Fire with Fire

Fire with Fire

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L’ex stuntman David Barrett esordisce alla regia con la storia di un pompiere che si trasforma in giustiziere. Fire with Fire è però un action pieno di stereotipi e che spreca anche un ottimo cast.

Fuoco, fuocherello, acqua

Il vigile del fuoco Jeremy Coleman e i suoi due migliori amici e colleghi Craig e Adam hanno appena finito il turno a Long Beach e decidono di bere qualcosa insieme. Jeremy si ferma in un piccolo spaccio poco lontano per comprare qualcosa da mangiare ma, mentre è nel locale, il capo di una gang della zona, Neil Hagan, entra con uno dei suoi uomini, Boyd, e uccide il proprietario del locale. Jeremy riesce a scappare e va immediatamente alla polizia. Hagan viene arrestato e accusato di omicidio. Durante il riconoscimento, Hagan dimostra di conoscere a memoria tutti i dati personali di Jeremy. Considerandola una minaccia personale, Jeremy accetta di essere inserito in un programma di protezione testimoni. La sua identità viene cancellata e Jeremy viene trasferito a New Orleans… [sinossi]

Fire with Fire è l’esordio alla regia cinematografica di David Barrett, già consumato stuntman avviatosi alla regia partendo da episodi di varie serie tv. Barrett tra gli addetti ai lavori è stato apprezzato soprattutto per aver curato la regia della sequenza dell’incidente automobilistico in Final Destination 2, senza dubbio una scena di grande impatto per lo spettatore che fa presagire un certo talento nella rappresentazione dell’action. Fire with Fire è però un poliziesco d’azione che non sembra girato con la stessa ispirazione.
L’idea di fondo del film non è malvagia: la storia infatti si concentra sul classico americano medio,  interpretato da Josh Duhamel (uno dei protagonisti della saga Transformers) che, minacciato e perseguitato da un potente criminale decide di passare alle “vie illegali”, diventando cioè un vero e proprio giustiziere. Uno stereotipo abusato, ma neanche troppo, che talvolta ha prodotto dei buoni risultati, a partire dal capolavoro Intrigo internazionale, passando per il celebre personaggio interpretato da Charles Bronson e non trascurando Il boss, capolavoro del nostro Fernando Di Leo, solo per citare qualche esempio mirabile. Tutto sta chiaramente a creare il giusto appeal nel protagonista, cosa che però non riesce in Fire with Fire.

Il film punta molto sul sentimento: Duhamel è infatti un pompiere, una figura su cui Hollywood ha sempre particolarmente spinto a livello retorico, soprattutto come veicolo di patriottismo a buon mercato in film quali il mediocre Fuoco assassino o nel più recente Squadra 49. Anche Barrett cavalca in filigrana questo afflato patriottico, poiché il lavoro rappresenta per Duhamel quella cosa che lo fa sentire importante per il prossimo, quasi una missione religiosa, come confessa alla sua amante, la sensuale poliziotta Rosario Dawson. Verrebbe da dire che la cosa che non rende tanto comune il mite protagonista non è la sua improvvisa conversione a uomo coraggioso nonché spietato, quanto la fortuna di essere protetto e coccolato proprio dalla Dawson, dura dal cuore fin troppo tenero per essere verosimile.

Altro stereotipo che poteva essere cavalcato meglio è senz’altro il personaggio di Bruce Willis, qui relegato nuovamente a poliziotto buono che porta con sé dolore e rancore per non essere mai riuscito a prendere con le mani nel sacco il supercattivo, il capo di una confraternita per la supremazia ariana interpretato da Vincent D’Onofrio.
Difficile da credere che il protagonista di Die Hard si ritrovi quasi tutto il film su una scrivania, senza mai puntare la pistola verso qualcuno, pronto soltanto per dire la consueta frase di fronte a un giustiziere che ha appena eliminato un pericoloso malvivente (“le do un minuto per fuggire e far perdere le proprie tracce”), eppure accade proprio questo.
Pur avendo decisamente sprecato un pezzo da novanta nel proprio cast, Fire with Fire si salva comunque parzialmente dando invece il giusto carisma al cattivo Vincent D’Onofrio, qui più grasso e imponente del solito, probabilmente l’elemento più confortante del film.
Anche le sequenze di azione, che dovrebbero essere il piatto forte di Barrett, non sono così coinvolgenti, alcuni personaggi che potevano essere degni di nota escono di scena piuttosto frettolosamente e non si crea alcun pathos negli scontri tra buoni e cattivi. A conti fatti, il risultato del “fuoco sul fuoco” – che dovrebbe essere un’addizione esplosiva – produce poco fumo e poco arrosto.

Info
Il trailer di Fire with Fire su Youtube.
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