Appuntamento a Land’s End

Appuntamento a Land’s End

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Lo scozzese Gillies MacKinnon firma con Appuntamento a Land’s End un dramma gentile, sofferto, minimale, che si muove per la Gran Bretagna assecondando il desiderio e il trauma interiore dell’anziano Tom, interpretato da un convincente Timothy Spall.

North-East by South-West

Quando Mary, l’amata moglie di Tom, muore, l’anziano signore decide di attraversare la Gran Bretagna utilizzando solo gli autobus locali per portare a termine una promessa fatta alla consorte. [sinossi]

North by North-West, questo il titolo originale di Intrigo internazionale, nel quale Alfred Hitchcock aveva racchiuso tanto le coordinate ideali dello spostamento geografico del protagonista (che da New York si spinge fino al monte Rushmore in Sud Dakota, dove si svolge il pirotecnico finale) quanto e ancor più il sentore di sperdimento dell’uomo, rifacendosi a un passaggio di Amleto di William Shakespeare. Per quanto sia distrutto dal dolore causato dalla perdita dell’amata moglie Mary, con cui è stato sposato per settant’anni, l’anziano Tom (il protagonista di Appuntamento a Land’s End) non è sperduto. Anzi, ha le idee chiarissime. Per non venir meno a una promessa fatta alla consorte quando quest’ultima era ancora in vita Tom decide di partire avendo con sé un unico bagaglio – una valigia all’interno della quale trasporta l’urna contenente le ceneri della moglie – e un itinerario da seguire in modo certosino. Tale tracciato segna una sorta di ritorno a casa, visto che Tom e Mary nel 1952 avevano abbandonato la Cornovaglia per non voltarsi mai indietro, neanche un singolo giorno. Ma il viaggio di Tom assume da subito, nella scrittura di Joe Ainsworth e nella messa in scena di Gillies MacKinnon – qualcuno serberà memoria di Uno strano scherzo del destino, con Steve Martin, Laura Linney, e Gabriel Bryne, e forse ancor più di Ideus Kinky – Un treno per Marrakech, con protagonista una ventiduenne Kate Winslet –, i contorni del percorso metaforico: Tom parte da John o’ Groats, estremo nord-est della Scozia, per puntare i fari su Land’s End, punto più a sud-ovest della Cornovaglia che fu anche la meta del finale di Maledetto il giorno che t’ho incontrato di Carlo Verdone.

Nel viaggio di Tom non c’è dunque solo una lunga elaborazione del lutto – di più di un lutto, come si vedrà nel corso del film –, ma anche e soprattutto la radiografia dell’esoscheletro di una nazione, la Gran Bretagna, e del popolo che la abita. In questo punto si può rintracciare dunque l’ambizione reale di Ainsworth e MacKinnon, non tanto nel raccontare il pellegrinaggio emozionale di un anziano signore ma nel tentare di fissare un fermo immagine di un Paese disgregato (i venti d’indipendentismo che soffiano proprio in Scozia, per esempio) e della sua storia recente. “Lei ha fatto la guerra?”, chiede a Tom un ragazzo che vorrebbe arruolarsi volontario solo ed esclusivamente perché è in rotta con la sua fidanzatina, ma quando questi gli risponde in maniera assertiva non sa capire se l’uomo abbia servito nel Primo o nel Secondo conflitto mondiale. MacKinnon applica una messa in scena placida, che sembra seguire le timbriche umorali di Tom ma anche i ritmi del suo peregrinare (l’uomo si muove solo ed esclusivamente ricorrendo agli autobus pubblici, anche se da uno di questi è costretto a scendere perché la sua tessera gratuita finisce con il confine tra Scozia e Inghilterra: alla faccia della nazione unica e indivisibile), a un racconto dimesso, non privo di pietismi perfino eccessivi, soprattutto quando nella mente dell’uomo si fanno largo le memorie del tempo che fu, con un ricorso al flashback retorico, e da un certo punto in poi della narrazione, quando il vero scopo del viaggio è oramai evidente e palese, persino pleonastico.

Nonostante avesse solo una sessantina d’anni al momento delle riprese Timothy Spall è molto convincente come vecchietto coriaceo che non si ferma di fronte a nulla, neanche a una ospedalizzazione dovuta a un incidente avuto su un autobus a due piani, ed è in fin dei conti lui a tenere in piedi Appuntamento a Land’s End, che per il resto non sembra rinnovare le riflessioni sulla perdita, il lutto, e la memoria degli affetti, né d’altronde accende chissà quale luce sul mondo britannico odierno, se non per sottolineare alcuni punti che sono però rintracciabili un po’ ovunque: il razzismo, l’abuso di potere nei confronti dei cittadini, lo scarso rispetto per le donne, la povertà che spinge a gesti disperati, le relazioni che da materiali si sono fatte per lo più digitali (ma sono proprio i video registrati dai disparati compagni di viaggio – anche solo per poche fermate – di Tom a rendere il vecchietto una piccola celebrità in giro per il Paese), il potere catartico delle “tradizioni”. Quel che ne viene fuori è un dramma trattenuto, forse un po’ prevedibile ma sincero, affidato alle cure di un interprete in grado di cogliere l’insondabile dolore del suo personaggio, e di trasformarlo in “comunicazione”. Un tipico prodotto medio britannico, con tutto ciò che di positivo e di negativo tale definizione porta con sé.

Info
Appuntamento a Land’s End, il trailer.

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