Eternal Summer

Eternal Summer

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Impreziosito da tre protagonisti degni di attenzione, Eternal Summer ruota attorno ai temi fondamentali dell’adolescenza: l’amore, l’amicizia, la scoperta di sé, la crescita e il traumatico abbandono di un periodo della propria vita che, con le sue peculiari emozioni, non tornerà. L’amore, che sia etero o omosessuale, sofferto o ricambiato, fugace o eterno, permea il lungometraggio: un amore, espresso anche nella sua dimensione erotica e ormonale, che è reso con apprezzabile realismo da Leste Chen.

Come si comincia?

Jonathan si trova in una situazione romantica invidiabile – o forse no. Da una parte, è corteggiato da Carrie, una ragazza carina proveniente da Hong Kong. I due trascorrono una giornata idilliaca andando a spasso nella grande città, dopodiché vanno in un hotel dell’amore per andare fino in fondo. Niente da fare però: Jonathan cambia idea. Viene fuori che è innamorato di qualcun altro, vale a dire il suo migliore amico Shane, un bel briccone in cerca di guai, bravissimo nel basket, che sembra non avere ancora scelto la sua strada dopo le superiori… [sinossi – catalogo FEFF]

Leste Chen non gode di grandissima fama: lo si accusa di essere un regista eccessivamente patinato, interessato esclusivamente a sfoggiare gusto estetico e capacità tecnico-artistiche. Il tutto a discapito della struttura narrativa. Con generale sgomento era stato accolto il suo mediometragggio Uninhibited (2004), presentato alla Settimana della Critica della 61a Mostra del Cinema di Venezia: sorte leggermente più benevola per il successivo lungometraggio d’esordio, The Heirloom (2005), visto al Far East 2006 durante l’Horror Day.
Viste le premesse, aleggiava nell’aria un certo timore per l’ultima fatica del giovane regista taiwanese, il sentimentale Eternal Summer (2006), in anteprima italiana al Far East 2007. Il pericolo, in realtà, è scampato e il film taiwanese è una discreta sorpresa. Sorprende il maggior autocontrollo estetico dell’emergente cineasta, capace di limare e limitare slanci e vezzi artistici e di dedicarsi con maggiore attenzione al contenuto e alla struttura narrativa. Emblematico, in questo senso, che siano più i volti dei giovani e bravi attori a riempire gli occhi degli spettatori e non le spesso gratuite e superflue soluzioni visive che spopolavano nel precedente The Heirloom.

Impreziosito da tre protagonisti degni di attenzione, Eternal Summer ruota attorno ai temi fondamentali dell’adolescenza: l’amore, l’amicizia, la scoperta di sé, la crescita e il traumatico abbandono di un periodo della propria vita che, con le sue peculiari emozioni, non tornerà. L’amore, che sia etero o omosessuale, sofferto o ricambiato, fugace o eterno, permea il lungometraggio: un amore espresso anche nella sua dimensione erotica e ormonale, che è reso con apprezzabile realismo da Leste Chen. Eternal Summer si muove su due piani temporali, chiarendo con corposi flashback la genesi e le dinamiche del rapporto tra Jonathan (Bryant Chang) e Shane (Hsiao-chuan Chang), amici e poi amanti e poi chissà. L’inserimento nel duo della graziosa Carrie (Kate Yeung, la più esperta del terzetto) avrà ovviamente delle conseguenze: il triangolo amoroso, ma non distruttivo come tradizione vorrebbe, porterà inevitabilmente allo scoperto le pulsioni inespresse. Chen filma la crescita, il distacco dalle paure e indecisioni adolescenziali, ma anche la perdita di un’età vissuta con maggiore intensità e vitale illusione.

Delle due parti (infanzia e adolescenza), comunque intrecciate, abbiamo preferito la seconda: interessante, ad esempio, il lento sviluppo del personaggio di Jonathan, catalizzatore del desiderio di Shane e Carrie, che col passare dei minuti riesce a scrollarsi di dosso la pericolosa maschera del campioncino in erba. Funzionano assai bene, in questo senso, le piacevoli parentesi cestistiche: che sia su un playground scolastico o durante una partita ufficiale, l’atletico Jonathan riesce a dimostrare oltre al talento sportivo il suo stretto legame coi due amici-amanti, quasi una sorta di dipendenza. Non è un caso che il rapporto con Carrie abbia inizio proprio sul campo da basket (o, per meglio dire, tra il campo e fuori): un gioco di sguardi, una ricerca frustrata di rassicuranti certezze, che trascina definitivamente la ragazza nel delicato rapporto a tre.

Come detto, Leste Chen contiene i suoi vezzi artistici, limitandosi a qualche inquadratura sghemba: se è innegabile che la confezione sia di buon livello, conforta la maggiore compattezza narrativa, soprattutto in prospettiva futura. Nonostante le buone impressioni, rimangono dei dubbi sullo spessore autoriale del cineasta taiwanese: tralasciando una perdonabile caduta di ritmo nella parte centrale e una colonna sonora eccessivamente presente e invadente (come se il regista avesse timore dei silenzi e non si fidasse a lasciare totalmente la parola alle immagini), Eternal Summer può essere considerato un risultato sostanzialmente positivo, non superficiale ma nemmeno particolarmente illuminante. Chen pare ancora assai distante dalla maturità poetica di altri noti registi taiwanesi e la sua ultima opera, comunque incoraggiante, rischia di smarrirsi nel calderone delle pellicole che affrontano determinate tematiche: ad esempio, il confronto tra Eternal Summer e Incrocio d’amore di Chin-yen Yee mette a nudo tutti i limiti di Leste Chen.

Info
Il trailer originale di Eternal Summer.
Eternal Summer sul sito del Far East.
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