Confetti

Confetti

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Opera prima leggiadra e ispirata di Fujita Naoya, capace di entrare in sintonia con la dimensione preadolescenziale e di rendere un buon servigio al teatro popolare, Confetti è una sorta di aggiornamento del piccolo classico anni Ottanta Bentornato, Akira! di Katsuhiko Fujii. Il teatro, la scuola, gli amici e i primi amori. Presentato e premiato al Far East Film Festival 2024.

Cham(bara)

Yuki interpreta ruoli femminili per la compagnia itinerante di taishu engeki (teatro popolare) di suo padre e inizialmente nasconde questa informazione ai suoi nuovi compagni di classe, non per vergogna o imbarazzo, ma semplicemente perché dovrà trascorrere con loro solo un mese per poi spostarsi di nuovo. «Non ho bisogno di amici», dichiara. Ben presto però Yuki si fa due nuovi amici, gli studenti più bravi della classe di matematica. Uno dei due, Ken, si annoiava a scuola e ha smesso di andarci, mentre l’altra, Maya, è stata la ragazza di Ken, ma si preoccupa ancora per lui… [sinossi – fareastfilm.com]

Sono passati oramai quasi quattro decenni da Bentornato, Akira! e alcune cose sono inevitabilmente cambiate. La prima, più evidente, è la presenza nel racconto di Fujita Naoya e Kaneko Suzuyuki di una idol, qui nella sua declinazione più classica, ovvero la componente di un gruppo J-Pop. Personaggio che spariglia le carte in Confetti, Asaka è una delle tante belle ragazze che affollano il mondo dello spettacolo nipponico, un po’ cantanti, un po’ attrici, un po’ modelle. Nata negli anni Sessanta in modo piuttosto singolare (sull’onda del successo di Sylvie Vartan), la categoria delle idol vive il suo momento di gloria soprattutto nella seconda metà degli anni Ottanta e nel decennio successivo – in tal senso, pur di genere e target decisamente distanti, è tanto spietato quanto illuminante Perfect Blue di Satoshi Kon. La simpatica Asaka, che al pari di Mima abbandona la musica per la recitazione, può comunque stare serena, le Patty Five non sono le CHAM…

Un altro aspetto in linea con la contemporaneità di Confetti è la sua sussurrata vena queer. Nel convincente finale, impreziosito da una delle rappresentazioni teatrali (come nel caso della pellicola di Fujii, un plus valore estetico), gesti e brevi ma incisive frasi aprono a possibili mutamenti affettivi, a uno sguardo più consapevole di Ken sull’amico Yuki. Forse, o forse no, ma a contare è la possibilità, la suggestione messa in scena. In un seishun eiga (a farla più facile, un teen movie) degli anni Ottanta sarebbe stato tutto molto più complicato.
Senza dimenticare che Akira era di qualche anno più giovane di Yuki, più birbante e gioiosamente sfrontato, per il resto Confetti e Bentornato, Akira! viaggiano su due binari paralleli. Le sequenze legate al teatro popolare, sul palco o dietro le quinte, sono affascinanti e a loro modo spettacolari, come le fasi di vestizione e trucco. Qui, nella dimensione teatrale, il tempo sembra essersi fermato e i due film si sovrappongono perfettamente. Ma è proprio questo, in fin dei conti, il senso del taishū engeki: la tradizione che si tramanda, le forme che non mutano, i ruoli che passano dai padri ai figli, il perdurare degli onnagata, ovvero attori che interpretano ruoli femminili. Il potere e la valenza della maschera, sugli attori e sugli spettatori.

Insomma, da Fujii a Fujita il passo è breve. Perfettamente in linea con la corposa tradizione del cinema nipponico per e\o sui bambini e ragazzi, Confetti trova come i suoi tanti predecessori la misura e l’altezza giusta per trasporre sul grande schermo una fase cruciale della vita che troppo spesso viene sminuita, ridicolizzata, mortificata da insopportabili birignao. Al di là della confezione tecnica, della scrittura che preferisce asciugare invece di accumulare e del prezioso apparato teatrale, il grande merito di Fujita Naoya è di aver saputo esaltare la naturale leggerezza di Matsufuji Shion, Saito Jun, Hayama Sara e dei loro personaggi. Con Corea del Sud e Giappone che si confermano al Far East 2024 le industrie trainanti del cinema asiatico, Confetti si porta a casa un Gelso d’Argento forse inatteso ma non immeritato.

Info
Il trailer di Confetti.

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