Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires

Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires

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A tre anni dalla presentazione alla Berlinale arriva nelle sale nostrane l’opera prima di Gustavo Taretto, Medianeras, rom-com in salsa argentina piacevole e delicata.

Innamorati fobici

Martin è fobico, benché sia in via di guarigione. Poco alla volta, prova ad uscire dall’isolamento del suo monolocale e soprattutto dalla sua realtà virtuale. È un web designer. Mariana è appena uscita da una lunga storia d’amore. La sua vita è una totale confusione, proprio come l’appartamento in cui si rifugia. Martin e Mariana vivono in edifici opposti sulla stessa strada, ma non si sono mai incontrati, fino a quando… [sinossi]

Congelata da qualche stagione nel listino della Bolero Film e in attesa di una collocazione, ci si chiedeva quando avremmo avuto la possibilità di vedere nelle sale nostrane Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires, l’opera prima di Gustavo Taretto, della quale si era sentito parlare un gran bene già tre anni fa in occasione della presentazione alla 61esima edizione della Berlinale. Adesso che quel momento è arrivato, non possiamo che confermare quanto di positivo ci era giunto alle orecchie, sottoscrivendo la bontà e la qualità espresse dalla pellicola scritta e diretta dal regista argentino. Del resto, meglio tardi che mai.

Trattasi di una Rom-Com delicata e piacevole che si focalizza su un tema centrale, ossia l’opposizione tra vita reale e virtuale, svolto con precisione di particolari e sapiente leggerezza nel rimando, nell’attesa e persino nella ripetizione, per poi allargarsi a macchia d’olio a sottotracce che arricchiscono la drammaturgia ed estendono l’orizzonte del racconto: la riflessione sulla città in cui viviamo, la solitudine urbana, l’incomunicabilità, le nevrosi collettive, l’isolamento, la ricerca dell’amore attraverso gli incontri e i fallimenti. Il tutto rappresenta il terreno fertile nel e sul quale coltivare le pagine di una sceneggiatura che fa dell’originalità, del preciso incastro dei tasselli temporali e della scorrevolezza della scrittura, tanto nella costruzione della narrazione quanto nel disegno dei personaggi e dei dialoghi, le componenti di un efficiente motore portante.

I toni sono quelli della favola sentimentale, epurata dalla melassa rosa che solitamente avvolge operazioni analoghe, e da qui Taretto costruisce una surreale e ilare visione della vita moderna in una grande metropoli come Buenos Aires. Quest’ultima acquista, grazie allo sguardo del cineasta sudamericano, una fisicità e una personalità tale da diventare, alla pari dei due protagonisti che la animano (ottime le interpretazioni di Pilar Lòpez De Ayala e Javier Drolas), un vero e proprio personaggio all’interno del plot, così caotico, imprevedibile, contraddittorio, affascinante e persino ostile da sembrare umano.
In Medianeras contano la descrizione dell’ambiente e come questo viene abilmente messo in quadro attraverso una sapiente costruzione geometrica dell’immagine, ma anche il rispetto per i personaggi e per le rispettive patologie, con i due protagonisti che si avviano verso la guarigione non analizzando e superando il passato, piuttosto proiettandosi verso l’avvenire in un reciproco atto d’amore.

Info
Il trailer di Medianeras su Youtube
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