Il cinema di Peter Greenaway
Alphaville Cineclub presenta, dal 23 al 27 marzo 2011 nella sua sede di Via del Pigneto 283, Sarcastico e perverso, il cinema di Peter Greenaway, selezione monografica dedicata al grande regista gallese anche artista pittorico che da sempre propone una visione filmica del tutto originale e significativa tra gli autori di cinema contemporanei.
Il cinema è troppo importante
per lasciarlo fare ai narratori di storie.
Peter Greenaway
La pittura è sempre stata il primo amore del regista; amante di Tiepolo, Veronese e Bronzino e in generale di tutto il barocco e il manierismo che considera molto affini alla nostra epoca, Peter Greenaway ritiene il presente un periodo vuoto di ideali propri, ma in grado però di rielaborare, con gusto questo sì eccessivo e barocco, le conquiste raggiunte nei secoli precedenti. Il cinema di Peter Greenaway è un’arte figurativa a tutti gli effetti, motivo questo che lo conduce, nella ricerca delle proprie tradizioni culturali, alla pittura e in generale a tutta la storia dell’iconografia. Suo obiettivo non è quello di impressionare o emozionare lo spettatore con l’intreccio narrativo o con la spettacolarità dei suoi film, quanto quello di privilegiarne l’impatto visivo provando a immergere colui che guarda dentro il suo universo simbolico di forme, invadendolo con una serie infinita di dettagli e indizi disseminati lungo tutte le sue inquadrature, di modo che da ogni particolare sia possibile derivare comunque nuove aperture e suggestioni personali. Greenaway insiste da sempre sul concetto di sperimentazione in campo cinematografico e sul tentativo di superare quelli che sono i principali limiti del cinema tradizionale, e cioè la trama narrativa, gli attori, la cornice e la macchina da presa. Il ricorso alla tecnologia digitale, anche derivata da altri media, è vista dal regista come una grande opportunità per approdare a un genere di opera cinematografica non vincolata a un solo punto di vista, ma fruibile in maniera multidimensionale. La costruzione delle sue immagini diventa dunque lo studio di un campo delimitato, chiuso, analizzato nei particolari e messo in scena solo quando trova la sua dimensione espressiva già in maniera statica.
Programma
Il cinema di Peter Greenaway
a cura di P.Salvatori
Le proiezioni saranno precedute da sequenze tratte da Le valigie di Tulse Luper.
Mercoledì 23 marzo 2011
ore 21.00
I misteri del giardino di Compton House
GB, 1982, 103 minuti
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Giovedì 24 marzo 2011
ore 21.00
Il ventre dell’architetto
GB/It, 1987, 118 minuti
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Venerdì 25 marzo 2011
ore 21.00
Giochi nell’acqua
GB, 1988, 118 minuti
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Sabato 26 marzo 2011
ore 21.00
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante
GB/Fr, 1989, 124 minuti
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Domenica 27 marzo 2011
ore 21.00
Otto donne e mezzo
Ol/GB/Luss/Germ, 1999, 121 minuti