Il superstite
di Paul Wright
Manierato e prevedibile l’esordio alla regia dello scozzese Paul Wright: Il superstite, già presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2013.
Mio fratello è figlio unico
Aaron, giovane disadattato che vive in una remota comunità costiera scozzese, è l’unico sopravvissuto a un misterioso incidente di pesca costato la vita a cinque uomini, tra cui suo fratello. Emarginato dalla comunità che lo crede colpevole di quanto accaduto, Aaron non vuole credere alla scomparsa del fratello e decide di uscire in mare aperto per ritrovarlo. [sinossi]
Non sempre il giovane cinema europeo d’autore riesce a riservare le sorprese che dovrebbe. Sono parecchi d’altronde i prodotti definibili in senso deteriore da “festival”, in quanto standardizzati su qualche cliché di troppo come un protagonista estraniato e silente, una messinscena scarna e di stampo realistico (magari un po’ dardenniana), una narrazione episodica e reticente. Appartiene a questo diffuso sottogenere anche Il superstite di Paul Wright, già presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2013 e ambientato in una comunità di pescatori scozzesi battuta dal vento, lambita da un mare grigio e tempestoso e abitata da indigeni rudi e di poche parole.
Protagonista è Aaron (George MacKay) post adolescente asociale e tormentato, nonché unico superstite di una battuta di pesca dove ha perso la vita anche suo fratello maggiore. Il ragazzo non ricorda nulla dell’incidente marittimo e i suoi concittadini lo guardano ora con notevole astio, ritenendolo in qualche modo responsabile dell’accaduto.
Aaron non si dà pace, si perde tra i ricordi di un’infanzia trascorsa quasi in simbiosi col congiunto defunto, vaga in stato catatonico incassando le ingiurie dei compaesani e cerca conforto in un rapporto ambiguo e cameratesco con la fidanzata del fratello. Il suo obiettivo sembra essere quello di riprendere il mare alla ricerca dei superstiti, ma in realtà affronterà un lungo percorso di redenzione, personale e sociale, che si snocciolerà come una sorta di calvario, ben indirizzato verso un colpo di scena foriero di terribili rivelazioni.
Tutto incentrato sul protagonista, chiuso nel suo mutismo e refrattario ad esternare i propri sentimenti, Il superstite mette in scena la sua parabola cristologica in maniera assai programmatica, alternando paesaggi impervi e volti scontrosi, rimembranze affidate a home movies di famiglia e il graduale emergere di problematiche post-edipiche irrisolte.
Paul Wright, al suo esordio nel lungometraggio, allunga il brodo di un plot che in realtà di suo non andrebbe oltre la durata media di un corto, ricercando alacremente uno stile personale, ma cadendo nei succitati cliché da cinema indipendente. Le velleità autoriali d’altronde sono tante e tutte ben esibite, sulla superficie di una pellicola che non riesce a coinvolgere nè tanto meno a convincere, e che risulta in fin dei conti strutturata come un patchwork di scene affiancate una all’altra con il mero obiettivo di condurre verso la sorpresona finale.
A poco valgono i reiterati primi piani di Aaron, con i brufoli sempre bene in vista a ribadire il suo sofferente status post-puberale, e risultano poi ancora più futili ed esornativi tutti quegli inserti sgranati e ruffianamente “arty” appartenenti ai filmini di famiglia che il nostro alacremente ricorda, lacerti di un passato in parte reale, in parte forse immaginario. Tutto può in fin dei conti possedere il medesimo status di “inserto”, dal momento che nulla è ancorato al resto in questa struttura paratattica dove non è concesso alcun indizio circa la misteriosa reale identità del nostro protagonista.
E così ecco che in fondo anche il colpo di scena finale è rovinato, proprio perché non preparato né suggerito in alcun modo e dunque in fin dei conti sin troppo a lungo atteso da uno spettatore oltremodo tediato dalle eccessive reticenze del film.
È vero, Il superstite in fondo è un’opera prima e forse solo per questo meriterebbe uno sguardo più benevolo, ma tra i tanti titoli interessanti visionati nei festival, viene persino un po’ di rabbia al pensiero che a trovare distribuzione nel nostro paese sia stato proprio questo.
INFO
Il sito della Nomad Film, distribuzione de Il superstite.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: For Those in Peril
- Paese/Anno: GB | 2013
- Regia: Paul Wright
- Sceneggiatura: Paul Wright
- Fotografia: Benjamin Kracun
- Montaggio: Michael Aaglund
- Interpreti: Brian McCardie, Conor McCarron, Gavin Park, George MacKay, James Cunningham, Jordan Young, Kate Dickie, Lewis Howden, Michael Smiley, Nichola Burley
- Colonna sonora: Erik Enocksson
- Produzione: Warp Films
- Distribuzione: Nomad Film
- Durata: 93'
- Data di uscita: