Coppia aperta quasi spalancata
di Federica Di Giacomo
Fra commedia, documentario e reenactment, il primo lungometraggio di quasi-fiction di Federica Di Giacomo Coppia aperta quasi spalancata è scritto in collaborazione con la vulcanica attrice protagonista, Chiara Francini, che partendo dal testo teatrale di Franca Rame e Dario Fo – e dall’omonimo spettacolo portato in giro da Francini insieme ad Alessandro Federico – prova a riflettere (scherzosamente ma anche un po’ sul serio), sul mo(n)do contemporaneo delle relazioni sentimentali. Presentato come evento speciale fuori concorso alle Giornate degli Autori dell’81esima Mostra di Venezia e in sala.
Ama i prossimi tuoi…
Chiara, attrice e scrittrice di successo, porta in scena da anni il testo di ‘Coppia aperta quasi spalancata’, lo spettacolo che racconta la sempiterna favola o il sempiterno martirio dell’amore quando è coppia, o quando si diventa molti di più. È una storia sull’evoluzione di Antonia (il personaggio scritto da Franca Rame), alla quale il marito propone di spalancare la coppia, imponendole un nuovo codice. Antonia accetta pur di non perdere l’uomo. Ma tutto cambia nel momento in cui lei comincia ad ascoltarsi e a guardare oltre il divano di casa. Così Chiara/Antonia – divisa fra il suo compagno Fredrik e il suo partner in crime e in scena Alessandro – deciderà di scoprire un universo, figlio della coppia aperta degli anni ‘70, fatto di poliamorosi, di giovani (e meno giovani) “contro” il concetto di monogamia, di gruppi di femministe e party sex positive e incontrerà tra gli altri Sara, Daniele, Efrem e Ali, che vivono felicemente in una polecola, cioè una famiglia poliamorosa. [sinossi]
Da oramai quasi cinque anni Chiara Francini e Alessandro Federico sono in tournée con Coppia aperta quasi spalancata, commedia teatrale di enorme successo, scritta nel 1983 da Franca Rame e Dario Fo (in quest’ordine, dato che l’attore e drammaturgo varesotto puntualizzò che gran parte del lavoro di scrittura fu frutto della mente di Franca). Finché l’incontro con l’antropologa e documentarista Federica Di Giacomo non ha spinto Francini a produrre e a scrivere assieme a lei e a Mario Sesti questo film, il primo di quasi-fiction della regista spezzina. Nel testo teatrale d’origine, Antonia e suo marito sono una coppia sposata da tanto tempo, c’è stanchezza e lui, convinto della bontà dell’amore libero di ascendenza sessantottina, si dedica a delle scappatelle che lei però mal tollera. E così alla fine Antonia decide di rifarsi a sua volta una vita, innescando ovviamente la gelosia del marito. Il film è suddiviso in diversi piani: c’è quello della rappresentazione teatrale, ci sono i “prima”, in cui i due attori e amici provano le scene e a volte si scontrano, e ci sono i momenti di confronto col pubblico; c’è la famiglia di Chiara, a Firenze, con la madre che la rimbrotta perché non si fa mai sentire e perché non ha ancora montato uno scaffale per le lenzuola (ché nei cassetti non va bene), c’è il compagno svedese Karl Fredrick Lundqvist, con cui Chiara sta da molti anni e che tiene testa alla creatività caotica e debordante della compagna col suo sarcasmo nordico. Ci sono, infine, Sara, Daniele, Efrem, tre individui che riescono finalmente a coronare il loro sogno d’amore di una convivenza a tre.
