Saw X

Torna l’Enigmista, in una storia che si colloca idealmente tra il primo e il secondo capitolo della saga; Saw X, da molti salutato come uno dei titoli migliori delle avventure di “Jigsaw”, è un horror di medio cabotaggio, privo di particolari qualità ma forse in grado di ridestare l’attenzione dello spettatore.

Il ritorno della saga della sega

John Kramer, malato e disperato, si reca in Messico per sottoporsi a una rischiosa procedura medica sperimentale nella speranza di una cura miracolosa per il suo cancro. Il suo sogno svanisce quando scopre che l’intera operazione non è altro che una truffa per frodare i più vulnerabili. Con un nuovo scopo, vendicarsi dei suoi truffatori, il famigerato serial killer torna al suo lavoro con il suo subdolo e inconfondibile stile. [sinossi]

In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore, cantava quattro decadi or sono Franco Battiato da Ionia, provincia di Catania. Certo, scrivendo quel distico il sommo intellettuale etneo non aveva negli occhi il torture porn che sarebbe esploso solo tempo in avanti, e ancor meno era a conoscenza dell’esistenza di tal John Kramer, sadico pazzoide con il gusto per la tortura, dai più conosciuti col nom de plume Jigsaw, l’Enigmista, con cui firma i suoi elaboratissimi omicidi. Sono trascorsi ben tredici anni da Saw 3D, che con quel sottotitolo italiano che recitava Capitolo finale donava un’oncia di speranza sulla conclusione di una saga che era “terminale” fin dall’inizio, visto che il signor Kramer entra in scena già nel lontano 2004 con un tumore inoperabile al cervello; ma si sa, la crudeltà dei produttori di Hollywood è assai superiore a qualsiasi serial killer apparso sullo schermo, e quindi sono poi arrivati lo sfiancante e sfiancato Saw Legacy dei fratelli Spierig nel 2017 e l’ancor più ingiustificabile Spiral – L’eredità di Saw diretto da Darren Lynn Bousman nel 2021. Ma evidentemente non c’è pace per chi è intrappolato in un’epopea raccapricciante, ed ecco dunque che il personaggio di Jigsaw torna a far danni in Saw X, che riprende la numerazione crescente eppure si colloca indietro nel tempo, nell’interstizio tra il primo e il secondo capitolo. A dirigere è Kevin Greutert, montatore della stragrande maggioranza delle avventure dell’Enigmista e a sua volta già regista di Saw VI e Saw 3D: la totale conoscenza del progetto permette ovviamente una grande omogeneità produttiva, ma allo stesso tempo non garantisce quella scintilla di creatività che potrebbe essere l’unica fiammella salvifica per non appisolarsi di fronte alle gesta squartanti che vengono messe in atto.

I motivi per cui Saw X torna in qualche maniera alle origini, incarnando il bizzarro ruolo di sequel e prequel allo stesso tempo – ne sarebbero felici Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, che hanno riesumato la maschera di Ghosface nei loro due Scream e Scream VI sfruttando proprio la rilettura dei canoni dell’industria – sono essenzialmente tre: il primo è la possibilità di rimettere in scena in modo compiuto, attivo e prestante Tobin Bell alias John Kramer alias Jigsaw; il secondo è quello di rinverdire i fasti della saga, ritrovando i cultori della prima ora ma allo stesso tempo creando una nuova progenie di appassionati; il terzo prevede la necessità di donare una maggiore umanità allo stesso Kramer. In qualche misura Saw X vuole assurgere al ruolo di capitolo riparatore, con lo spettatore che passo dopo passo sarà costretto a parteggiare per il “cattivo”, visto che c’è sempre qualcuno più cattivo di lui. Questo qualcuno è una combriccola di truffatori che ha creato una falsa struttura medica in Messico dove gli statunitensi che non hanno soldi per accedere al sistema ospedaliero patrio possono recarsi per essere “salvati”. In questa rete criminale rimane bloccato anche Kramer, ovviamente, alla disperata ricerca di qualcuno che gli tolga il tumore dal cervello. Scoperta la truffa, ecco che nella mente dello squinternato genio si fa immediatamente largo l’idea della vendetta. Con una scelta moralmente assai discutibile Saw X si propone quindi come elaborato – nelle trappole, non in una sceneggiatura davvero molto basica – revenge movie, con i “veri” cattivi che devono pagare caro e pagare tutto. E il pubblico che può dunque esultare di fronte alla macellazione senza provare neanche un brivido di senso di colpa – che era l’unico elemento interessante della saga quando la creò James Wan a inizio Ventunesimo Secolo.

Se non si può eccepire più di tanto sulla qualità della messa in scena, con un utilizzo dell’effetto speciale che costringe a tratti anche gli stomaci più corazzati a distogliere lo sguardo, viene naturale chiedersi come si possa affrontare la visione senza porre attenzione alle semplificazioni nei confronti dello spettatore, che da un lato depotenziano l’azione e dall’altro dimostrano una totale indifferenza nei confronti del ragionamento sul mezzo cinematografico e il suo utilizzo. Nell’epoca dei pazzi – l’ennesima, vien da dire – davvero non si sentiva il bisogno di ulteriori idioti dell’orrore: Greutert è un mero esecutore, e il problema è che l’unico genio è quello che viene messo in scena, e che diventa dunque indiscutibile, perché superiore persino a chi la “saga della sega” nel corso degli anni l’ha creata, pasciuta, e rinverdita. Se a questo si aggiunge un lieto fine così vorticoso da far venire il mal di testa, il progetto nella sua complessità si fa ancora più discutibile. Si potrebbe azzardare l’aggettivo reazionario, se solo si rintracciasse nell’insieme un vago sentore di responsabilità, o almeno di coscienza autoriale – fosse anche in sede di produzione, o di sceneggiatura. Invece Saw X è solo l’ennesimo prodotto di consumo di una industria che non ha più alcun riflesso umano, e ancor meno umanista, e procede per accumulo di merci da lanciare con fare sempre più ghignante in faccia a un pubblico reso a sua volta meno cosciente, e quindi del tutto inadatto a comprendere davvero quale pasto gli venga somministrato. Ci si può legittimamente divertire, di fronte a Saw X, perché l’ingegno di Jigsaw e dei suoi sodali ha un ché di davinciano, ma l’ombra che rilancia l’immagine è sempre più inquietante, e fa ben più paura delle invenzioni di un serial killer tumorale. Anche l’industria hollywoodiana forse è oramai inoperabile, ma non lo sa.

Info
Saw X, il trailer.

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