Torna alla Berlinale, in competizione, anche il grande Rithy Panh con un film, Everything Will Be OK, che purtroppo conferma una fase involutiva della sua carriera: ritroviamo tutti i difetti del precedente Irradiés, pure passato alla Berlinale. Leggi tutto
Presentato in concorso alla 70 Berlinale, Irradiés è l'ultima, deludente, opera di Rithy Panh, che sembra aver perso la capacità analitica e di riflessione sul male, per mettere in scena semplicemente e superficialmente un'esibizione degli orrori della storia. Leggi tutto
Rithy Panh torna una volta di più con Les Tombeaux sans noms a interrogarsi sulla Cambogia, sulla memoria (per lui anche tragicamente autobiografica) del genocidio perpetrato dal regime dei Khmer Rossi, e sul destino dell'umanità: un'opera dolorosissima. Leggi tutto
Rithy Panh continua a elaborare il lutto personale e universale di una nazione, la Cambogia, che ancora soffre le ferite della dittatura di Pol Pot. A Cannes tra le séances spéciales. Leggi tutto
Rithy Panh racconta lo stermino della propria famiglia da parte degli uomini di Pol Pot, e per farlo si affida a personaggi in plastilina. Vincitore di Un certain regard al Festival di Cannes, e presentato nella sezione TFFdoc. Leggi tutto
In Duch, le maître des forges de l'enfer Rithy Panh torna una volta di più a ragionare sulla dittatura di Pol Pot, inferno nel quale il regista perse l'intera famiglia. Leggi tutto
Un Barrage contre le Pacifique permette a Rithy Panh di proseguire il suo discorso sull'Indocina anche affrontando un film di finzione. Leggi tutto