[Rec] 2

Spogliando [Rec] 2 dell’inutile sovrastruttura, rimane una certa accuratezza scenica, già apprezzata nella prima pellicola. Troppo poco per giustificare un sequel, anche alla luce della natura smaccatamente derivativa del capitolo originale, debitore di una lunga serie di precedenti pellicole. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

Demone che abbaia non morde

Sono passati quindici minuti da quando le batterie della telecamera si sono spente. Quindici minuti sono passati da quando le ultime immagini per il programma “Mentre tu dormi” sono state registrate dentro l’ufficio infetto. Fuori una folla curiosa si accalca dietro l’area recintata e isolata dalle Forze Speciali. Le troupe di giornalisti televisivi stanno mettendo gli agenti sotto pressione per scoprire cosa diavolo sta succedendo… Le autorità hanno perso i contatti con le persone rinchiuse nell’edificio in quarantena. Nessuno sa esattamente cosa sia successo. All’esterno regna il caos… [sinossi – pressbook]

[Rec]. [Rec] 2. E poi 3, 4, fino alla consunzione. Una delle regole dei sequel è la moltiplicazione dei personaggi e il debordare della costruzione narrativa. Un processo creativo necessario per giustificare una storia inizialmente non prevista, figlia del successo del capitolo originale. Il sequel aggiunge carne al fuoco per cercare di ritagliarsi una ragion d’essere. Un lampante esempio, oltre alle tante saghe horror, ci è offerto dal proliferare dei capitoli due e tre dei vari blockbuster animati in computer grafica (come il recentissimo L’era glaciale 3).

Seguito “inevitabile” del sopravvalutato ma funzionale [Rec], realizzato dal duo ispanico Jaume Balagueró (Darkness, Fragile) e Paco Plaza (Second Name, Cuento de Navidad), [Rec] 2 non sfugge alle suddette dinamiche. Alla squadra speciale inviata nell’infernale condominio per fronteggiare una misteriosa epidemia – e fin qui siamo alla ripetizione del canovaccio originale – si aggiungono un prete e un gruppetto di ragazzini, utilizzati come secondo punto di vista (ovviamente sono forniti dell’immancabile telecamera), e la storia si dilunga in spiegazioni, risvolti religiosi, complicazioni di varia natura. Salvo qualche trascurabile dettaglio, la messa in scena rimane la stessa: macchina da presa in perenne movimento e incollata ai personaggi, soggettive, immagini sporche, fuori fuoco e via discorrendo. Balagueró e Plaza giocano con le possibilità visive offerte dalle telecamere maneggiate dai personaggi, stoicamente ligi al loro dovere di novelli cameraman, enfatizzando dal punto di vista narrativo l’importanza della visione notturna. E proprio in questa soluzione visivo-narrativa possiamo rintracciare i limiti dell’operazione artistico-commerciale dei due cineasti spagnoli. L’immediatezza e la semplicità del primo capitolo viene meno, lasciando il posto alle sovrastrutture del sequel: la visione notturna diventa un pretesto per percorrere nuove strade (anche in senso letterale), giocando narrativamente d’accumulo. In questo secondo capitolo sembrano quindi non bastare gli ingredienti base (spettrale e claustrofobico condominio, demoni in ogni dove, inquietanti soggettive) e il ricorso alle suggestioni religiose con la perenne lotta tra l’Altissimo e il Male Assoluto non convince, così come le dinamiche psicologiche tra il prete e i malcapitati e inspiegabilmente ottusi agenti della squadra speciale.

Spogliando [Rec] 2 dell’inutile sovrastruttura, rimane una certa accuratezza scenica (l’abbondanza di sangue, utilizzato anche con un certo gusto pittorico e non solo macabro, i giochi di luci e ombre e via discorrendo), già apprezzata nella prima pellicola. Troppo poco, quindi, per giustificare un sequel, considerando che stiamo parlando di un film smaccatamente derivativo, debitore di una lunga serie di precedenti pellicole – da Rabid sete di sangue di David Cronenberg fino al recente Dawn of the Dead di Zach Snyder, passando persino per Demoni di Lamberto Bava e molto molto altro.
Chiudiamo segnalando una curiosa coincidenza, davvero inusuale, ma assai gradita: oltre al film di Plaza e Balagueró, oramai un fedelissimo della kermesse lagunare, durante l’edizione 2009 della Mostra del Cinema di Venezia verranno presentati Survival of the Dead di George Romero, in corsa per il Leone d’Oro, e La Horde di Yannick Dahan e Benjamin Rocher. Due pellicole che dovrebbero saziare i (tanti) fan dei morti che camminano.

Info
Il trailer di [Rec] 2.
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