La donna proibita e Solo una notte: i melodrammi di John M. Stahl
di John M. Stahl
Donne perdute e innocenti, da non condannare per le loro relazioni extraconiugali: poco prima del Codice Hays, John M. Stahl tra il 1932 e il ’33 metteva in scena in La donna proibita e in Solo una notte il sacrificio di due eroine da melodramma, speculare per certi versi a quello del suo capolavoro, Femmina folle. Al Cinema Ritrovato 2016.
La donna proibita. Innamorata di un banchiere che avrebbe potuto sposare, Ray Schmidt si rassegna a diventare la sua amante, rifiutando persino le richieste di un ricco e impacciato spasimante… [sinossi]
Solo una notte. Appena diciannovenne, Mary Lane passa una notte d’amore con l’ufficiale James Stanton Emerson. Pochi giorni dopo questi parte per la Prima Guerra Mondiale. Lei lo attende fiduciosa e nel frattempo cresce il bambino che è nato dalla loro brevissima relazione. Quando James torna negli Stati Uniti non riconosce Mary Lane. Lei allora continuerà a vivere una vita di emarginazione fino a decidersi – più di dieci anni dopo – a scrivere una lettera di confessione, che James leggerà proprio nel giorno del crollo di Wall Street… [sinossi]
Vi è nel cinema americano un periodo storico che, al di là di alcuni titoli cardine (dai gangster movie come Piccolo Cesare e Scarface agli horror quali Dracula e La mummia), ha subito una rimozione pressoché totale, una sorta di damnatio memoriae, che solo di recente ha faticosamente cominciato a venire meno. Si tratta del periodo che è stato ormai storicizzato come il pre-Codice Hays, vale a dire dal 1930 – quando il Codice fu adottato dalle major ma rimase lettera morta – fino al ’34 – quando cioè entrò effettivamente in vigore. Una buona parte di quei titoli vennero presto nascosti nei sotterranei dei grandi studios, perché mettevano in scena delle tematiche categoricamente proibite: manifestazione esplicita della violenza, allusioni sessuali che non fossero in linea con la norma (no a relazioni extraconiugali, no – ancor di più – all’omosessualità), amicizie tra bianchi e afroamericani (e meno che mai relazioni sentimentali), conflittualità politiche, ecc. Dal 1934 in poi nacque in effetti il grande cinema classico americano, ma quanta libertà si è persa per ottenere questo successo planetario… E, sebbene il Codice Hays sia stato definitivamente abbandonato alla fine degli anni Sessanta diventando con buona probabilità uno dei motivi non secondari dell’esplosione della New Hollywood, questo vademecum di moralismi ha finito per reincarnarsi in altre forme e per ripercuotersi in fin dei conti ancora sull’oggi.
L’omaggio che la trentesima edizione del Cinema Ritrovato ha dedicato a Carl Laemmle jr – e a film da lui prodotti in quegli anni alla Universal – ha permesso di riscoprire in tal senso delle perle rare, dimenticate e/o per l’appunto rimosse: non solo Laughter in Hell e la solidarietà che veniva messa in scena tra prigionieri bianchi e di colore, non solo The Kiss Before the Mirror con il riferimento al lesbismo di uno dei personaggi principali, ma anche due melodrammi di John M. Stahl, come Back Street (La donna proibita, 1932) e Only Yesterday (Solo una notte, 1933), dove si ‘eroicizzava’ il sacrificio di due figure femminili, la cui vita era segnata da tragiche relazioni extraconiugali (e in cui l’oggetto indiretto di accusa erano le draconiane leggi sul divorzio dell’epoca). Non è un caso che, come viene riportato dal catalogo del Cinema Ritrovato, Solo una notte venne bloccato nel ’34 dal Codice Hays precludendone ogni futura diffusione, mentre a La donna proibita toccò più o meno la stessa sorte visto che nel ’38 fu impedito alla Universal di riportarlo in sala.
I due film, al di là della scure della censura, appaiono come due titoli gemelli sia per via dello stesso regista (John M. Stahl per l’appunto), che per lo stesso protagonista maschile (John Boles). Manca nel secondo film la stessa protagonista femminile, vale a dire Irene Dunne, solo perché al momento di girare Solo una notte era impegnata su un altro set e quindi venne sostituita da Margaret Sullavan. E se La donna proibita racconta la vicenda di una ragazza che, avendo mancato l’appuntamento con l’uomo da lei amato, decide di legarsi a lui clandestinamente accompagnandolo come un’ombra nel corso dei decenni, Solo una notte invece mette in scena – sulla scorta del racconto di Stefan Zweig Lettere da una sconosciuta, diversi anni prima del celebre adattamento di Max Ophüls – l’amore tradito di una giovane, che soffrirà fino alla fine dei suoi giorni – con al fianco il figlio del peccato – per non essere mai stata riconosciuta dall’uomo della sua vita.
Il tema del sacrificio femminile è ovviamente centrale in entrambi i titoli, ma in modo radicalmente diverso rispetto a quel che avverrà nel melodramma classico hollywoodiano. Se le due protagoniste non raggiungono la felicità, ciò non accade certo a causa di una condanna divina e/o del destino (come invece accadrà già solo pochi anni dopo in Love Affair, sempre con Irene Dunne), quanto per le restrittive regole della società. E, soprattutto, le due donne non vengono condannate per ciò che hanno fatto, anzi. In La donna proibita il pluridecennale amore di Clay/Dunne per Walter/Boles, oltre a essere pienamente ricambiato, viene alla fine riconosciuto anche dal figlio di lui, e in qualche modo gratificato. In Solo una notte la lettera di Mary Lane/Sullavan salva addirittura la vita a James/Boles: quest’ultimo infatti, dopo essere finito sul lastrico in seguito al crollo di Wall Street (altro tema scottante, poi ben presto trattato in maniera più edulcorata), si è ormai convinto di farla finita, così come ha visto fare già a diversi suoi colleghi; ma la lettura di quella lettera e la scoperta di tutto quel che ha perduto nel corso dei decenni gli fa cambiare idea, permettendogli di tornare a dare il giusto ordine alle priorità della vita. Vi è in più, in entrambi i titoli, una forma di disprezzo verso l’alta borghesia – l’azzimata e scialba famiglia di John Boles in La donna proibita, le coppie degli amici di lui che si tradiscono allegramente in Solo una notte – che è anch’essa particolarmente significativa.
Anni dopo, nel 1946, John M. Stahl realizzò il suo capolavoro, Femmina folle, recentemente riportato nelle sale italiane grazie a Lab 80 film. E se lì, la protagonista Gene Tierney incarna una femme fatale, vi è comunque una notevole differenza rispetto alle classiche figure di donne diaboliche che avranno successo proprio al culmine degli anni del Codice Hays (da La fiamma del peccato, 1944, in poi). La donna crudele incarnata dalla Tierney è infatti anch’essa una vittima della società, tanto ossessionata dalla regola sociale del dover vivere al fianco del marito, da rifiutare ogni altro tipo di contatto esterno, e da ribaltare il suo operato al ruolo di carnefice. E l’ambiguità tragica di questa figura veniva dunque già prefigurata da John M. Stahl, con maggior libertà, sia in La donna proibita che in Solo una notte, esempi rarissimi nel cinema americano su donne perdute ma non condannate e punite.
Info
La pagina dedicata a John M. Stahl sul sito del Cinema Ritrovato.
- Titolo originale: Back Street / Only Yesterday
- Regia: John M. Stahl
- Durata: 92' - 106'