Coppia aperta quasi spalancata sembra nascere in primis come risposta a quegli spettatori più giovani che – lo vediamo nel film, probabilmente sotto forma di reenactment, o comunque di docufiction – durante uno dei momenti di confronto, muovono delle critiche verso lo spettacolo, ritenendone l’ottica per molti versi vecchia e obsoleta. Centrale, perciò, l’autoironia di Chiara Francini, non solo riguardo al suo narcisismo d’attrice, ma anche a quella monogamia che difende con le unghie e coi denti, a fronte della scoperta di una parte di mondo sempre più desideroso di aperture a nuove ed eterodosse esperienze amorose. C’è poi la riunione con le femministe, che tentano un confronto serio e circoscritto con Chiara su delle tematiche ben precise, ma anche in quel contesto l’attrice smania e si lancia in boutade e affermazioni decisamente politically incorrect finendo per essere etichettata come grassofobica. Naturalmente conviene riferirsi, d’ora in poi, a Chiara Francini-personaggio, ovvero l’attrice che mette in scena se stessa (o una versione di sé), facendosi catalizzatrice e “reagente”, diciamo così, al cospetto dei membri di quelle comunità che si discostano dalle normative comunemente accettate in fatto di amore e sesso. Perciò, quando nel film la vediamo partecipare, perplessa e a tratti scandalizzata , all’incontro di una comunità poliamorosa al quale presenziano anche Sara (che ha anche un bambino), Daniele ed Efrem, dobbiamo tener presente questo aspetto senza lasciarci troppo ingannare dalla forma documentaristica. C’è una sequenza che può aiutare a dirimere quello che sarebbe altrimenti un comprensibile errore di percezione dello spettatore: a un certo punto, dopo la suddetta riunione, viene mostrata una scena in un locale notturno di ambientazione BDSM nel quale Chiara si aggira come sperduta, al tempo stesso disgustata e affascinata. Subito dopo scopriamo che è solo un sogno, in cui l’inconscio del personaggio-Chiara si trova al cospetto di paure che forse sono anche desideri, e viceversa.
Ben diversa è invece la parte documentaristica riguardante i tre poliamorosi, che procede in maniera indipendente fino all’incontro summenzionato con Chiara, un po’ ripetitiva, tutta luci e niente ombre. Diverse scene in cui vediamo i tre in casa a decidere chi dorme con chi e quando, girare per negozi e ristoranti – stanno preparando una cerimonia di riconferma del matrimonio tra due di loro, ma con allargamento al terzo membro – o semplicemente girovagare per Roma. Che ciò serva a familiarizzare con la loro storia e le loro scelte va benissimo, ma il tutto è un po’ didascalico e tirato per le lunghe, oltre a rischiare di diventare un film a sé, più che una componente dell’insieme. Che senso ha, ad esempio, l’inserimento (volendo anche simpatico, per carità) del leone fuggito da un circo – successe nel novembre del 2023 – e che si aggira per Ladispoli? Al contrario, ha invece perfettamente senso la scena in cui i due uomini si supportano l’un l’altro mentre Sara, da tempo in lotta contro una malattia, è in ospedale. Scena che serve a mostrare, in maniera non “ideologica” bensì emozionale (e dunque assai più efficace), come il poliamore, lungi dall’essere una questione eminentemente sessuale, sia invece un diverso modo di intendere i sentimenti e le relazioni, rispetto a quello della coppia tradizionale. Nel film compare anche Carlo Consiglio, autore del libro L’amore con più partner (2006), assieme alla sua compagna, in un faccia a faccia con Chiara e Alessandro che costituisce una delle scene più divertenti del film.
Nel suo complesso, seppure non sempre ben amalgamato nelle sue parti, Coppia aperta quasi spalancata offre uno sguardo divertito ma non superficiale, a tratti persino stimolante, su queste realtà, utili per mettere in discussione, magari con un sorriso, tutti quegli aspetti che si danno abitualmente per scontati in una tradizionale vita di coppia, e in particolare l’esclusività, da cui spesso derivano il possesso e la gelosia. E finalmente, in una commedia italiana che parla anche e soprattutto di sentimenti, non c’è la parola “amore” nel titolo.
Info
Coppia aperta quasi spalancata sul sito delle Giornate degli Autori.
- Genere: commedia, documentario
- Titolo originale: Coppia aperta quasi spalancata
- Paese/Anno: Italia | 2024
- Regia: Federica Di Giacomo
- Sceneggiatura: Chiara Francini, Federica Di Giacomo, Mario Sesti
- Fotografia: Clarissa Cappellani, Diego Romero Suarez-Llanos
- Montaggio: Irene Vecchio
- Interpreti: Alessandro Federico, Chiara Francini, Chloe Gatti, Daniele Gatti, Efrem Sposini, Karl Gustaf Fredrik Lundqvist, Sara Girelli
- Colonna sonora: Giulia Tagliavia
- Produzione: Ballandi, Nemesis, Rai Cinema
- Distribuzione: I Wonder Pictures
- Durata: 120'
- Data di uscita: 29/08/2024