Afro Tanaka

Afro Tanaka

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Impreziosito da alcune sequenze dalla comicità trascinante, Afro Tanaka ci consegna l’ennesimo giovane regista giapponese da seguire: stralunato, romantico e ottimista, il lungometraggio di Daigo Matsui non si limita a strappare risate, ma tratteggia con grazia una piccola storia d’amore e una grande storia di amicizia.

Elogio dell’immaturità (sociale)

Con una naturale capigliatura afro, Tanaka è uno sfigato che non ha mai avuto una ragazza. Invitato al matrimonio di un ex compagno di scuola è ansioso di sbarazzarsi della sua verginità. Dopo una dura ricerca inizia a corteggiare la bella vicina di casa… [sinossi]

L’esordio di Daigo Matsui, giovane regista e sceneggiatore nipponico [1], è una spassosa trasposizione dell’omonimo manga scritto e disegnato da Masaharu Noritsuke. Uscito nelle sale giapponesi nel febbraio 2012 e presentato durante la quattordicesima edizione del Far East Film Festival di Udine, Afro Tanaka riesce a intrecciare numerose ed efficaci gag demenziali a uno sguardo non superficiale sul passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta e sul valore della diversità, della non omologazione. Un gioioso elogio dell’immaturità (sociale).

Sfuggendo fortunatamente al banale affastellamento di sequenze comiche, Matsui non si limita a sfruttare la caratterizzazione caricaturale dei personaggi ma tratteggia con sensibilità la figura del buffo protagonista: sotto l’impressionante capigliatura afro, che trasforma il talentuoso Matsuda Shota (Tanaka) in una sorta di manga deformed in carne e ossa, si cela un personaggio ben più complesso delle semplice apparenze. Tanaka non è un nerd o un looser, e nemmeno un eterno ragazzino, ma è un individuo che non riesce e non può stare al passo (sociale, economico, psicologico…) dei tempi dettati dalle convenzioni: evidentemente pigro e immaturo, ma allo stesso tempo sensibile e generoso, imprevedibile e sincero, Tanaka non segue il flusso, il gregge, la moda. E molte delle sue difficoltà – con le ragazze, il lavoro, la vita – sono quelle che tutti conosciamo.

Per la buona riuscita del personaggio e del film risulta fondamentale la performance del giovane Matsuda Shota, già apprezzato al Far East nel violento Hard Romanticker di Gu Suyeon. Un’interpretazione volutamente sopra le righe, con una mimica facciale marcata e smaccatamente teatrale, costantemente accompagnata dalla voce narrante dello stesso attore. Shota ha senza dubbio il physique du rôle: belloccio, fisicamente esile, viene sovrastato, schiacciato, protetto e a volte quasi inglobato dalla smisurata capigliatura afro – una sorta di coperta di Linus. I capelli anni Settanta di Tanaka non sono solo un segno distintivo o una dichiarazione di diversità, ma sembrano quasi diventare un personaggio, un alter ego del protagonista.

Impreziosito da alcune sequenze dalla comicità trascinante (i quattro amici che si nascondo nell’appartamento di Tanaka, l’ultimo appuntamento di Tanaka e Aya, il discorso al matrimonio), Afro Tanaka è una lieta sorpresa e ci consegna l’ennesimo giovane regista giapponese da seguire: stralunato, romantico e ottimista, il lungometraggio di Daigo Matsui non si limita a strappare parecchie risate, ma tratteggia con grazia una piccola storia d’amore e una grande storia di amicizia.

Note
1. Daigo Matsui, classe 1985, è drammaturgo, regista e attore. Nel 2009 diventa sceneggiatore per il canale televisivo pubblico NHK. Dirige e scrive alcune produzioni televisive e i cortometraggi Hokago no Tomodachi (2009) e Chodo li Shiawase (2010).
Info
Il trailer di Afro Tanaka.
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