SmoKings

Presentato nella sezione Panorama al Festival dei Popoli, SmoKings racconta la storia incredibile di due fratelli piemontesi che hanno osato sfidare le multinazionali del tabacco aprendo una fabbrica di sigarette a Settimo Torinese.

Sì, fumare…

Dopo aver sottratto milioni di clienti alle multinazionali del tabacco, in particolare alla Philip Morris, vendendo online sigarette a basso costo in tutto il mondo, i fratelli Messina decidono di aprire una fabbrica propria nella periferia di Torino, per conquistare fette di mercato in Italia e combattere a viso scoperto i grandi marchi… [sinossi]

Vien spesso da domandarsi perché il nostro cinema non attinga più dalle storie che accadono nel paese, così come faceva un tempo. Il problema è enorme ed ha a che fare anche con la presunzione di auto-sufficienza che hanno molti nostri autori. Così questo gigantesco potenziale narrativo rimane materia inerte e non organizzata, magari edulcorata per delle platee televisive o frammentata su Youtube. Per fortuna esiste il cinema documentario che di queste storie, spesso incredibili, spesso assurde, spesso grottesche – che inevitabilmente accadono nel mondo reale – sa farne tesoro. Ecco perciò un film come SmoKings di Michele Fornasero, presentato nella sezione Panorama alla 55esima edizione del Festival dei Popoli di Firenze.

SmoKings racconta la clamorosa vicenda di due fratelli piemontesi, Carlo e Giampaolo Messina, che hanno osato sfidare le multinazionali del tabacco, prima vendendo sigarette online libere da tassazione (e guadagnando una caterva di soldi), poi fondando una fabbrica di produzione di sigarette a Settimo Torinese, la Yesmoke. Questi pacchetti di sigarette autarchiche vengono venduti a prezzo ridotto rispetto a quelli di concorrenti più altolocati, come la Marlboro, scatenando dunque la reazione delle aziende statunitensi che monopolizzano da decenni il mercato mondiale.
Novelli Davide che lottano ad armi impari contro Golia, al cui fianco si schierano anche il Monopolio di Stato e l’Agenzia delle Entrate che pretendono continue tassazioni aggiuntive ai danni della Yesmoke, i due fratelli raccontano a Fornasero e allo spettatore il loro percorso eccentrico, la loro spregiudicata propensione verso un capitalismo selvaggio e primigenio, un capitalismo di frontiera in cui ancora tutto è possibile. Fornasero li riprende in azienda o a casa, mentre dialogano con la madre, oppure in strada dove li vediamo correre l’uno affianco all’altro. E pian piano emergono due caratteri complessi e controversi, ambigui e volubili, che si contraddicono a vicenda su delle quisquilie – come due bravi fratelli – ma che condividono la stessa folle ambizione di sconvolgere le regole del mercato.

Oltre alla manifestazione di una realtà a noi completamente sconosciuta, l’aspetto più affascinante di SmoKings allora diventa la posizione da prendere rispetto ai due protagonisti. Appare inevitabile infatti apprezzare il loro atto di ribellione nei confronti di quelle multinazionali che ormai governano i destini del mondo, al di là e al di sopra dei singoli stati; ma allo stesso tempo non può che sollevare dubbi il fatto che lo strumento di questa lotta, il campo di battaglia, sia il tanto deprecato tabacco, ormai descritto internazionalmente come uno dei peggiori mali che affligge l’umanità. E, anzi, è proprio nel fragile equilibrio su cui si regge e si ramifica questa contraddizione che SmoKings acquisisce un suo valore peculiare e indiscutibile.

Quel che invece, a tratti non convince è la messa in scena scelta da Fornasero, troppo articolata e “giovane”, fatta evidentemente per piacere alle grandi platee (e, forse, nella speranza di un acquisto televisivo). Da un lato il regista infatti sceglie di iniziare il film con un montaggio rapidissimo e con frammenti di conversazione che per un po’ impediscono allo spettatore di capire cosa stia succedendo e di cosa si stia parlando, dall’altro non funzionano quegli elaborati inserti animati che servono a ben poco (il meccanismo di vendita online di stecche di sigarette in giro per il mondo era già chiaro dalle parole dei due fratelli, superfluo aggiungere una ricostruzione visiva), così come dà un po’ fastidio l’ammiccamento costante verso il pubblico, fatto magari con i rettangolini che appaiono sullo schermo per indicare il nome di chi è chiamato di volta in volta a intervenire e con cui si imitano le scritte ormai onnipresenti sui pacchetti di sigarette (il tabacco uccide, il tabacco nuoce gravemente alla salute, ecc.).
Insomma, forse sarebbe bastato semplicemente dar voce ai due fratelli per fare di SmoKings un film più solido e più coerente, senza bisogno di dover ricorrere a delle soluzioni ‘graziose’ in post-produzione con lo scopo di indorare la pillola. Carlo e Giampaolo Messina sono in effetti dei personaggi incredibili, apparentemente stralunati eppure tenaci, ingenui e insieme furbissimi, impegnati in una infinita corsa contro il sistema. E appare in tal senso centrale il momento in cui i due parlano della comune passione per la corsa, per la maratona, in cui l’uno si vanta di essere più bravo dell’altro e viceversa. L’idea della competizione allora cambia di livello e, da mondiale, si fa familiare, come se si trattasse di un gioco, di una sfida tra bambini. Ed è in effetti questo spirito di ribellione adolescenziale, strutturato però su delle competenze ben precise, che sembra guidare ancora adesso i protagonisti di SmoKings, facendoci pensare che se fossero nati e vissuti nella Silicon Valley sarebbero considerati dei geni, omaggiati e riveriti.
A loro modo simbolo di una creatività italiana, geniale e un po’ cialtrona, che continua ogni tanto e nonostante tutto a dare qualche segno di vita e di vitalità, i fratelli Messina sono i protagonisti di una vicenda straordinaria anche e soprattutto per i suoi lati oscuri, arrivando ad incarnare alla perfezione le nostrane e imperiture miserie e nobiltà.

Info
Il sito della produzione Indyca.
Il sito della Yesmoke.
Il trailer di SmoKings su Youtube.
La pagina Facebook di SmoKings.
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