Festival Cinema Africano, d’Asia e America Latina 2015

Festival Cinema Africano, d’Asia e America Latina 2015

La 25esima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina prende il via con Taxi di Jafar Panahi, Orso d’Oro alla Berlinale 2015. Fino al 10 maggio, sette giorni in cui nutrirsi di film (e non solo) per andare alla scoperta delle più diverse culture cinematografiche.

Tracciando quasi un fil rouge con l’edizione scorsa che si era aperta con Two Men in Town di R. Bouchareb, anche quest’anno il Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina (si svolgerà dal 4 al 10 maggio) attinge dalla Berlinale optando per il vincitore dell’Orso d’Oro di quest’anno come film d’apertura: Taxi di Jafar Panahi.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta lo scorso 28 aprile, le direttrici artistiche del festival, Annamaria Gallone e Alessandra Speciale, hanno espresso il loro rammarico «di fronte al dileguarsi degli sponsor e del contributo delle istituzioni» mettendo così a repentaglio l’esistenza stessa della manifestazione. Allo stesso tempo, però, sia per rispetto verso gli spettatori affezionati e sia per la forza di volontà di tutti – delle stesse direttrici e dello staff di selezione, oltre che dell’associazione che organizza il festival, l’Associazione Centro Orientamento Educativo – si è deciso di continuare questa esperienza, nonostante le enormi difficoltà; merito anche di quei sostenitori che, invece, non li hanno abbandonati, come ad esempio il Comune di Milano.
In odore di Expo, tre anni fa la kermesse si era spostata da marzo a maggio ed è proprio sull’onda dell’esposizione universale apertasi da poco che si rinnova la sezione tematica “Films that Feed” che vede protagonisti film sull’alimentazione in tutte le sue declinazioni (dalle eccellenze della gastronomia alla promozione di nuovi modelli e sistemi agroalimentari).
Spesso le pellicole sono accompagnate da dibattiti e degustazioni, presentate in calendario con la formula simpatica dei menu: dry (con River road di Li Ruijun: la storia di due fratellini yuguri e del loro viaggio iniziatico nel deserto per ricongiungersi ai genitori), China (Soul of a Banquet, il documentario su Cecilia Chiang diretto da Wayne Wang), tossico (Made in China di Kim Dong-hoo, prodotto e scritto da Kim Ki-duk, si occupa del risentimento anticinese dei coreani e della loro diffidenza verso tutte le importazioni di cibo provenienti dalla Cina Popolare) e tanti altri.

La programmazione continua a delinearsi lungo tre direzioni di base: Concorso lungometraggi finestre sul mondo, Concorso cortometraggi africani e Concorso Extr’a. La prima vede la presenza di grandi nomi – come Rashid Masharawi (con Letters from Al Yarmouk, un documentario sul campo profughi palestinese in Siria) e Raoul Peck (Meurtre à Pacot: tutto l’orrore del terremoto di Haiti) – e registi alla loro opera prima come Tala Hadid (che porta il suo essere un’artista visiva in The Narrow Frame of Midnight) e Kaouther Ben Hania (Le Challat de Tunis, in cui si affrontano i conflitti di genere insiti nella società tunisina attraverso una leggenda metropolitana). Alice Arecco, appartenente al Comitato di selezione insieme a Giuseppe Gariazzo, ci racconta come non sia stato semplice decidere per due documentari su 150 arrivati, che si sommano per il concorso ai nove lungometraggi.
In Extr’a, dedicata ai lavori di cineasti italiani, ci sarà l’unica anteprima mondiale: Asmarina di Alan Maglio e Medhin Paolos, un documentario che, a partire da un materiale d’archivio, vuole restituire le sfumature della comunità eritrea/etiope, presente in Italia da più di cinquantanni.
Per festeggiare questi venticinque anni il festival inaugura la sezione speciale “Africa Classics”. Si tratta dei classici africani restaurati dal World Cinema Project di Martin Scorsese in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Al Museo delle Culture appena nato sarà possibile vedere, infatti, sei film che han fatto la storia del cinema tra cui Come Back, Africa di Lionel Rogosin (1960) – il primo film di denuncia del Sudafrica dell’apartheid e prima apparizione sullo schermo di Miriam Makeba – o Borom Sarret di Sembène Ousmane (1963), considerato il primo film dell’Africa Nera.

A tutto ciò si aggiungono le proiezioni speciali “Flash” (inserite dall’anno scorso) con quattro prime nazionali e una europea, fra queste vi segnaliamo L’oeil du cyclone di Sékou Traoré (che porta sul grande schermo la storia di un bambino soldato, ormai diventato adulto, che si è macchiato di crimini orribili) e Still the Water di Naomi Kawase già presentato con successo a Cannes.
Un momento di risata è assicurato da “E tutti ridono…” con Le crocodile du Botswanga di Fabrice Éboué e Lionel Steketee: un film parodia dei dittatori africani, diretto dagli stessi autori di Case Départ, presentato nel 2012 sempre qui al festival.
Al di là delle ristrettezze con cui far i conti, il FCAAL continua dunque nella sua missione di mettere in dialogo le diverse culture e di far scoprire anche a noi – spesso chiusi nel nostro orticello – la dignità e la ricchezza dell’Altro, che troppo spesso viene identificato come un “invasore” o che appare lontano e incomprensibile. È il «bisogno di incontrarsi, di trovare insieme quello spazio in cui riconoscere una comune radice, una possibilità di scrivere un futuro condiviso» che ha sempre guidato l’Associazione Centro Orientamento Educativo, non solo nell’organizzazione di questo festival, ma anche nelle altre sue attività, sia in Italia che all’estero.
In un mondo soggetto a repentini cambiamenti, le direttrici artistiche continuano a domandarsi e domandarci: i festival di cinema hanno ancora ragione di esistere? Resta un dibattito sempre aperto, con una risposta in divenire e la consapevolezza di dover esser sempre pronti a rinnovarsi anche attraverso i nuovi media (un esempio è la campagna “Io c’ero” lanciata sui social per i 25 anni); senz’altro, comunque, non possiamo non apprezzare anche la coerenza nel costruire una kermesse che coltivi i registi negli anni così come gli spettatori, tanto più i giovani (vedi anche il lavoro con le scuole, dai licei alle università, e la collaborazione con la Civica Scuola di Cinema di Milano).

Info
Il sito ufficiale del Festival Cinema Africano, d’Asia e America Latina

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