Bodyguards and Assassins
di Teddy Chen
Teddy Chen con Bodyguards and Assassins pone la firma in calce a uno degli action più spettacolari apparsi sul mercato orientale (e mondiale) nel corso degli ultimi anni. Al Far East Film Festival di Udine.
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Nell’Hong Kong di inizi Novecento si intrecciano le vicende delle guardie del corpo di Sun Yat-sen, padre della Repubblica cinese. Nessuno può fidarsi di chi gli sta affianco e deve essere pronto a lottare con tutte le sue forze per salvare la vita del politico cinese. [sinossi]
Non c’è dubbio che tra i film più spettacolari apparsi sul mercato orientale nella passata stagione ci sia il campione d’incassi Bodyguards and Assassins, monumentale co-produzione cino-hongkonghese firmata dal veterano Teddy Chen. Si tratta di una pellicola dal respiro internazionale, concepita con la chiara intenzione di oltrepassare i confini del Paese d’origine come nel caso de La tigre e il dragone, che in tal senso è stata per generi come il wuxia pian e il dramma epico d’azione un’autentica apripista sul versante dello sdoganamento, al quale poi si sono accodate in massa opere ad ampio respiro e dai budget esorbitanti come quelle che vanno a comporre la trilogia di Zhang Yimou iniziata con Hero e terminata con La città proibita. Gli ingredienti sono gli stessi, del resto squadra che vince non si cambia. Il film del regista cinese, che torna dietro la macchina da presa a distanza di quattro anni dal pregevole Wait Til You’re Older, non fa sconti, puntando decisamente in alto. Cast imbottito di nomi di richiamo (Donnie Yen, Tony Leung Ka-Fai, Eric Tsang e Simon Yam, solo per citarne qualcuno), grande movimento di masse di comparse, set imponenti e curati nei minimi dettagli, caratterizzano, infatti, il film di Chen.
Il risultato è di discreta fattura, tanto dal punto di vista della messa in scena quanto da quello della narrazione, anche se a proposito del racconto non ci si trova al cospetto di un plot tra i più convincenti e solidi degli ultimi decenni. Tratto da fatti realmente accaduti nel lontano 1906, quando le strade di Hong Kong si erano tinte di rosso trasformandosi in un teatro di guerra per permettere che, in nome della Rivoluzione, l’Imperialismo lasciasse il posto alla libertà e alla Democrazia, Bodyguards and Assassins ha comunque il merito di riuscire a tenere incollati alla poltrona gli spettatori di turno, nonostante qualche passaggio a vuoto di troppo. Questo grazie soprattutto a un mix calibrato di azione e tensione, supportato da una commistione ben congeniata di registri e generi che spaziano, scivolando fra storia e leggenda, dal thriller politico al martial arts action. Staticità e dinamicità si ritagliano quindi momenti precisi e riconoscibili in una pellicola che nella sua interezza appare scissa in due parti ben distinte: una prima, nella quale la descrizione dei fatti e dei luoghi, lo sviluppo drammaturgico degli eventi e la presentazione dei personaggi, si appoggiano completamente sui dialoghi e sulla narrazione; una seconda, nella quale le parole lasciano campo libero all’azione e alle spettacolari coreografie.
Proprio l’estrema efficacia della componente coreografica, che ha nello stile chirurgico ed esplosivo di Teddy Chen e nel montaggio adrenalinico le colonne portanti, permette al film di coinvolgere la platea fino al suo epilogo. Il menù propone scene sempre diverse per tecnica e caratteristiche, ma tutte accomunate da un notevole impatto visivo, dalla straordinaria gestione e interazione con lo spazio scenico e soprattutto dalla costruzione formidabile del ritmo: l’immancabile wire work da un lato regala momenti di pulizia e poesia impeccabili per linearità ed eleganza del gesto, come nel caso dell’attacco ninja con pioggia di frecce o nel combattimento tra il mendicante armato di ventaglio tagliente e un folto gruppo di attentatori, dall’altro la “sporcizia” della macchina a mano per catturare la brutalità e la durezza del contatto fisico, che il regista spezza abilmente con pirotecniche fughe in stile parkour, come accade esempio nella lunga sequenza che vede coinvolti il capo degli assassini e una delle guardie del corpo di Sun Yat-sen, a nostro avviso la più riuscita del film.
- Genere: action, storico, thriller
- Titolo originale: Shi yue wei cheng
- Paese/Anno: Cina, Hong Kong | 2009
- Regia: Teddy Chen
- Sceneggiatura: James Yuen
- Fotografia: Arthur Wong, Lau Yiu-fai, Liu Ai-dong, Peter Ngor, Yeung Jan-yiu
- Montaggio: Derek Hui, Wong Hoi
- Interpreti: Che Jianhui, Cung Le, Donnie Yen, Eric Tsang, Fan Bingbing, Fang Ge, Hu Jun, Jacky Cheung, Leon Lai, Li Yuchun, Liu Guangning, Mengke Bateer, Nicholas Tse, Philip Ng, Simon Yam, To Yu-Hang, Tony Leung Ka-fai, Wang Bo-chieh, Wang Xueqi, Xing Yu, Zhou Yun
- Colonna sonora: Chan Kwong-wing, Peter Kam
- Produzione: China film Group, China Popular, Shanghai Media & Entertainment Group
- Durata: 139'