Death Note: L Change the World

Death Note: L Change the World

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Rispetto ai primi due episodi, Nakata aggiunge una maggior crudezza, ma non riesce a gestire la commistione di generi e non riempie il vuoto lasciato dal demone Ryuuk, spalla quasi comica nelle precedenti pellicole. Death Note: L Change the World si poggia quindi sulle esili spalle del giovane detective L, stralunato divoratore di dolci che sembra atterrato da un altro pianeta.

Era già tutto previsto

Il bizzarro detective L, tra una piega e l’altra della sua sfida con il diabolico Light, deve confrontarsi con un gruppo di fanatici ambientalisti e un virus mortale… [sinossi]

Premesso che non sentivamo la necessità di uno spin-off del già poco apprezzato dittico Death Note (2006) e Death Note: The Last Name (2006) del recidivo Shusuke Kaneko, dobbiamo ammettere che una vaga speranza era alimentata dalla presenza di Hideo Nakata, noto al mondo intero per Ring (1998), con i vari seguiti, e Dark Water (2005). Death Note: L Change the World (2008), purtroppo, è un mezzo disastro: della classe e del cinema di Nakata, va detto subito, non rimane praticamente nulla e questa è la notizia peggiore.

Era già tutto previsto, come abbiamo anticipato nel titolo di questa fin troppo bonaria recensione: era ampiamente prevista l’inutilità di un progetto che nasceva dalle macerie dei primi due episodi ed era tristemente previsto, ingenue speranze a parte, il tonfo di un cineasta che mal si lega a una estetica divisa tra videogioco e animazione. Nakata e Death Note (fumetto, serie animata e tutto quel che segue) non appartengono allo stesso universo narrativo-estetico.
Rispetto ai primi due episodi, Nakata aggiunge una maggior crudezza (si veda la sequenza iniziale, tra sangue, piaghe e coltellate), ma non riesce a gestire la commistione di generi e non riempie il vuoto lasciato dal demone Ryuuk (creatura generata, in maniera nemmeno troppo brillante, con la computer grafica), spalla quasi comica nelle precedenti pellicole. Death Note: L Change the World si poggia quindi sulle esili spalle del giovane detective L (interpretato, ancora una volta, da Ken’ichi Matsuyama), stralunato divoratore di dolci che sembra atterrato da un altro pianeta. Le stranezze di L, dalle improbabili posture fino alla maniacale riservatezza, possono “riempire” qualche sequenza, ma nulla più. Senza contare che, essendo arrivati al terzo episodio, tutto è già stato visto e metabolizzato.

Si consiglia caldamente, per chiunque fosse incuriosito dall’universo di Death Note, di partire dalla serie televisiva (o dal fumetto di Obata Takeshi), anime di buona qualità che non deve misurasi con l’arduo ostacolo della convivenza tra personaggi reali e personaggi creati dalla cgi. I tre capitoli cinematografici, nel complesso assai deludenti, sono per fan accaniti e bendisposti.

Info
Death Note: L Change the World sul sito del Far East Film Festival.
Il trailer originale di Death Note: L Change the World.
  • Death-Note-L-Change-the-World-2008-Nakata-01.jpg
  • Death-Note-L-Change-the-World-2008-Nakata-02.jpg

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