Legion

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Legion sprofonda ben presto nell’imbarazzante, diventando parodia di se stesso, blasfema trasposizione che usa le pagine della Bibbia come motore portante di un racconto filmico che non ha nè testa nè piedi.

L’Arcangelo Sterminatore

Un’apocalisse biblica colpisce la terra. Un gruppo di estranei rimasti bloccati in una trattoria di una remota area di sosta per camion diventa inaspettatamente l’ultima speranza del genere umano, quando una scoperta incredibile sconvolge gli eventi. [sinossi]

Il 2012 per il calendario Maya è l’anno designato per chiudere la partita con la vita terrena di miliardi e miliardi di esseri umani come ci mostra il buon Roland Emmerich nel suo ultimo disaster movie, ma evidentemente Dio non è più disposto a perdonare la follia umana nemmeno un minuto in più, per questo ha deciso di accelerare drasticamente i tempi scatenando su ciò che ha creato e modellato la sua punizione divina. Ma stavolta non c’è nessuna Arca a portare in salvo uomini e animali e l’unica speranza per la Terra e i suoi abitanti risiede nella benevolenza dell’Arcangelo Michele, notoriamente riconosciuto come il difensore della Fede, che mosso da compassione decide di fronteggiare l’armata celestiale guidata da Gabriele per dare l’ultima possibilità al nostro Pianeta.

I presupposti sui quali si muove la vicenda, sulla carta non sono poi così male nonostante non brillino certo per originalità, peccato che all’esordiente Scott Stewart basti un battito di frame per rovinare il tutto. Tuttavia in prima istanza non ci sentiamo di crocifiggere il regista statunitense, vuoi perchè alla prima prova nel lungometraggio, vuoi perchè francamente con sceneggiature così disastrose come quella di Legion fare dei miracoli non è proprio possibile. Peccato che a firmare lo script a quattro mani con Peter Schink ci sia proprio lui. Allora le cose cambiano drasticamente e al giovane esordiente tocca portare tutto il peso sulle spalle di un completo fallimento. La sentenza di condanna diventa così definitiva e senza possibilità di appello.
A conti fatti è impossibile trovare qualcosa di positivo in un film che fa acqua da tutte le parti, tanto dal punto di vista narrativo quanto da quello più squisitamente tecnico.

Legion sprofonda ben presto nell’imbarazzante, diventando parodia di se stesso, blasfema trasposizione che usa le pagine della Bibbia come motore portante di un racconto filmico che non ha nè testa nè piedi. Lo script presenta delle falle alle quali è difficile porre rimedio, a partire dalla cosa più semplice, ossia i raccordi. La narrazione è un guazzabuglio di situazioni che a mala pena riescono a mantenere una logicità nello loro succesione. Si tratta di un “puzzle” confuso di dialoghi e azione che collidono dal primo all’ultimo fotogramma, dove i tasselli non riescono mai a trovare una collocazione. Legion cambia volto, registro e generi, trasformandosi a random, ma la sostanza e il risultato non cambiano.  Non sceglie una strada ben precisa e preferisce una “natura” ibrida, che non permette allo spettatore di individuare il genere al quale appartiene. Si passa così dall’horror alla fantascienza, dall’action al dramma, dal disaster movie a sfondo biblico alla commedia demenziale, nel giro di pochi secondi. E lo spettatore è lì, vittima sacrificale di un delirio drammaturgico e concorrente di un quiz senza premi sull’indovina la citazione. Si perchè i due sceneggiatori non hanno fatto altro che mettere in fila citazioni su citazioni (dagli zombie-movie alla Romero al Terminator di Cameron, senza dimenticare ovviamente  horror a sfondo religioso più o meno recenti come I segni del male, La mossa del Diavolo o Giorni contati), invece che concentrasi sulla storia, i dialoghi (su questi preferiamo calare un velo pietoso) e soprattutto sui personaggi. A risentirne è proprio il cast, da Paul Bettany a Dennis Quaid, passando per Charles S. Dutton, che offrono al pubblico e ai rispettivi fan le peggiori interpretazioni delle loro carriere.

Sul versante tecnico, Stewart a suo modo prova a mettere delle toppe, ma anche in questo caso il risultato lascia molto a desiderare, fatta eccezione per il corpo a corpo finale tra l’Arcangelo Michele e l’Arcangelo Gabriele. In più di un’occasione tira il freno a mano quando si tratta di accelerare con il ritmo e l’azione, se poi ci si mettono pure gli effetti speciali (salviamo solo la vecchia indemoniata che succhia sangue e si arrampica sulle pareti, il bambino posseduto alla Omen e il gelataio estendibile) a non convincere, allora l’impresa si fa sempre più in salita.

Info
Il trailer di Legion.

 

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