Beautiful Duckling
Restaurato e riproposto al Far East Film Festival 2024 di Udine, il taiwanese Beautiful Duckling di Li Hsing si dedica a un’enfatica e solare esaltazione della vita rurale in appassionata difesa di tradizionali valori etici facendosi forte di un apparato visivo di squisito gusto pittorico. Leggi tutto
Taxi Driver
Rivedere Taxi Driver oggi significa anche riscoprire quanto il film di Scorsese sia in grado di insinuarsi sotto pelle e nei nervi di chi, come il protagonista Travis Bickle, come noi, osserva la realtà circostante, ma ciò che vede non gli piace per nulla, è afflitto da una disillusione personale e politica, è pieno di rabbia. Leggi tutto
Letter to an Angel
Letter to an Angel di Garin Nugroho opta per soluzioni espressive al crocevia fra cinema etnografico e drammatizzazione narrativa, riflettendo intorno alla dicotomia fra realtà e racconto e dando vita a un archetipico viaggio dell’eroe diviso fra razionalità e magia, fra infanzia e età adulta. Leggi tutto
Desiderio di donna
La piccola America e la società dello spettacolo confliggono in Desiderio di donna, opera di Douglas Sirk del 1953, dove un’attrice torna nella piccola cittadina di provincia che aveva lasciato per la scalata al successo. Il contrasto è tra lo star system e i valori famigliari. Leggi tutto
Secondo amore
Bis della coppia Rock Hudson-Jane Wyman, di nuovo diretti da Douglas Sirk dopo l’enorme successo di Magnifica ossessione, Secondo amore è un distillato stilistico che conduce alle sue estreme conseguenze la coerente riflessione estetica dell’autore sul melodramma classico. Leggi tutto
Gioventù bruciata
Primo melodramma e primo CinemaScope per Nicholas Ray, Gioventù bruciata è il ritratto realistico/iperrealista di una generazione di giovani che, sentendosi confusa e incompresa, veniva per la prima volta alla ribalta, con violenza, tanto nella realtà quanto al cinema. Leggi tutto
Perfect Blue
Un'opera estremamente stratificata e complessa, a tratti straniante, ma mai fine a se stessa nonostante i virtuosismi di un montaggio irreplicabile. Il primo film di Satoshi Kon, per tre giorni nelle sale. Leggi tutto
L’amore è una cosa meravigliosa
Melodramma americano anni Cinquanta di pura convenzione, L’amore è una cosa meravigliosa di Henry King mescola umori da Guerra Fredda, pacifismo alla buona e fratellanza universale di immediata efficacia. Leggi tutto
Johnny Guitar
Con Johnny Guitar Nicholas Ray riveste di una patina western un melodramma fiammeggiante, negando gli spazi aperti tipici del genere a favore di un non-luogo claustrofobico, privo di vie di fuga, che simboleggia l'interiorità contorta dei suoi personaggi. Leggi tutto
Flaming Creatures
Flaming Creatures è il sogno notturno del baccanale, dell'infinita posa orgiastica, del ballo instancabile come unica reazione alla marmorea fissità del tempo, della società borghese; un atto sovversivo e collettivo, con cui Jack Smith contribuisce a creare il New American Cinema. Leggi tutto
Un urlo nella notte
Ritroviamo nel film di Martin Ritt, alla sua seconda regia, tutta l'apparenza e la polvere sotto il tappeto dell'american way of life, declinato da un punto di vista wasp, maschilista e classista. Leggi tutto
Lo specchio della vita
Nel suo commiato a Hollywood, con Lo specchio della vita (1959) Douglas Sirk elabora una grande metafora sull'arte e al contempo si congeda dagli studios con un ritratto feroce dell'America segregazionista, nonché con un quadro impietoso della società dello spettacolo. Leggi tutto
Un amore splendido
Intriso di sentimenti religiosi tenuti sottotraccia, Un amore splendido di Leo McCarey è un gradevolissimo incrocio fra sophisticated comedy e melodramma, articolato intorno a un percorso etico di redenzione tramite l’esperienza di un vero e sincero sentimento d’amore. Leggi tutto
Il trapezio della vita
Nel suo terzultimo film americano, Il trapezio della vita, Douglas Sirk adatta Faulkner per mettere in scena un'America carnascialesca, con protagonista un gruppo di funamboli volanti, un melodramma d'alta quota. Ritornano alcuni protagonisti di Come le foglie al vento. Leggi tutto
I peccatori di Peyton
