Intervista a Li Dongmei

Intervista a Li Dongmei

Nata in un villaggio rurale a Chongqing, Li Dongmei è la prima persona di quel centro a frequentare l’università dove studia letteratura angloamericana, per poi insegnare inglese presso una scuola media a Futian. La folgorazione per il cinema le arriva vedendo per caso un film iraniano in una sala vuota. Così nel 2013, a 31 anni, si iscrive a corsi di cinema del Victorian College of the Arts dell’università di Melbourne. Tornata in Cina, dopo alcuni lavori commerciali, gira il suo primo lungometraggio, Mama (Ma ma he qi tian de shi jian) che rievoca il mondo rurale della sua infanzia. Il film viene selezionato alle Giornate degli Autori 2020. Abbiamo dialogato con Li Dongmei in quella occasione.

Il film Mama è incentrato su tempi dilatati che seguono il respiro della vita del villaggio. Usi spesso il “real time”, vale a dire segui personaggi che camminano, corrono, sfilano in corteo nella durata intera dei loro percorsi, delle loro azioni senza tagli. Come mai?

Li Dongmei: Ho cercato di fare in modo che si percepisca il tempo reale. Mi sarebbe piaciuto che questo film fosse un documentario. Si tratta di una storia basata su eventi realmente accaduti ma alcune persone, come il personaggio della madre e quello della nonna, sono ormai morte. Quindi era impossibile per me realizzare un effettivo documentario con la loro presenza. Voglio però presentare questo film al pubblico in modo che questo capisca che non si tratta di una storia inventata, ma di persone reali, in un tempo e in un luogo reali e di eventi reali. Insomma, voglio fare in modo che tutto sembri reale, è questo lo stile. Quando ho girato Mama, anche con il direttore della fotografia, ho cercato di rendere il tutto in stile documentaristico. Per cui non ho fatto molti tagli e ci sono tanti long shot.

E in qualche modo questo permette di rendere il respiro della vita del villaggio, di seguire le azioni delle persone che vi abitano.

Li Dongmei: Tutti gli attori presenti nel film provengono dallo stesso villaggio, hanno vissuto lì per anni, si conoscono da sempre ed è così che vivono ancora. Ovviamente vivono in condizioni migliori di vita ora, poiché la storia di Mama si suppone sia avvenuta 28 anni fa. Ecco perché nel film non ci sono auto, non ci sono tutti quegli elementi moderni che abbiamo ora. Per il resto il loro stile di vita, il modo in cui le persone parlano e si comportano, rimangono uguali.

Il film rende molto anche il senso dei cicli della natura che ancora in quel contesto regolano il tutto. Così anche per il ciclo della nascita e della morte, che avvengono nel film.

Li Dongmei: È così che vivono e come hanno sempre vissuto da tempo. Tuttavia, ora i contadini del villaggio stanno iniziando a perdere le loro terre. Non coltivano più come in passato e sono come persi in questa vita moderna, sono molto confusi. Però nel mio film ho fatto il possibile per rendere nel modo migliore possibile il fatto che vivono ancora in questo stile di vita “primitivo”, anche se oggi un po’ è cambiato.

Puoi dirmi qualcosa di quella località? Quali sono le sue caratteristiche geografiche?

Li Dongmei: È nella zona di Chongqing, non lontano dal famoso luogo delle Tre gole. È un villaggio molto piccolo e primitivo, tuttora molto isolato. Per cui le persone che vivono lì ci mettono circa due ore di viaggio a piedi per arrivare alla città. Ora però hanno anche le motociclette e dei piccoli autobus.

Il film si conclude con una dedica a tua madre. Hai seguito un percorso completamente autobiografico nella narrazione?

Li Dongmei: Sì, Mama è per buona parte basato su eventi reali. Avevo 11 anni quando mia madre è morta. Mi ricordo l’ultima volta che l’ho salutata, è andata così: ho preso mia sorella minore con me per andare a scuola e ho salutato mia madre. Quella è stata l’ultima volta che ho potuto farlo, l’ultima volta che le ho parlato. E la cena è stata rifatta identica nel film. I piatti sono tutti legati ai miei ricordi. Ricordo esattamente cosa abbiamo mangiato durante quel pasto come le verdure, i noodles, il riso, Quei ricordi mi sono rimasti profondamente impressi per tutti questi anni. Non ho mai dimenticato quell’ultima cena e ricordo come mia madre ha cucinato ogni cibo, ogni singolo dettaglio.

Perché scandire il film in giornate? Si ha l’idea che in pochi giorni succeda di tutto.

Li Dongmei: Non ho pensato molto alla struttura prima della stesura della sceneggiatura, ho solo seguito i miei istinti. È come se dall’inizio della scrittura mi fossi resa conto che il film dovesse essere diviso in giorni, perché il primo giorno era quando ho salutato mia madre. Era una domenica e dovevo camminare dal villaggio per andare a scuola, ho portato mia sorella con me e per tutta la settimana siamo state via, finché sabato mattina non ho ricevuto la notizia dai miei zii. Mi avevano detto che mia madre era in ospedale, ma non mi avevano detto la verità e io sapevo che era successo qualcosa di brutto. Mi è risultato tutto naturale, tutte le decisioni da prendere. Tutto ha seguito principalmente gli eventi accaduti.

La società del villaggio sembra rifarsi all’idea del patriarcato confuciano.

Li Dongmei: I miei nonni, i miei genitori e tutte le persone intorno a me sono state influenzate dagli insegnamenti di Confucio. Tuttavia, nel mio film non ho pensato al concetto alla base, non ho pensato a quale tipo di donne volevo rappresentare nella mia storia. Ho principalmente seguito i miei ricordi. Questo è ciò che ricordo di loro, come si comportavano, come parlavano e come interagivano tra di loro.

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