Dólares de Arena

Amori di convenienza sotto al sole della Repubblica Dominicana per Dolares de Arena, dramma sentimentale presentato al Festival del Film di Roma

Castelli di sabbia

Noelí, una giovane dominicana, non ha un vero lavoro e vive a spese dei tanti turisti che popolano le spiagge di Las Tarrenas: tra tutti spicca Anna, una anziana signora francese che si è ritirata sull’isola caraibica per trascorrervi gli ultimi anni di vita. La relazione fra le due donne è di pura convenienza ma con il passare del tempo la situazione si complica, soprattutto quando comincia a concretizzarsi il progetto di Noeli: farsi portare in Francia e da lì inviare una percentuale dei guadagni al suo ragazzo… [sinossi]

La plutocrazia in spiaggia: soldi che consentono di comprare un angolo di pace in un paradiso tropicale, che permettono di ottenere compagnie tutt’altro che spontanee, che offrono la speranza di potersi costruire un futuro altrove. C’è questo alla base di Dólares de Arena di Israel Cárdenas e Laura Amelia Guzmán, presentato nel corso della nona edizione del Festival del Film di Roma nell’ambito della sezione Cinema d’Oggi. Il film – liberamente ispirato al romanzo Sand Dollars di Jean-Noël Pancrazi – racconta la controversa relazione fra una matura donna francese e una ragazza dominicana, fotografando in realtà una doppia fuga dalla propria condizione di partenza: Anna ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita nella Repubblica Dominicana, allontanandosi fisicamente dalla propria patria e dai propri ricordi, mentre Noelì sogna un futuro in Europa, lontano dall’isola caraibica, dove vorrebbe costruirsi un avvenire.

Malgrado il minutaggio davvero contenuto (80 minuti appena), Dólares de Arena comincia prestissimo ad arrancare a causa di una struttura narrativa estremamente esile, decisamente poco originale e avvincente: la routine della relazione fra la signora e Noelì diventa il vero leit motiv della storia, che ripropone incessantemente le stesse situazioni, secondo uno schema che se in parte è funzionale alla rappresentazione delle dinamiche interne al rapporto, dall’altra si fa latore solo di ripetitività.

A farla da padrone sono quindi gli splendidi paesaggi della Repubblica Dominicana – i palmeti lussureggianti e le spiagge incontaminate, le acque cristalline e la sabbia bianchissima – e i dettagli fisici dei personaggi, sui quali i due registi indugiano costantemente, costruendo su di essi il vero ritmo del racconto: il corpo diventa quindi protagonista, da un lato quello ormai sfiorito di Anna (che ha il volto di Geraldine Chaplin) dall’altro quello scattante della dominicana (Yanet Mojica), che fa della sua gioventù e del suo appeal la sua personale arma di conquista per il mondo.
Cinismo e sentimento sono i due pilastri su cui si costruisce Dólares de Arena, che si gioca tutto sull’ambiguità costante che fa da substrato ai diversi rapporti al centro del racconto, da quello fra le due donne a quello che lega Noelì al suo ragazzo: difficile dire se ci sia un effettivo coinvolgimento emotivo o se sia tutto frutto di un calcolo di convenienza fra le varie pedine della storia, ciascuna apparentemente più impegnata a raggiungere con successo i propri obiettivi che propensa al confronto con l’altro (Anna vorrebbe Noelì tutta per sé, Noelì vuole andare in Europa per attingere ancora più copiosamente dalle tasche della donna, il suo ragazzo sogna di poter fare il mantenuto a distanza…). Il film si adagia nella contemplativa osservazione dei personaggi, seguendoli nei loro lunghi pomeriggi in spiaggia o nelle serate trascorse fra le luci al neon di qualche locale del posto, muovendosi in un territorio di assoluta desolazione emotiva, fra solitudine, senso di emarginazione, amori non corrisposti e tradimenti. Cronaca poco partecipata e distaccata di un amore impossibile, di un sogno irrealizzabile.

INFO
Il trailer di Dólares de Arena.
Dólares de Arena sul sito di Rei Cine.
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