Il film di Robson ci restituisce un quadro complesso e per nulla compiacente del sogno americano, qui perfettamente rappresentato dall'immaginaria cittadina di Peyton Place. Tra i classici riproposti nella rassegna Magnifiche ossessioni – Capolavori del mélo hollywoodiano 1951-1959. Leggi tutto
Un tram che si chiama Desiderio
Capolavoro senza tempo, sorretto da un pugno di interpretazioni straordinarie, Un tram che si chiama Desiderio di Elia Kazan conserva una potentissima carica espressiva nel dare corpo cinematografico al testo originario di Tennessee Williams. Leggi tutto
Improvvisamente l’estate scorsa
Improvvisamente l'estate scorsa costringe Joseph L. Mankiewicz a confrontarsi con la mannaia della censura; questo ostacolo permette però al regista insieme allo sceneggiatore Gore Vidal di trasformare l'allusione in rimosso dell'inconscio. Leggi tutto
La grande nebbia
Punto d’arrivo dell’attività registica di Ida Lupino, La grande nebbia è un melodramma secco ed essenziale contraddistinto da un realismo di fondo e da una profonda comprensione delle debolezze umane che è marca distintiva dello stile dell’autrice. Leggi tutto
Magnifica ossessione
Magnifica ossessione è il primo melodramma a colori di Douglas Sirk nell’età dell’oro Universal, realizzato nel 1954 riadattando l’omonimo romanzo del pastore luterano Lloyd C. Douglas già portato sullo schermo nel ’35 da John M. Stahl. Leggi tutto
Foglie d’autunno
Robert Aldrich affronta con Foglie d'autunno alcuni dei temi classici del melodramma, a partire dal passato burrascoso che riemerge per mettere in crisi lo status quo faticosamente raggiunto, ma poi dirazza alla sua maniera muovendosi anche in direzione del thriller paranoide. Leggi tutto
La gatta sul tetto che scotta
Traducendo in immagini in movimento il dramma teatrale di Tennessee Williams con La gatta sul tetto che scotta Richard Brooks è costretto dal clima dell'epoca a "tradire" il testo espungendo ogni riferimento possibile all'omosessualità del personaggio di Brick. Leggi tutto
Quella che avrei dovuto sposare
L'ultimo mélo in bianco e nero alla Universal per Douglas Sirk, prima di passare al technicolor e firmare le sue opere più celebri, è Quella che avrei dovuto sposare (titolo italiano per There's Always Tomorrow), del 1956. Leggi tutto
Quarto potere
Torna in sala Quarto potere di Orson Welles, la cui classificazione come massimo capolavoro della storia del cinema è stata ultimamente messa in discussione. Non c'era occasione migliore per rivederlo e riapprezzarne nuovamente la modernità e la capacità di riflettere sul capitalismo americano. Leggi tutto
Picnic
Melodramma addolcito rispetto a opere coeve, Picnic affonda a piene mani tra le crepe del confronto generazionale e sociale. Attorno a uno smagliante William Holden gravita un microcosmo femminile reso magnificamente da Kim Novak, Susan Strasberg, Betty Field e Verna Felton. Leggi tutto
La valle dell’Eden
La valle dell’Eden è ancora oggi un esempio eclatante non solo dell’intensità attoriale di Dean ma anche di un tipo di melodramma atipico che parla di scontro generazionale. Elia Kazan sembra quasi volersi scusare con un mondo che sa di aver “tradito”. Leggi tutto
Da qui all’eternità
A solo un anno di distanza da Mezzogiorno di fuoco Fred Zinnemann torna a riflettere sull'inanità della violenza e delle istituzioni tramutando in immagini il romanzo Da qui all'eternità, in cui James Jones descriveva alcune delle esperienze vissute in prima persona durante la Seconda guerra mondiale. Leggi tutto
Dietro lo specchio
Melodramma famigliare, thriller, horror: Dietro lo specchio è uno dei film meno incasellabili di Nicholas Ray. Un film al tempo stesso politico e simbolico, in cui il regista aggiorna le modalità del cinema espressionista sfruttando le ombre, i colori e l'uso del CinemaScope. Leggi tutto
Come le foglie al vento
Tra gli apici dei melodrammi del periodo d'oro alla Universal di Douglas Sirk, Come le foglie al vento racchiude tutti quegli elementi suggeriti di distruzione gentile della società americana, rappresentata come una monade capitalistica, patriarcale e classista. Leggi tutto
Come ho vinto la guerra
Punto d’arrivo della prima fase della carriera di Richard Lester e suo film più ambizioso fino a quel momento, Come ho vinto la guerra è una feroce, allucinata satira anti-militarista, accolta all’epoca in modo controverso ma assolutamente da riscoprire oggi. Leggi tutto