Intervista a Mani Tilgner
Qual è lo stato dell’arte del cinema iraniano ormai fuori da confini nazionali? Stiamo parlando di una cinematografia storica che vede ora molti registi militare nei movimenti contro il regime teocratico, in un periodo di forte tensione nel paese. Ai grandi festival internazionali vengono presentati film, che spesso ricevono premi, a volte anche fortemente critici verso lo stagnante sistema di potere. E non si contano i cineasti che hanno subito provvedimenti penali, arresti domiciliari, carcere, privazioni dei diritti se non del passaporto. Tra questi Mohammad Rasoulof ha subito una gran quantità di arresti e condanne e censure. I suoi film Il male non esiste e Il seme del fico sacro sono stati presentati a Berlino, vincendo l’Orso d’Oro, e a Cannes, ma vietati sul territorio iraniano. Ora Rasoulof è riuscito a fuggire dall’Iran. Oltre a questi film, anche My Favourite Cake di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, Critical Zone di Ali Ahmadzadeh, vincitore a Locarno 2023, Leila’s Brothers hanno determinato conseguenze penali ai loro autori. La domanda è: com’è possibile realizzare questi film clandestinamente senza che le autorità vengano a saperlo e intervengano? Abbiamo discusso di questo con il co-produttore degli ultimi tre film di Mohammad Rasoulof, Mani Tilgner durante l’El Gouna Film Festival 2024. Tilgner è anche tra i produttori di Holy Spider di Ali Abbasi, altro film iraniano ai limiti, girato e realizzato fuori dall’Iran da un regista iraniano ormai residente in Danimarca.
Qual è stato il tuo ruolo di produttore per il film Il seme del fico sacro?
Mani Tilgner: Siamo un team di diversi co-produttori dalla Germania, un co-produttore dalla Francia e Mohammad Rasoulof come produttore principale del film. Ora lui vive ad Amburgo.
Quindi ormai ha lasciato definitivamente l’Iran?
Mani Tilgner: Aveva vissuto anche prima ad Amburgo, andava avanti e indietro, finché, circa sette anni fa, gli hanno confiscato il passaporto. Quindi è dovuto rimanere a Teheran, e ora, dopo sette anni, è tornato ad Amburgo. Se n’è andato subito dopo la fine delle riprese di Il seme del fico sacro. Abbiamo terminato la post-produzione del film ad Amburgo, giusto in tempo per Cannes. Dopo Cannes, ora, il signor Rasoulof è ovviamente molto contento di poter viaggiare di nuovo. Attualmente sta andando in tanti festival, in diversi paesi. In questo momento è a Kiev come parte della giuria.
Come è stato possibile per lui realizzare questo film? In generale com’è possibile eludere i controlli e organizzare la lavorazione di un film in incognito, senza incappare nella censura, anche preventiva? Parliamo di un qualcosa come la lavorazione di un film, che vede coinvolte tante persone, in tanti avranno letto la sceneggiatura.
Mani Tilgner: Si è trattato di un team molto bravo e molto coraggioso, perché tutti loro hanno corso grossi rischi per farlo. Hanno cercato di mantenere la comunicazione a un livello basso. A volte Mohammad Rasoulof non poteva essere sulla scena se erano in posizioni troppo esposte al pubblico. Sono stati adottati tanti metodi diversi per tenerlo davvero sotto controllo.
Puoi raccontarmi qualcosa sulla distribuzione di Il seme del fico sacro? Il film è stato a Cannes. Poi altri festival, come qui.
Mani Tilgner: Siamo molto contenti perché ai festival ha ricevuto molti premi. Il primo premio è stato il premio speciale della giuria a Cannes. Ma anche, cosa che ci rende molto orgogliosi, molti premi del pubblico a Sydney, negli Stati Uniti, San Sebastián. Così tanti, molti premi del pubblico in questo momento. Il film è stato venduto praticamente in tutto il mondo. Per i paesi arabi, ci sono ancora delle trattative in corso. Ma praticamente ovunque altrove il film è stato venduto. Ieri poi, qui a El Gouna, il film è risultato vincitore dell’Arab Critics Award for European Films, ovvero il premio organizzato da European Film Promotions insieme all’Arab Cinema Center, dove 98 critici arabi, da 14 paesi, giudicano 22 film provenienti da diversi paesi europei. E Il seme del fico sacro è sostanzialmente un film tedesco. Il motivo per cui siamo così felici di aver vinto il premio ieri è che ha dimostrato che siamo riusciti a realizzare un film non solo per il pubblico tedesco, non solo per il pubblico iraniano, nordamericano o francese, ma siamo anche così felici di vedere che anche i critici arabi hanno apprezzato il film e si sono dimostrati interessati.
Nel lavorare con Rasoulof ci sono stati cambiamenti dopo l’Orso d’oro a Berlino per Il male non esiste?
Mani Tilgner: Lui era conosciuto prima di allora. Ma il premio, ovviamente, lo ha reso ancora più famoso. E questo ha già fatto sì che ci fosse molta aspettativa per questo prossimo film. Un sacco di persone sono andate a vederlo in Francia, nonostante non sia uscito in molte sale. La Francia è stato il primo paese in cui il film è stato distribuito in circuito. Siamo davvero felici. Siamo davvero emozionati di vedere come uscirà il film negli USA a fine novembre, in Germania a fine dicembre. E speriamo che un sacco di gente vada a vederlo.
Anche questo film non sarà verosimilmente distribuito in Iran?
Mani Tilgner: Finora, nessuno dei film di Mohammad Rasoulof è stato ufficialmente proiettato in Iran, ma normalmente, dopo un po’ di tempo, quando il film esce su canali diversi, si riesce a vedere in qualche modo anche in Iran, ma ufficialmente sono abbastanza sicuro che questo film non verrà mai proiettato.
C’è un futuro per Rasoulof fuori dall’Iran? Sta lavorando a un nuovo progetto?
Mani Tilgner: Non riesco proprio a immaginare Mohammad Rasoulof senza fare film. Quindi l’unica domanda è: quale sarà il prossimo progetto? Sarà interessante perché potrebbe essere qualcosa di nuovo, diverso, con nuovi partner, e sono curioso di vedere dove andrà a parare con un film fuori dall’Iran, quale sarà il suo nuovo viaggio.