Annunciata la Quinzaine des Cinéastes 2024
È stata annunciata oggi a Parigi la selezione che comporrà la Quinzaine des Cinéastes 2024, che come da tradizione arriva subito dopo la conferenza stampa della Semaine de la critique. Ventuno lungometraggi che mapperanno la contemporaneità del cinema mondiale, con un omaggio a Chantal Akerman della quale verrà proiettato Histoires d’Amérique : Food, Family and Philosophy.
Dopo la selezione ufficiale (da cui come sempre ci si aspetta qualche titolo rimasto “indietro” nella comunicazione), e la Semaine de la critique, è toccato oggi alla Quinzaine des cinéastes monopolizzare l’attenzione degli addetti ai lavori svelando i dettagli del programma per l’edizione 2024 della più giovane tra le sezioni autonome e parallele che arricchiscono la composita struttura del Festival di Cannes. Ventuno lungometraggi che spaziano dalla Francia alla Palestina, dal Canada al Cile, dalla Spagna a Taiwan, dagli Stati Uniti al Giappone – e il poster è desunto da un disegno di Takeshi Kitano! -, nel tentativo di mappare questo cinema contemporaneo a tratti sempre più confusionario. Fanno da corollario al ventaglio della proposta sulla lunga distanza anche un nugolo di cortometraggi, anche se forse il momento più emozionante sarà dato dall’omaggio a Chantal Akerman: della grande cineasta belga si vedrà a trentacinque anni dalla sua realizzazione sul grande schermo sotterraneo del Marriott Histoires d’Amérique : Food, Family and Philosophy, che nel 1989 prese parte alla Berlinale. Di seguito il programma completo della Quinzaine des Cinéastes 2024.
LUNGOMETRAGGI
Histoires d’Amérique : Food, Family and Philosophy di Chantal Akerman (Séance spéciale)
Ma vie ma guele di Sophie Fillières (Francia) Film d’apertura
À son image di Thierry de Peretti (Francia)
Christmas Eve in Miller’s Point di Tyler Taormina (USA)
Namibia no sabaku | Desert of Namibia di Yōko Yamanaka (Giappone)
Sharq 12 | East of Noon di Hala Elkoussy (Egitto)
Eat the Night di Caroline Poggi, Jonathan Vinel (Francia)
Eephus di Carson Lund (USA)
Gazer di Ryan J. Sloan (USA)
Bakeneko Anzu-chan | Ghost Cat Anzu di Yōko Kuno, Nobuhiro Yamashita (Giappone)
Good One di India Donaldson (USA)
Mongrel di Chiang Wei Liang, You Qiao Yin (Taiwan)
La prisonnière de Bordeaux di Patricia Mazuy (Francia)
A savana e a montanha | Savanna and the Mountain di Paulo Carneiro (Portogallo)
Sister Midnight di Karan Kandhari (India)
Algo viejo, algo nuevo, algo prestado | Something Old, Somethign New, Something Borrowed di Hernán Rosselli (Argentina)
Los hiperbóreos | The Hyperboreans di Cristóbal León, Joaquín Cociña (Cile)
Volveréis | The Other Way Around di Jonás Trueba (Spagna)
To a Land Unknown di Mahdi Fleifel (Palestina, Danimarca)
Universal Language | Une langue universelle di Matthew Rankin (Canada)
Les pistolets en plastique di Jean-Christophe Meurisse (Francia) Film di chiusura