Gabrielle – Un amore fuori dal coro

Gabrielle – Un amore fuori dal coro

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Tanti lodevoli intenti, nel film della canadese Louise Archambault, ma la visione di Gabrielle – Un amore fuori dal coro regala anche, con la complicità di qualche lungaggine, l’impressione di un approccio troppo melenso e stucchevole.

Romeo e Giulietta, uniti (e poi divisi) dall’handicap

Gabrielle è una giovane donna affetta dalla sindrome di Williams, dotata di una contagiosa gioia di vivere e di una propensione spiccata per la musica. La giovane si innamora di Martin, un ragazzo conosciuto nel centro ricreativo dove fa parte di un coro; da quel momento diventano inseparabili. Le loro famglie, però, vista la loro disabilità, non permettono loro di vivere il proprio amore come vorrebbero. Mentre il coro si sta preparando in vista della partecipazione ad un importante festival musicale, Gabrielle fa di tutto per dimostrare la propria autonomia e per guadagnare la tanto agognata indipendenza… [sinossi]

Ci sono pellicole, pensate con le migliori intenzioni, che solo in parte riescono a centrare il loro scopo proponendo qualcosa di socialmente avanzato, mentre per il resto prevale un’impressione eccessivamente melensa e zuccherosa. Gabrielle – Un amore fuori dal coro sembra lavorare proprio su questo tipo di immaginario. Sin dalle prime battute la regista canadese Louise Archambault proietta lo spettatore nella dimensione del coro, messo insieme in un centro ricreativo dove vengono accolte persone con differenti handicap psicofisici, che farà presto da sfondo a un’insolita storia d’amore. Insolita, perché i due ragazzi protagonisti hanno disturbi che possono renderli vulnerabili, poco autonomi; tanto da suggerire in coloro che li assistono al centro, ma ancor più nei loro famigliari, reazioni di vario tipo: dalla chiusura totale a un cauto incoraggiamento, bilanciato però dalle precauzioni del caso. Il film si sviluppa pertanto su un doppio binario, con la lente d’ingrandimento posta sul rapporto così intimo e a tratti sofferto tra Gabrielle e Martin, ma senza trascurare le dinamiche di un gruppo che, conscio dei propri limiti di tenuta fisica e mentale, si sta preparando con grande impegno per partecipare a un evento di caratura internazionale.

Il tratto più apprezzabile di Gabrielle – Un amore fuori dal coro rimane, quantomeno a livello sociologico, lo sguardo empatico e aperto sul mondo della disabilità, che può beneficiare di ben altre attenzioni e di una sensibilità maggiormente diffusa in paesi, come il Canada, sotto questo aspetto decisamente più avanzati. Altrettanto stimabile la composizione di un cast su cui la regista ha lavorato a lungo, facendo interagire con buoni risultati quegli interpreti che soffrono realmente di qualche problema ed altri che, da attori professionisti, hanno saputo calarsi bene e con tatto in realtà talmente delicate. Detto questo, un film che pure ha avuto riscontri lusinghieri presso determinate platee (Premio del Pubblico a Locarno, tanto per dire) non sembra affatto sfuggire a quei cliché, che lo rendo cinematograficamente meno appetibile e che mostrano i segni di un “politically correct” a tratti indigesto. Certe parentesi un po’ scontate che l’autrice dedica al fidanzato di un’assistente sociale, trasferitosi nel Terzo Mondo per aiutare sul posto i bambini più disagiati, mostrano già i limiti di tale vocazione. Ma anche l’insistenza un po’ morbosa sulle prove del coro rischia di indurre tedio e sensazioni dolciastre, forzate, invece di reale coinvolgimento. Stesso discorso vale per la dilatazione temporale che accompagna le lunghe sequenze del concerto conclusivo, in cui i nodi del versante musicale e parallelamente della questione privata vengono finalmente al pettine. Un piccolo margine di curiosità resiste, grazie anche alla partecipazione accalorata di Robert Charlebois, cantautore del Quebec i cui brani possiedono un lirismo particolare, non omologato. Nonostante questo, si approda all’esibizione finale con un senso di stanchezza e un’impressione di prolissità che le tante buone intenzioni non sono bastate a compensare.

Info
Il trailer italiano di Gabrielle.
Gabrielle sul sito di Officine Ubu.
La pagina facebook di Gabrielle.
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