River’s Edge
di Isao Yukisada
Titolo d’apertura della sezione Panorama della Berlinale 2018, River’s Edge dell’esperto e prolifico Isao Yukisada è la trasposizione dell’omonimo manga di Kyōko Okazaki. Un mosaico di ossessioni, amori insani, soprusi, debolezze. Ragazzi e ragazze degli anni Novanta a Tokyo, travolti da una solitudine incolmabile. Bulimici e apatici, violenti e masochisti.
Crying Out Love in the…
Ichirō è omosessuale. Vittima del bullismo di alcuni compagni di scuola, sembra trarre forza dalle sue ferite. Lungo la riva di un fiume inquinato da rifiuti industriali, Ichirō scopre i resti di un cadavere e lo mostra alla sua migliore amica, una ragazza di nome Haruna. Aggressivo e represso, Kannonzaki tradisce Haruna con una sua amica, lanciandosi in amplessi sempre più accesi. Una ragazza introversa e gravemente obesa legge ossessivamente i diari della sorella Rumi, probabilmente incinta di Kannonzaki. Una modella bulimica, Kozue, ingurgita montagne di cibo durante la notte… [sinossi]
È una piccola macchina del tempo River’s Edge. Trasposizione del manga omonimo di Kyōko Okazaki, penna e matita centrale nel fumetto nipponico contemporaneo, River’s Edge torna ai primi anni Novanta. Il periodo e il contesto giovanile/scolastico sono una delle costanti dell’autrice nipponica, capace di sondare e cogliere i turbamenti, le debolezze, le idiosincrasie e le paure di una generazione spesso abbandonata, immersa fino al collo in una solitudine violenta e autodistruttiva.
In parte aggiornata, ritroviamo l’ingenuità emotiva di quei manga josei, quel realismo sentimentale che declina in maniera più matura gli shōjo manga. Non batticuori di ragazzini e ragazzine, ma ossessioni amorose, sesso, violenza, patologie di varia natura. Un mosaico bizzarro, ancorato a un target di adolescenti o poco più, con tutti quegli stilemi che rintracciamo anche nelle pellicole di Makoto Shinkai (pensiamo al sovrapporsi finale di voci e alle sdolcinatezze poetiche di River’s Edge, alle corse e alla centralità delle canzoni di Shinkai), ma che Okazaki e Yukisada filtrano attraverso la metafora monolitica e onnipresente della fabbrica, coi colori saturi che alterano il cielo notturno, coi fumi inquinanti e gli inquietanti liquidi scaricati senza sosta nel fiume. Un inquinamento che avvolge, che opprime giorno dopo giorno. Una presenza oramai metabolizzata.
River’s Edge è sospeso tra i danni sociali e – soprattutto – morali della generazione della bolla speculativa scoppiata nel 1991 e alcuni tragici eventi che avrebbero scosso la società giapponese negli anni successivi, una sorta di (nuova) perdita dell’innocenza. Anche in questo senso, River’s Edge è una piccola macchina del tempo, un affresco dai cromatismi saturi che cerca una chiave di lettura per quello che ci aspetta, ancor più acido e crudele.
Yukisada tratteggia un momento di passaggio, di transizione, scegliendo di non ricollocare temporalmente le tavole della Okazaki. Una scelta più che condivisibile, dato che si sarebbe perso tutto il contesto e la pienezza metaforica della fabbrica, e che sul piano squisitamente estetico ci regala una mise apparentemente stridente (gli improbabili jeans con maglione sul corpo di Fumi Nikaidō), ma che rivela il carattere distaccato e inerte di Haruna. Costumi che tratteggiano anche le altre complesse e turbate personalità dei ragazzi, dai completini zuccherosi di Tajima alle minigonne di Rumi. Ancor più dei vestiti, i piccoli gesti e il microcosmo che si cela dietro, come l’aggressività e la passionalità smodata di Kannonzaki o la maschera di Kozue, modella bulimica. E poi la morbosa attrazione per un cadavere del trio Ichirō/Haruna/Kozue, i cibi trangugiati, gli amplessi sfrenati o totalmente passivi. Tutto mostrato ma mai spettacolarizzato, mai messo in scena per soddisfare istinti voyeuristici – lo stesso corpo nudo della Nikaidō è privato di qualsiasi pulsione erotica, operazione sulla carta non semplice.
La schizofrenia che domina i personaggi (e lo script) di River’s Edge, con presagi che riecheggiano scenari lynchiani e derive tragiche e violente, non può più avere i contorni dell’istantanea o del monito del manga originale, ma ci riporta all’inizio di una discesa, di una sconfitta sociale, tra le pieghe di quartieri che non coccolano le avventure di Hana e Alice (The Case of Hana & Alice) ma che alimentano le insicurezze e le paranoie dei vari Yuuichi, Sugi, Harumi, Makoto (Paranoia Agent).
Info
Il sito ufficiale di River’s Edge.
Il trailer di River’s Edge.
La scheda di River’s Edge sul sito della Berlinale.
- Genere: commedia, drammatico, sentimentale
- Titolo originale: River's Edge
- Paese/Anno: Giappone | 2018
- Regia: Isao Yukisada
- Sceneggiatura: Misaki Setoyama
- Fotografia: Kenji Maki
- Montaggio: Tsuyoshi Imai
- Interpreti: Aoi Morikawa, Fumi Nikaidō, Ryō Yoshizawa, Shūhei Uesugi, Shiori Doi, Sumire
- Colonna sonora: Hiroko Sebu
- Produzione: Thefool
- Durata: 118'

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