Romeo e Giulietta al villaggio

Romeo e Giulietta al villaggio

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Il più famoso dramma d’amore shakespeariano rivive nella campagna svizzera di fine Ottocento in un caposaldo del cinema elvetico quale Romeo e Giulietta al villaggio del 1941, regia attribuita a Valerien Schmidely e Hans Trommer. Fresco di restauro, che l’ha riportato alla concezione originale, è stato presentato alla 14ª edizione del Cinema Svizzero a Venezia.

Gli amanti della Svizzera

A pochi passi da Seldwyla, nella campagna zurighese, due bambini, Sali Mantz e Vreneli Marti, formano un’inseparabile coppia di compagni di giochi. I loro genitori, agricoltori, entrano in disaccordo per la contesa di un campo di confine. Sali e Vreneli si rivedono dopo molti anni e si innamorano. Nonostante tutto, la giovane coppia cercherà di vivere il proprio amore proibito. [sinossi]

La terra nelle economie latifondiste rappresenta il capitale supremo, il suo anelito è la brama di potere e ricchezza. La superficie dei possedimenti di un proprietario terriero è il suo status symbol, il suo livello di potere. Così ci è stato raccontato in tanta letteratura e tanto cinema. Proprio sul conflitto tra due famiglie di agricoltori, i Mantz e i Marti, relativo alla contesa di un campo coltivato tra i loro possedimenti, è al centro di Romeo e Giulietta al villaggio (Romeo und Julia auf dem Dorfe è il titolo originale), un grande classico del cinema svizzero del 1941, opera di Valerien Schmidely e Hans Trommer, film che ha attraversato parecchie vicissitudini e che è stato ora recuperato nella sua concezione originale grazie al paziente e lungo lavoro di restauro della Cinémathèque suisse. Il film è stato proiettato durante la 14ª edizione del Cinema Svizzero a Venezia, dopo la presentazione all’ultimo Cinema Ritrovato. Tratto dal romanzo omonimo di Gottfried Keller (1819-1890), seconda novella del ciclo Die Leute von Seldwyla (Gente di Seldwyla), pubblicato nel 1856, il film è, come palesemente dichiarato nel titolo, la trasposizione della celebre tragedia d’amore shakespeariana nelle ridenti campagne svizzere, dove a rappresentare i Montecchi e i Capuleti sono altrettante famiglie dell’aristocrazia fondiaria. La storia di Sali e Vreni comincia nella loro infanzia, mentre erano ingenui compagni di giochi in campagna, prima che la frattura tra le loro famiglie ne determinasse la separazione. L’immagine della loro bambola, prima rotta, poi seppellita e infine bruciata, rappresenta l’innocenza perduta. Era stata come sepolta, in un gioco da bambini, ma poi riesumata da sotto un sasso nell’operazione di togliere tutti i sassi per far posto alla terra da coltivare. La terra, simbolo, come si è detto, di potere e ricchezza, rappresenta un’immagine ossessiva, nella prima parte del film: dissodata con gli aratri trainati da cavalli, le coltivazioni, le distese di grano. I registi contrappuntano queste immagini con quelle dell’acqua. L’acqua del torrente che scorre, con cui inizia e finisce il film, o della fontana. L’acqua spesso fotografata con effetto riflettente o flou. L’elemento opposto alla terra che accompagna i momenti romantici. Anche una fonte di sostentamento per i poveri, per chi ha perso la terra e non si può permettere le salsicce. Basta essere abili e veloci con le mani per catturare le carpe del ruscello.

Romeo e Giulietta al villaggio è un film pervaso di una poesia bucolica, con immagini liriche della natura con i suoi cicli, il susseguirsi delle stagioni, il fiorire della vita in tutte le sue forme. Esemplare lo stacco degli alberi in fiore con gli stessi alberi ricoperti di mele. Oppure il salvataggio di una semplice vespa. C’è un uso espressivo degli oggetti come le scarpe, quelle eleganti che bisogna indossare per andare a festeggiare in città e quelle rotte che portano i poveri nella loro festa. E poi i sassi, usati per seppellire la bambola, poi rimossi per la coltivazione e infine utilizzati per colpire il padre della ragazza; e le salsicce, che mancano al ristorante mentre alla fine una salsiccia è oggetto di una gag, viene azzannata da un commensale all’insaputa dell’uomo che la tiene in mano, mentre si distrae. C’è poi la figura inquietante del vagabondo, il violinista nero, demoniaco che rimane uguale, non invecchia nonostante il film copra un arco temporale di decenni. Romeo e Giulietta al villaggio si gioca sul conflitto continuo di principi contrapposti. Contrapposti come già le due famiglie dei protagonisti, definiti quali montagna e valle da una compaesana in visita, alla quale Vreni risponde che in fondo è cambiato il vento. Mentre Sali più volte dice all’amata: «Questo pezzo di terra e come te». Ineluttabile il finale, già scritto nel titolo shakespeariano, ma che Valerien Schmidely e Hans Trommer risolvono con l’ennesima, e ultima, attraversata del mezzo acquatico, nella barca sul fiume che diventa un Acheronte. E il film si chiude con la superficie del corso d’acqua scintillante, in cui cadono le foglie morte. Romeo e Giulietta al villaggio è il risultato dell’incontro di due registi, con formazioni diverse. Valerien Schmidely si porta il suo bagaglio sovietico di assistente operatore di Kozincev, Trauberg e Dovženko. Evidente l’influenza de La terra di quest’ultimo, così come di Aurora nella parte della festa di paese, in quella che è una nuova canzone di due umani. Il lavoro di restauro della Cinémathèque suisse si è prefisso lo scopo di ricostruire una copia il più possibile aderente a quella originale di 106′ del 1941, visto che, dopo l’uscita, il film andò infatti incontro a pesanti tagli. Un lavoro molto lungo e complesso, di cui va anche apprezzato il fatto di avere stampato una copia in 35mm, dopo un restauro digitale, per garantirne la conservazione. Un’operazione che rende disponibile un’opera cardine della cinematografia svizzera, molto amata da Freddy Buache, lo storico direttore della Cinémathèque suisse, che aveva definito Romeo e Giulietta al villaggio come «il più bello, il più autentico di tutti i film svizzeri, del quale in passato non si è compresa la portata e che resta un faro oggi e per il futuro».

Info
Romeo e Giulietta al villaggio, il trailer.

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