Little Glory
di Vincent Lannoo
Presentato alla sesta edizione del Festival di Roma nella sezione Alice nella città, Little Glory è un riuscitissimo collage che mette insieme dramma familiare, commedia giovanile (con amori, pruriti sessuali, conflitti generazionali e turbamenti al seguito) e romanzo di formazione.
La mia casa sei tu
Il diciannovenne Shawn combatte contro tutto e tutti pur di crescere da solo la sorellina Julie di 9 anni. Rimasti improvvisamente orfani, senza avere il tempo di piangere, a causa delle conseguenze che la crisi economica ha sulla vita di persone reali come loro, Shawn, smarrito in una società apatica in cui gli adulti sono presenze deboli, confuse, minacciose, vaghe, incapaci di gesti radicali di attenzione, impara sulla propria pelle cosa voglia dire essere un fratello maggiore e diventare adulti troppo in fretta. Una storia personale raccontata con straordinaria bravura, attraverso un attento e profondo sguardo sull’infanzia e l’adolescenza, sulla grazia, la serietà, la malinconia, la felicità, la sensibilità, l’intelligenza che connotano queste età… [sinossi]
La capacità camaleontica di rinnovarsi, cambiare stilisticamente pelle, oltre alla versatilità nell’esplorare l’universo dei generi, sono senza ombra di dubbio le caratteristiche principali che sorreggono il cinema di Vincent Lannoo. Con soli quattro titoli all’attivo, ultimo in ordine di tempo il recente Little Glory, presentato in concorso alla sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Alice nella città, il regista belga mette in quadro la cartina tornasole di un modo di fare e concepire la Settima Arte del tutto personale e riconoscibile. Una filmografia, la sua, che dal 2001, anno del folgorante esordio con Strass, mokumentary che sposa in tutto e per tutto i precetti formali dello stile Dogma, ha messo in fila folgoranti mutazioni che non potevano non catturare l’attenzione degli addetti ai lavori; vedi l’ibrido thriller d’essai del 2004 Ordinary Man e l’horror-comedy del 2010 Vampires (vista all’ultima edizione del Torino Film Festival).
In tal senso, Little Glory non si esime dalla logica dell’ibridazione, visto che Lannoo, anche grazie alla solida ed efficacissima sceneggiatura del fido François Verjans, porta sul grande schermo un riuscitissimo collage che mette insieme dramma familiare, commedia giovanile (con amori, pruriti sessuali, conflitti generazionali e turbamenti al seguito) e romanzo di formazione, quello di un ragazzo di diciannove anni che rimasto orfano decide di prendersi cura da solo della sorellina più piccola. Il protagonista dovrà imparare a fare il padre e a farsi carico di tutte le responsabilità che questo comporta. Un percorso di maturazione che stravolgerà completamente la sua esistenza, e lo porterà ad attraversare in un battito di ciglia la soglia che separa l’adolescenza dal mondo degli adulti.
Anche se bisogna registrare una mancanza di originalità dal punto di vista del plot, c’è da sottolineare la forza di un progetto che riesce a colmare il gap attraverso un sodalizio perfetto tra scrittura e trasposizione filmica. È proprio questa fusione che consente al film di decollare sin dalle primissime inquadrature, senza perdersi per strada. Il risultato è una narrazione scorrevole, in perfetto equilibrio tra stasi e gesto, parole e silenzi; un autentico ottovolante di emozioni che alza e abbassa il livello di catarsi dello spettatore. A giovarne per primi sono gli interpreti, due su tutti un maturo e sorprendente Cameron Bright e la bravissima Isabella Blake-Thomas. La coppia fa scintille e regala alla platea di turno i momenti più riusciti del film.
Da parte sua, Lannoo si mette a completa disposizione della storia, forse per questo Little Glory è il suo film meno eclettico e più contenuto. Ciò nonostante balzano subito all’occhio le scelte visive sobrie e il chirurgico utilizzo della macchina da presa (carrelli e dolly essenziali in asse o a piombo), impreziositi da un interessantissimo lavoro sulle focali.
Info
Il trailer originale di Little Glory.
La scheda di Little Glory sul sito di The Little Film Company.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: Little Glory
- Paese/Anno: Belgio | 2011
- Regia: Vincent Lannoo
- Sceneggiatura: François Verjans, John Engel
- Fotografia: Vincent van Gelder
- Montaggio: Frédérique Broos
- Interpreti: Aaron Tavaler, Alexandra Xuereb, Anders Hammer, Astrid Whettnall, Bruce Geduldig, Cailean Connolly, Cameron Bright, Chuck Hargrove, Goliatt, Hannah Murray, Ian Lyons, Isabella Blake-Thomas, John Flanders, Martin Swabey, Natasha Henry, Roman Blomme, Vincent Eaton
- Colonna sonora: Michelino Bisceglia
- Produzione: Left Field Ventures, Steel Fish Pictures, uFilm, Umedia
- Durata: 109'