Oblivion Island: Haruka and The Magic Mirror

Oblivion Island: Haruka and The Magic Mirror

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Sbarcato al Future Film Festival, Oblivion Island conferma tutti i limiti della computer grafica nipponica, a partire dalla confezione tecnica e dalla stiracchiata struttura narrativa.

I ricordi, Cotton e la CGI

Haruka è un’adolescente qualsiasi. Il rapporto con suo padre, sempre assente e maniaco del lavoro, non è dei migliori e “casa” è diventato sinonimo di solitudine. Un giorno, in un cortile del tempio, Haruka scorge una strana creatura simile a una volpe che porta un aereo giocattolo e, seguendola, si ritrova sull’isola di Oblivion: qui Haruka ritroverà i ricordi della sua infanzia. Ma gli esseri umani non dovrebbero stare sull’isola di Oblivion e il Barone, che governa quel mondo, tiene d’occhio l’inattesa intrusa… [sinossi – Future Film Festival]

Un altro colpo andato a vuoto. I tentativi nipponici di realizzare pellicole in computer grafica all’altezza dei colossi americani e della propria gloriosa industria dell’animazione tradizionale continuano a mancare il bersaglio. Dopo la delusione per il mediocre Yona Yona Penguin (passato in laguna e riproposto al FFF 2010), progetto affidato al pur bravo Rintaro, avevamo guardato a Oblivion Island: Haruka and The Magic Mirror di Shinsuke Sato, prodotto dalla solitamente affidabile Production I.G, con “grandi speranze”. Errore fatale.
Sbarcato al malconcio Future Film Festival 2010 nella sezione competitiva, Oblivion Island conferma tutti i limiti dei prodotti giapponesi in cg: a una confezione tecnica che lascia numerosi dubbi si aggiunge, con preoccupante costanza, una stiracchiata struttura narrativa. Ad affossare il film di Shinsuke Sato, già regista del non memorabile live action The Princess Blade (2001), concorrono infatti alcuni aspetti tecnici, in primis la poca fluidità ed espressività dei personaggi umani, e una sceneggiatura che alterna (pochi) momenti convincenti (tra tutti, senza dubbio, il drammatico e commovente incontro tra la protagonista e il peluche Cotton) a inutili e immotivate sequenze action, come il gratuito inseguimento sull’isola.

Della computer grafica di Oblivion Island, come di gran parte della cg nipponica, non riusciamo in verità a cogliere la ragion d’essere. Passati gli entusiasmi e i massicci investimenti iniziali (pensiamo al tecnicamente rilevante Final Fantasy: The Spirits Within di Hironobu Sakaguchi e Moto Sakakibara, datato oramai 2001), si assiste allo stanco ripetersi del medesimo schema commerciale-estetico-narrativo, con gli stessi evidenti e attualmente insormontabili limiti. La qualità del character design, dei fondali, la fluidità dell’animazione e via discorrendo è ancora lontana, lontanissima, da un livello concorrenziale. Valga per Oblivion Island un’osservazione pressoché amara: la prima sequenza, risolta con una gradevole e convincente animazione in 2D, stilizzata e con colori pastello, rappresenta l’apice tecnico-artistico della pellicola. Le stesse ambientazioni, nonostante lo sforzo non da poco per realizzare la variopinta e stratificata isola, sono preferibili nella versione a due dimensioni.

Eppure, nemmeno troppo nascoste, emergono delle potenzialità da questo progetto. Il soggetto, seppur non particolarmente nuovo, offre buoni sviluppi drammatici e il peluche Cotton, sostenuto da un buon character design, è un personaggio riuscito (non si può dire lo stesso per la volpe coprotagonista), come alcune suggestive riflessioni sul rapporto che abbiamo con la memoria e i ricordi. E la seconda parte, grazie al ritmo sostenuto e a qualche bella intuizione grafica (ad esempio lo scontro col peluche gigante e la sequenza all’interno dello specchio), è apprezzabile.
Questa sorta di rielaborazione di Alice nel paese delle meraviglie, oltre a un diverso apparato tecnico-artistico (si veda la qualità di Mai Mai Miracle, altra pellicola nipponica presentata in concorso al Future), avrebbe avuto bisogno di uno sguardo più autoriale, più narrativamente maturo, capace di rinunciare a invadenti personaggi secondari, spalle comiche senza una reale utilità.

Info
Oblivion Island sul sito della Production I.G.
Il trailer inglese di Oblivion Island.
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