Videocittà 2024

Videocittà 2024

Si è chiusa a Roma la VII edizione di Videocittà – Il festival della visione e della cultura digitale. Tre giorni di installazioni, videoarte, esperienze immersive.

Si è appena chiusa a Roma, presso il Distretto di innovazione tecnologica ROAD, nell’area post industriale del Gazometro, la VII edizione di Videocittà – Il festival della visione e della cultura digitale. L’evento, ideato da Francesco Rutelli e diretto da Francesco Dobrovich, ha proposto un’intensa tre giorni (5-6-7- luglio) di installazioni, videoarte, esperienze immersive, live e dj set, talk, AV experience, utili a scandagliare i nuovi codici dell’arte audio-visiva, che tanta influenza ha sul cinema contemporaneo. Perché se è vero – come è vero – che la settima arte vanta un linguaggio perfettamente funzionante da oltre un secolo, numerose e costanti sono le sue aperture alle contaminazioni con le nuove tecnologie e arti digitali, come dimostrano, tra l’altro, da un lato la sezione VR della Mostra di Venezia, dall’altro singoli film, come, su tutti, il recente La Bête di Bertrand Bonello, visto in concorso a Venezia 2023. La relazione tra uomo, tecnologia e natura è stato il fil rouge di Videocittà 2024 e ha trovato la sua espressione più spettacolare nell’installazione Nebula, firmata da Quiet Ensemble con Giorgio Moroder e realizzata da Eni, curata da Videocittà con il supporto scientifico dell’INAF e dell’Osservatorio Astronomico di Roma. Completamente ambientata nel reticolato metallico del Gazometro romano, e da fruire rigorosamente sdraiati col naso all’insù, Nebula è un’esperienza immersiva che simula le rotte di un viaggio intergalattico, tramite una costellazione di luci che segue il ritmo crescente della composizione di Moroder. Lunghe file all’esterno e applausi conclusivi a fine performance hanno accompagnato le numerose sessioni serali di questa suggestiva installazione. A chiudere l’ultima serata di Videocittà 2024, non poteva mancare poi il tributo a Giorgio Moroder – tra i compositori di musica da film dei più amati, nonché padre della disco-music -, con le sue hit suonate dall’Orchestra del Conservatorio di Santa Cecilia.

La rassegna dedicata alla Videoarte, curata da Damiana Leoni e dall’artista e regista Rä di Martino, ha proposto poi opere e incontri con tre importanti nomi del panorama contemporaneo: l’indiano Sahej Rahal,  la francese Camille Henrot, Leone d’argento alla 55a Biennale di Venezia e l’artista tedesco di origini norvegesi  Bjørn Melhus. Mentre il videomapping, già tra gli ingredienti di Nebula, ha trovato posto sulla facciata di uno dei capannoni del Distretto con l’opera Multiform di Filippo Gualazzi, realizzata in collaborazione con Vincenzo Marcone e ispirata agli elementi della natura.  Nutrita la proposta di esperienze immersive e VR, curate da Anna Lea Antolini, tra le quali citiamo Le Bal de Paris, performance immersiva, partecipativa e interattiva creata dalla coreografa Blanca Li, vincitrice del Leone d’Oro alla 78ᵃ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione “Venice VR Expanded”. Interessante anche l’esperienza VRproposta dal Teatro dell’Opera di Roma: ODE corporis, ideata e curata dalla stessa Anna Lea Antolini con Giuliano Danieli per la regia di Guido Geminiani. Rai Cinema, nel suo stand in uno dei capannoni del Distretto, ha proposto 4 lavori realizzati in VR, tra i quali si segnalano il variopinto e socialmente impegnato Happy Birthday di Lorenzo Giovenga (2019), che mira a restituire l’esperienza di vita di una ragazza hikikomori, con all’interno il cameo e i brani cantati da Achille Lauro, ma soprattutto Affiorare di Rossella Schillaci (2022), che immergendo lo spettatore nella vita quotidiana ei bambini in carcere approccia, in maniera stilisticamente convincente una via al documentario in VR.

Ma a sorprendere e commuovere, scuotendo anima e corpo, è stata soprattutto Peaceful Places, esperienza di VR di e con le artiste e danzatrici Margherita Landi e Agnese Lanza. Realizzata in un unico piano sequenza e ambientata nella suggestiva location di Villa Manin, l’opera, stimolando l’interattività, propone un’immersione nell’atto dell’abbraccio. Ci si ritrova dunque circondati da coppie di diversa età e natura – una madre e un figlio piccolo, un nonno e un nipote, una madre e una figlia adulte, due amiche – e si finisce poi al centro del contatto fisico tre le due danzatrici, la cui comunione è ben amplificata dalla circolarità scenografica del cortile della villa, sita in provincia di Udine. Vero e proprio museo a cielo aperto, dotato di numerosi punti di ristoro e costellato di audiovisioni innovative, spettacolari e partecipative, Videocittà 2024, ha incuriosito e conquistato un’ampia e varia fetta di pubblico, sedotto dalle sue attrazioni, attratto dalle sue luci. Forse tre soli giorni sono pochi per poter vivere a partecipare appieno a tutte le sue diversificate proposte.

Info:
Videocittà vede Eni come Main Partner, con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della cultura, con il supporto di Regione Lazio,Comune di Roma, e in collaborazione con ANICA.
Per maggiori informazioni si rimanda al sito dell’evento.

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