The Lies of the Victors

The Lies of the Victors

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The Lies of the Victors si dimostra un thriller politico e complottista, che si perde nei meandri della retorica e della superficialità, concedendo poco a livello registico, ma mantenendosi comunque interessante per gli argomenti trattati.

Complotto per complotto

Fabian Groys, giornalista d’assalto di un settimanale politico, gode di grande libertà perché le sue storie vendono. Dopo aver fallito uno scoop riguardante l’esercito tedesco, il direttore gli affida una giovane tirocinante. Fabian, che non sopporta di lavorare in coppia, la incarica di seguire quello che si presenta come il classico servizio da tabloid: un uomo si è suicidato gettandosi nella fossa dei leoni dello zoo. Grazie alla caparbietà della ragazza, emergono indizi che permettono di pensare che il caso cui stava lavorando Fabian e la morte dell’uomo siano connessi. Pura coincidenza o c’è dell’altro? E se così fosse, come combattere un avversario nascosto nell’ombra? [sinossi]

Al Festival di Roma non poteva che essere presente nella sezione Cinema d’oggi, The Lies of the Victors, visto che gli argomenti trattati sono i segreti militari, le fabbriche chimiche, l’ossessione di essere controllati e manipolati, il nemico invisibile e cospiratore. Niente di più attuale dunque nell’epoca di Wikileaks, Edward Snowden e il proliferare di tesi complottiste nella vastità della rete.
Il regista tedesco Christoph Hochhäusler, al suo quarto lungometraggio, tenta di legare questi argomenti agli schemi classici del film di spionaggio, soprattutto ai thriller paranoici degli anni ’70, sulla scia di Sydney Pollack, Alan J. Pakula, Francis Ford Coppola (per citare gli esempi i più illustri). Tuttavia l’attrazione e il riecheggiamento del genere appaiono in realtà solo in superficie. Hochhäusler tenta di creare innanzitutto un protagonista convincente, ma la raffigurazione del giornalista giovane, donnaiolo e giocatore d’azzardo, che dice sempre quello che pensa, sembra piuttosto forzata così come il legame con la misteriosa collega fredda e introversa. Proprio queste eccessive caratterizzazioni, che non riescono ad attecchire in due personaggi piuttosto poveri, rischiano di slegare ancor più una trama che, per il tema trattato, non rivela tutto e che quindi appare già lacunosa come un puzzle non completamente ricomponibile.

L’idea dell’indagine frammentata, in cui si alternano in modo diseguale i buoni, cioè giornalisti eticamente alla ricerca della verità, e i cattivi, che sono una sorta di freddi burocrati che cercano continuamente di controllare l’opinione pubblica, è probabilmente il dettaglio più affascinante del film. Non sappiamo di cosa realmente stiano parlando questi normalissimi impiegati occhialuti, probabilmente privati, che vengono assunti a tempo determinato, che manipolano immagini e fanno colloqui con dei ministri (vengono menzionati argomenti di natura ambientale, come i rifiuti tossici), e poco verrà chiarito fino alla fine al riguardo, se non che è stato fatto di tutto per non far scoprire queste informazioni, ma quello che rimane volutamente poco chiaro e ciò che più convince di The Lies of the Victors. Quando invece si vuole dare sostanza puntando sulla poca efficacia del giornalismo, sull’ossessione del controllo, facendolo per bocca dei personaggi, il film non riesce davvero a essere ficcante, risultando a tratti scialbo, a tratti retorico, e soprattutto supportato da poche trovate a livello registico, e in questo siamo davvero lontani da quei thriller che l’opera vorrebbe omaggiare. Se i personaggi positivi tolgono progressivamente anima al film per il loro continuo intento di voler essere simpatici e appunto positivi allo spettatore – sicuramente il difetto più grande del film – vi è invece una buona descrizione di quel nemico nell’ombra, riflesso forse di un nemico ancor più grande e invisibile, che non rappresenta altro se non la fredda banalità del male, fredda come la manipolazione digitale e la sua impercettibile violenza, addirittura perpetrata da persone che lo faranno giusto per qualche mese per poi tornare alle loro normali attività.

Info
La scheda di The Lies of the Victors sul sito del Festival di Roma.
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