The Misandrists

The Misandrists

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Bruce LaBruce, il nome simbolo del New Queer Cinema, torna a colpire con The Misandrists, presentato in Panorama alla Berlinale 2017, dove esprime la sua poetica sessuale anarcoide in chiave fiabesca.

Nessuno è perfetto

Da qualche parte nella “Ger(wo)many”, un esercito femminile si sta preparando alla rivoluzione finale. Le componenti di questa formazione paramilitare si trovano a discutere, prefigurando la fine del patriarcato, imparando la riproduzione per partenogenesi e facendo sesso tra di loro. Ma la domanda di fondo rimane: è possibile l’uguaglianza in un sistema corrotto, o i cazzi dovranno rotolare via prima? [sinossi]

Un campo dove coppie di donne si lasciano andare a effusioni amorose, una visione idilliaca interrotta dall’apparizione di un uomo, che spunta da un bosco, un soldato ferito da non si sa quale guerra. Nel mondo fiabesco concepito nel nuovo film di Bruce LaBruce, The Misandrists, distillato del suo pensiero anarcoide in chiave di rivoluzione queer, il mondo sembra capovolto. Il fulcro di una nuova rivoluzione femminista lesbica, coincide con una casetta delle fiabe, che, attenzione, potrebbe anche essere l’antro di una strega alla Hänsel e Gretel ma anche l’accademia di danza di Suspiria, dalle tipiche tegole canadesi dei tetti spioventi dei paesi nordici, circondata da fiori e vegetazione lussureggiante. Si tratta di una scuola e un’accademia militare al tempo stesso, dove le cadette, le nuove amazzoni, si preparano alla rivoluzione sessuale totale. Tra parate militari e insegnamento della partenogenesi, la riproduzione asessuata che non ha bisogno di fecondazione e quindi del seme maschile. Tra teorizzazioni della fine del patriarcato e di una nuova segregazione dei maschi.
Sono un gruppo di donne eccentriche e bizzarre, affascinanti, che rifuggono però anche a quell’estetica dei corpi perfetti ma vuoti alla Dolce e Gabbana – una di loro per esempio ha il volto pieno di nei – come evidente nel voluto e giocato contrasto con le immagini dei film porno che guardano. Come i bambini di Lo spirito dell’alveare portano il soldato ferito nel villaggio, mossi da compassione, così alcune ragazze portano ancora un soldato, per curarlo, nascondendolo: in quell’ambiente la massima infamia è avere il pene, il male assoluto, che peraltro possiede anche una delle cadette, una trans in incognito.

Bruce LaBruce concepisce il suo ultimo lavoro, The Misandrists, presentato in Panorama alla Berlinale 2017, come un divertissement, come un fairytale ironico, come un film exploitation, dove far conflagrare le istanze del mondo LGBT, dove dare corpo a un sogno all’incontrario, un’utopia che si fonda sugli eccessi. E che funziona secondo una sua precisa iconografia che passa dalla gigantografia di una vulva alla versione femminile dell’Uomo vitruviano di Leonardo. E il cui apice non può che essere l’evirazione, momento quasi liturgico che trionfa alla fine del film. E che il regista cardine del New Queer Cinema gioca su un doppio binario, prima con una scena reale, con immagini ingrandite e in una bassa definizione che contrasta con l’eleganza fotografica del film, si presume da un filmato di un’operazione chirurgica di cambio di sesso. A questa segue una scena grottesca da grand guignol, dove le ragazze sono inondate letteralmente da gocce di sangue, come in un B-movie splatter. E il rosso è il colore che trionfa nel film, dopo il viola, in una fotografia a tinte sgargianti.

Bruce LaBruce, regista di un Queer Cinema arrabbiato, che ha sempre rifiutato consolazioni e compromessi, mette in scena in chiave ironica le sue ossessioni psicanalitiche e la sua militanza, portandone in luce anche le contraddizioni, il sogno di un mondo senza uomini. Ma rende al contempo omaggio a quei movimenti femministi ultraradicali, con le foto d’archivio di chi a quelle istanze ha davvero creduto, e riprende le ideologie estremiste e provocatorie espresse nel film Bambule di Eberhard Itzenplitz, scritto da Ulrike Meinhof, e Il secondo sesso di Simone de Beauvoir. Per concludere con un lunghissimo e sensualissimo bacio tra due donne. Una per la verità è una trans: nessuno è perfetto.

Info
La scheda di The Misandrists sul sito della Berlinale.
La pagina Facebook di The Misandrists.
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