Il commissario Torrente – Il braccio idiota della legge

Il commissario Torrente – Il braccio idiota della legge

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Giunto al quarto capitolo della saga – e primo distribuito in Italia – il commissario Torrente comincia decisamente a mostrare la corda e la demenzialità dell’attore/regista Santiago Segura non è più così libera e inventiva come lo era stata in passato.

Travolti da un Torrente di volgarità

L’ex poliziotto Torrente, ormai detective privato a tutti gli effetti, ha cercato di cambiare stile di vita ma, a causa della crisi economica che imperversa in tutta la Spagna, non naviga in buone acque e si ritrova costretto ad accettare un incarico per lui insolito. Contattato da Ramirez, una sua vecchia conoscenza, ha il compito di reclutare alcuni collaboratori per ucciderne il suocero. Qualcosa, però, non va come previsto e Torrente finisce in carcere, dove dovrà escogitare un piano per ritornare in libertà e mettersi sulle tracce di chi lo ha tradito. [sinossi]

Il personaggio in questione, vale a dire il commissario Torrente, ha una storia che parte da lontano, ma tra le omologhe figure cui si potrebbe accostare, dopo la visione di quello che è anche il primo capitolo della saga distribuito in Italia, ci piace citare l’italicissimo Ruggero De Ceglie interpretato con encomiabile sguaiatezza da Francesco Mandelli; un po’ come per il personaggio reso popolare da I soliti idioti, anche con il volgare e corrotto detective iberico le risate sono tutte all’insegna del politicamente scorretto e dell’accumularsi di gag corporali, tendenzialmente laide, pruriginose, persino degne a tratti di qualche cinepanettone nostrano. Coi quali condivide anche (e ci riferiamo in particolare a quelli prodotti anni fa, visto che oggigiorno si cerca di edulcorare) la tendenza a enfatizzare scorregge, lazzi da caserma e apparizioni di donnine in topless.

Questi sono alcuni dei parametri atti a inquadrare, nel bene e nel male, Il commissario Torrente – Il braccio idiota della legge. Anche nel bene, suvvia, perché in fondo questa maschera saturnina impersonata con disinvoltura dall’attore/regista Santiago Segura ha pure la funzione di rivelare, estremizzandoli, i comportamenti del maschio iberico più reazionario e machista: omofobo, razzista, rozzo con le donne, fascistoide, corrotto, il commissario José Luis Torrente è un anti-eroe con ben poche attrattive. Ma, per come sono strutturati, i film di cui è protagonista lasciano sempre un margine di dubbio, se si stia ridendo di lui o più semplicemente insieme a lui. Molto più netta è la sensazione che il fortunato filone (le pellicole dedicate alle sue imprese hanno presso il pubblico spagnolo un enorme successo) mostri ormai la corda. Più di un decennio fa ci imbattemmo per caso nel lungometraggio da cui la leggenda ha avuto inizio, ovvero Torrente, el brazo tonto de la ley (1998), cui sarebbero seguiti Torrente 2: Misión en Marbella (2001) e  Torrente 3: El protector (2005). Ebbene, almeno agli inizi, Segura aveva mostrato maggiori lampi di creatività, nel definire il suo personaggio. Messosi in luce quale interprete per registi come Jesús Franco (Vampire Killer Barbys) e  Álex de la Iglesia (Azione mutante, Il giorno della bestia e Perdita Durango), codesto mattatore sapeva inizialmente mescolare i tratti grotteschi e laidi del personaggio con un gusto della parodia e una demenzialità di fondo, tali da giocare con le aspettative dello spettatore secondo schemi di certo più liberi e ariosi. L’incedere sullo schermo del Commissario Torrente, in parte simile a quello di Tomas Milian nei panni del Monnezza e per altri versi rapportabile ai cliché di una detective story americana, riarrangiati però all’insegna della più sfacciata coattagine, aveva quale corollario una certa varietà di gag, in cui trovavano spazio inseguimenti e sparatorie da action movie hongkonghese accanto ai siparietti tipici di una black comedy iberica.

Di questa formula, non originalissima ma alquanto vivace, ne Il commissario Torrente – Il braccio idiota della legge vengono esibiti i calchi parodici più letterali e l’insistenza sul carattere trucido di Torrente, che qui ormai è un ex poliziotto; e che viene addirittura sbattuto in galera, sia per la naturale tendenza a cacciarsi nei guai che per l’aver troppo indugiato in traffici poco puliti. Ma gli spunti parodici da prison movie, con scene che citano Le ali della libertà come anche Fuga per la vittoria (da segnalare la presenza del cast di alcuni giocatori della Liga spagnola) non mordono più di tanto. E a parte qualche risata liberatoria, specie di fronte alle battute più politicamente scorrette, affiora il timore che dall’imminente quinto capitolo della saga non ci si possa aspettare grosse sorprese.

Info:
Il trailer di Il commissario Torrente – Il braccio idiota della legge su Youtube
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