Migranti e Hong Kong. Opera prima in lungometraggio, The Sunny Side of the Street di Lau Kok-rui spende una robusta parola sulla questione dell’accoglienza internazionale tramite gli strumenti espressivi di un tortuoso e fiammeggiante melodramma. Avvincente e commovente, dalla struttura scopertamente popolare. Leggi tutto
The Best Is Yet to Come è l'opera prima di Jing Wang, il sodale aiuto regista di Jia Zhang-ke che gli produce il film e compare in un ruolo cameo. Il film è un esempio di cinema e giornalismo nel miglior solco della tradizione del genere, che non esita a sollevare tematiche scomode. Leggi tutto
Elegante e inquietante messinscena sullo spossessamento di un'attrice da se stessa e dalla sua immagine, Nina Wu del regista taiwanese Midi Z ragiona con efficacia sul concetto di icona nello show business, muovendosi tangenzialmente a certe ossessioni lynchiane, ma poi cade in un finale moralista. Leggi tutto
A cinque anni da Fuochi d'artificio in pieno giorno, che vinse l'Orso d'Oro a Berlino nel 2014, torna il cineasta cinese Diao Yinan che porta, stavolta in concorso a Cannes, il suo nuovo film: Il lago delle oche selvatiche è un violento e feroce noir, come il precedente, privo però della stessa carica politica. Leggi tutto
La trentacinquenne cinese Bai Xue esordisce alla regia con The Crossing, coming of age incentrato sulla sedicenne Peipei e sul confine ancora esistente tra il mondo “cinese” e quello “hongkonghese”. Leggi tutto
Con I figli del Fiume Giallo, in concorso a Cannes, Jia Zhangke prosegue il discorso sulle trasformazioni violente della Cina contemporanea e arriva a descrivere un mondo in cui la realtà, mutata repentinamente, non esiste più ed è rimasta solo la sua immagine, da guardare ammutoliti. Leggi tutto
In concorso al Locarno Festival, Dragonfly Eyes di Xu Bing racconta una storia di amori e solitudini nell'alienazione della moderna Cina, usando materiale proveniente dal footage di telecamere di sorveglianza. Leggi tutto
Affiancando alla solita lucidità politica inedite incursioni nel surreale, Jia Zhangke mette ancora una volta in scena le trasformazioni della Cina odierna narrando la “seconda vita” di Liangzi, personaggio già abbandonato dall'amore in Al di là delle montagne e ora licenziato anche in miniera. Fuori concorso a Locarno 2016. Leggi tutto