Double Play: James Benning and Richard Linklater

Double Play: James Benning and Richard Linklater

di

Chiacchiere tra cineasti: Gabe Klinger riprende gli incontri tra Benning e Linklater. “Double Play: James Benning and Richard Linklater”, presentato a Venezia 70 nella sezione Venezia Classici.

Nel 1985, Richard Linklater, smesso il lavoro sulle piattaforme petrolifere, fondò un’associazone ad Austin, Texas, che intendeva proiettare film classici e sperimentali in una nascente comunità di cinefili. Diventata un’organizzazione senza scopo di lucro, la Austin Film Society raccolse abbastanza denaro per invitare il primo filmaker di un altro stato, James Benning. Accettato l’invito, Benning conobbe Linklater e tra i due nacque un legame personale e intellettuale che li avrebbe fatti incontrare nuovamente. Benning già dagli anni Sessanta aveva realizzato, quasi sempre da solo, film a basso costo, mentre Linklater aveva appena cominciato a produrre i suoi primi corti. I due registi sono rimasti legati anche quando hanno intrapreso strade diverse… [sinossi]

Nonostante siano due dei nomi imprescindibili per approcciarsi alla produzione cinematografica statunitense degli ultimi trent’anni (pur con approcci molto distanti quando non propriamente antitetici), James Benning e Richard Linklater condividono un destino comune in Italia: la pressoché totale mancanza di conoscenza del loro lavoro. Se per Benning la suddetta ignoranza è legata a doppio filo alla prammatica e(ste)tica scelta dal cineasta, la questione si fa ancora più spinosa per quel che concerne Linklater: il regista texano, infatti, ha più volte raggiunto il “grande” pubblico anche dalle nostre parti (con titoli quali Prima dell’alba e School of Rock), senza però che si tirassero le fila di un discorso compiuto e unitario sulla propria esperienza autoriale, tra le più affascinanti e interessanti della Hollywood contemporanea.

Al di là di tutto ciò a nessuno, neanche tra i più attenti addetti ai lavori, sarebbe mai venuto in mente di sovrapporre il nome dei due registi, cercando di leggerli in un’unica prospettiva critica: a compiere questo triplo balzo mortale in avanti ci pensa Gabe Klinger, critico tra i più attenti e competenti del panorama nordamericano, che pone la firma in calce a Double Play: James Benning and Richard Linklater, documentario ospitato alla settantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia all’interno della sezione Venezia Classici. Double Play rientra all’interno del progetto Cinéma de notre temps, creato da André S. Labarthe per omaggiare le figure più interessanti della Settima Arte mondiale. Lasciando da parte qualsiasi prammatica relativa al documentario biografico, Klinger non appronta nessuna intervista, preferendo registrare l’incontro umano tra i due registi: Benning raggiunge così Linklater nei suoi studi ad Austin, e passa con lui intere giornate a discutere di cinema, rievocando il passato e concedendosi pause sportive, tra un tiro a canestro e una serie di passaggi a baseball.

Ne viene fuori una rimpatriata solare, avvolgente, carica di un calore umano che finisce per dettare le linee guida per comprendere anche il modus operandi di questi due registi: il discorso sul tempo, elemento essenziale per entrambi per quanto declinato in modalità assai diverse (si pensi a opere come 13 Lakes, Ten Skies o Twenty Cigarettes per Benning e alla trilogia dei “Before” per Linklater), diventa anche riflessione sul senso dell’immagine, sull’utilizzo dello spazio e sulla necessità di scollarsi da una narrazione prettamente classica e standardizzata. In questo senso acquista un valore fondamentale lo scambio di battute sul “nuovo” film di Linklater, iniziato dodici anni fa e in fase di montaggio: un’opera sviluppata nel corso degli anni, seguendo l’invecchiamento naturale dei suoi protagonisti. La videocamera di Klinger rimane sempre un passo indietro, in disparte, senza volersi insinuare in maniera invadente nelle pieghe di un’amicizia che ha raggiunto il quarto di secolo, ma registrando con certosina attenzione vicinanze e distonie dei due percorsi autoriali. Anche per questo motivo il materiale d’archivio è utilizzato con parsimonia, a sua volta organizzato per dettagli che ciclicamente tornano, temi sviscerati o riproposti in loop, reiterazioni volontarie, piccole e grandi ossessioni.

In un’edizione della Mostra di Venezia protesa verso l’accettazione definitiva del documentario – con qualche decennio di ritardo sulla storia stessa del cinema – è un peccato che Double Play sia stato relegato in una sezione poco frequentata all’interno dei percorsi giornalieri degli accreditati, perché lo sdoganamento in Italia di Benning e Linklater (più del primo, che non ha neanche il conforto di quando in quando dell’uscita in sala) è qualcosa con cui l’universo critico dovrà necessariamente confrontarsi.

Info
La pagina facebok di Double Play: James Benning and Richard Linklater.

Articoli correlati

Array