In concorso lungometraggi alla 23ª edizione del Festival Internacional de Cine de Las Palmas de Gran Canaria, Un prince è la quinta opera di Pierre Creton che racconta torbidi intrecci erotici gay con un approccio di distanziamento e con uno stile lezioso affidato a voci off dal sapore letterario. Leggi tutto
Satira sul consumismo compulsivo e le nuove forme di militanza e di attivismo ecologista, all’apparenza posizioni l’un contro l’altra armate ma molto più permeabili di quanto non possa sembrare, Un anno difficile della coppia di cineasti francesi Nakache-Toledano ha aperto la 41ma edizione del Torino Film Festival. Leggi tutto
Il film d'animazione di Jérémie Périn è uno dei titoli più interessanti dell'intera selezione presentata sulla Croisette, un postcyberpunk noir, spietato, supportato da un notevole comparto tecnico-artistico. Leggi tutto
Oltre trent'anni dopo Nanni Moretti è ancora proteso verso il sol dell'avvenire, come nel finale di Palombella rossa in cui "moriva" Michele Apicella. Il cinema, e il mondo, si sono però mossi, e forse è giunto il momento (anche) dell'autocritica. Leggi tutto
The French Dispatch, con la sua geometria perfetta, la sua cinefilia francofila, il suo racconto della morte, appare come la pietra tombale della prima parte della filmografia di Wes Anderson. Il punto di non ritorno di un approccio estetico che lo stesso cineasta statunitense sembra considerare oramai superato. Leggi tutto
Percorso di formazione anomalo, che mette in scena la scoperta di un handicap che diventa occasione di riscatto, momento con cui fare i conti con la propria vita e che obbliga la coppia di protagonisti a confrontarsi con il proprio passato per scegliere quale futuro desiderano per sé... Leggi tutto
In Marie Antoinette la regina per antonomasia, una delle donne più celebri della storia, diventa il centro di un racconto sull'educazione alle regole, ai desideri, alle abitudini formali e alle pulsioni sostanziali di una giovane che deve imparare a stare al mondo. Ma quel mondo sta morendo. Leggi tutto
Nell'articolato Heimat, di film in film, che Amos Gitai dedica da decenni a Israele si aggiunge un nuovo capitolo a sé stante, eppure sempre giocato sullo stesso tema dell'identità nazionale: A Tramway in Jerusalem, fuori concorso a Venezia 75, si impone dei limiti spaziali (un tram, per l'appunto) per riflettere sull'isolamento del paese. Leggi tutto