e lo vediamo anche impegnato nell’aggiustare una tettoia. Centrale e determinante il lavoro femminile domestico. Le donne del vicinato, mentre fanno i mestieri in cortile, sostengono di lavorare più degli uomini. L’elegia di quella vita bucolica assume una carica nettamente femminile. La protagonista, come le altre signore del villaggio, mantiene uno sguardo fiero. E la vediamo sorridere mentre assiste, in una lunga scena, al parto di una delle sue pecore. Rimane ancora stupefatta dal miracolo della vita. Parte della routine di questo villaggio è anche però la coesistenza con la morte, per i missili che possono piovere in testa, provenienti dagli stati confinanti. Lo si sente nelle continue notizie date alla radio. E la consapevolezza, con serena rassegnazione, di poter essere bombardati, è evidente in uno dei primi dialoghi. A un certo punto il film mostra uno di questi “incidenti”. Tra le vittime anche un bambino. Il regista lo fa capire, con delicatezza, mostrando un libro illustrato, infantile, sull’alfabeto curdo, che scorre in un corso d’acqua adiacente al punto dell’esplosione.

Transient Happiness comincia, e finisce, in un campo di girasoli. La poetica del film è resa da campi lunghissimi, che mostrano prati, montagne, stradine abbarbicate. Sina Mouhammed ha usato persone reali, vere del luogo, attori non professionisti. Quasi tutto il film potrebbe essere stato costruito con un lavoro di reenactment di queste persone, che mettono in scena se stesse. Il dispositivo viene enunciato in un incipit dove la coppia di contadini dichiara, in camera, di avere interpretato la coppia di protagonisti. Ma già questo loro prologo è interrotto dal minaccioso suono di un jet. Nulla, o quasi, può alterare quell’equilibrio di vita, in cui sono comprese anche le bombe. Succederà, con quel principio di narrazione, con quella malattia della moglie, che spinge l’uomo a caricarla su quel motociclo con cui trasporta le pecore, correndo verso l’ospedale attraverso il campo di girasoli. Una corsa affannosa con la suspense di salvare o meno la vita della protagonista: così vorrebbe ogni regola di drammaturgia. Ma niente di tutto questo. L’ospedale è chiuso ma tanto la donna ora sta bene. Si ritorna indietro, la vita continua. E forse la relazione tra i due è cambiata.

Info
Il trailer di Transient Happiness.

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