Summer '82: When Zappa Came to Sicily (2013)

Salvo Cuccia rievoca con Summer ’82: When Zappa Came to Sicily il mito artistico di Frank Zappa, raccontando l’episodio dimenticato di un surreale concerto tenuto dal musicista italo-americano a Palermo. Fuori concorso al Lido.

14 luglio 1982. Un giovane siciliano di leva al nord si mette in viaggio insieme al padre verso Palermo per assistere al concerto di Frank Zappa. Quel ragazzo era Salvo Cuccia che, trent’anni dopo, da documentarista, decide di rievocare l’episodio intrecciandolo alla storia surreale di quel concerto, funestato dall’intervento della polizia, e coinvolgendo i familiari di Zappa, dalla moglie Gail ai suoi tre figli… [sinossi]

L’importanza e l’influenza di Frank Zappa nel panorama musicale mondiale del secondo Novecento sono innegabili e chiunque abbia amato e ami questa straordinaria ed eclettica figura non può che apprezzare qualsiasi tentativo venga fatto per tenerne viva la memoria. Ecco perché prima di tutto Summer ’82: When Zappa Came to Sicily, diretto da Salvo Cuccia, vale come preziosa opera testimoniale, utile anche a introdurre i profani nel mondo artistico del musicista italo-americano scomparso troppo giovane nel già lontano 1993. In particolare, è il legame di Zappa con la Sicilia che si racconta nel documentario: da un lato la rievocazione del surreale concerto che questi tenne a Palermo in un infuocato 14 luglio del 1982, dall’altro la peregrinazione a Partinico, città natale di suo padre. In più, Cuccia non manca di legare la tematica direttamente zappiana a elementi di autobiografismo – il viaggio per provare a seguire il concerto, il ricordo del padre scomparso – tentando una miscela da film-saggio che, purtroppo, non riesce: troppo tradizionale la meccanica delle interviste ai parenti di Zappa, troppo didattico l’inserto dedicato a Partinico (tra commozione e rievocazione musicale), molto arbitrarie alcune scelte stilistiche (in particolare, appare futile, se non dannoso, il finto super8 che Cuccia usa a tratti), non ben amalgamato il doppio livello narrativo (famiglia Cuccia/famiglia Zappa).
Ciò non toglie, ovviamente, che ci si commuova comunque nel rivedere Zappa all’opera in materiali di repertorio, in buona parte mostrati per la prima volta. Ma il vero nucleo d’interesse di Summer ’82: When Zappa Came to Sicily è il racconto del concerto palermitano del 1982, episodio poco conosciuto e decisamente surreale, di cui per l’appunto sono rimaste delle preziosissime riprese. Tanto curioso appare quell’evento, che probabilmente sarebbe stato preferibile se Cuccia vi avesse dedicato l’intero documentario invece di affastellare il suo film di temi non approfonditi a dovere.

Sistemati al centro del campo dello stadio La Favorita di Palermo, Zappa e i suoi musicisti si trovarono quel giorno a suonare con il pubblico relegato sugli spalti e impossibilitato ad avvicinarsi al palco. Così, quando qualcuno provò a violare il divieto, la polizia intervenne caricando e lanciando lacrimogeni, scatenando una guerriglia urbana che rovinò la serata. Un episodio del genere avrebbe potuto aprire alle riflessioni più diverse, da un ragionamento sul clima politico e sociale nell’Italia dell’epoca a un discorso sul diverso grado di reazioni che Zappa ebbe durante quel concerto a – quasi – una rapsodia materica sul Super8 che testimonia l’evento e che ha subito un fascinoso e ipnotico processo di degradazione. Tutti elementi che Cuccia si limita ad accennare, senza riuscire a farne un corpo unico.
Rimarrà in ogni caso nella memoria l’immagine di Frank Zappa sul palco della Favorita che suona la chitarra, spiazzato e preoccupato: davanti e intorno a lui il nero assoluto da cui provengono grida e spari di lacrimogeni. Una possibile e fascinosa immagine-simbolo della solitudine dell’artista in rapporto al mondo circostante.