Il ladro di Bagdad

Il ladro di Bagdad

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Il ladro di Bagdad di Raoul Walsh, una delle meraviglie dell’epoca del muto, lascia a bocca aperta ancora oggi. Il medio oriente de Le mille e una notte immaginato dalla mente fervida di Walsh è un continuo susseguirsi di spettacoli, sorprese, colpi di scena, imprevisti. In dvd con CG Home Video.

Ahmed è un ladro spericolato che vive grazie agli abili furti che compie a Bagdad, sua città natale. Un giorno ruba una corda magica, in grado di far scalare a chi la possiede muri di grandissime altezze e la usa per intrufolarsi nel Palazzo del Califfo, per rubare qualche oggetto di grande valore. Così una notte, aiutato da un suo caro amico e complice, Ahmed entra nel Palazzo, dove però s’imbatte nella principessa, di cui s’innamora a prima vista. Il giorno dopo tre principi, pretendenti della principessa, fanno il loro ingresso nella città… [sinossi]
La felicità deve essere conquistata.
Il Corano

La prima impressione che si prova, nel visionare il dvd de Il ladro di Bagdad (The Thief of Bagdad) di Raoul Walsh, è quella di non avere a che fare con un prodotto pensato a uso e consumo del pubblico dei cinefili e degli appassionati del cinema delle origini. Certo, non c’è alcun dubbio che il meritorio lavoro distributivo della CG Home Video permetta a una schiera di critici, storici del cinema e teorici di posare nuovamente gli occhi su una delle creature più splendenti partorite da Raoul Walsh. Eppure non riusciamo a scacciare dalla mente l’idea che se, per puro caso, questa versione de Il ladro di Bagdad (la prima in ordine cronologico, a cui fecero seguito quelle del 1940, 1961 e 1978: di queste ultime tre recuperate solo la prima) capitasse sugli scaffali del grande pubblico, accanto ai blockbuster dell’ultima ora, molti sarebbero i nuovi adepti pronti a lasciarsi coinvolgere dal culto di una pellicola che, nelle sue due ore e mezza di durata, non lascia mai riprendere fiato ai propri spettatori: inseguimenti, salti, corse, combattimenti, animali fantastici, scenografie esotiche. Un concentrato di azione, divertimento e suspense per il quale in tutta franchezza è arduo trovare un corrispettivo nella contemporaneità.

Il medio oriente de Le mille e una notte immaginato dalla mente fervida di Walsh è un continuo susseguirsi di spettacoli, sorprese, colpi di scena, imprevisti: dal deserto alla giungla, dai torrioni altissimi e impervi del palazzo reale al tappeto volante (deux ex machina che prima consente al buon ladro Ahmed di risolvere la spinosa questione venutasi a creare con il principe mongolo, quindi serve ai due innamorati per allontanarsi dalla folla festante e liberata per concedersi un morigerato quanto sensuale bacio tra i cieli), tutto ciò che appare sullo schermo ci trascina in un reiterato oh di meraviglia. Alla stessa stregua dei soldati di Alessandro Magno rimasti impietriti e a bocca aperta di fronte alla Porta di Ishtar che conduceva ai misteriosi splendori di Babilonia, così lo spettatore de Il ladro di Bagdad non potrà che subire lo stesso destino durante la visione. Figlio di una Hollywood che non c’è più – nonostante ci sia chi, di quando in quando, cerca di resuscitarne le vestigia – il film di Walsh assicura un genuino divertimento, grazie al potere immaginifico delle sue immagini e alla genuina freschezza interpretativa di Douglas Fairbanks.

Ovvio che dal supporto home video di un film del 1924 sia abbastanza improbabile aspettarsi chissà quali contenuti speciali: inutile star qui a sottolineare come interviste, video, trailer e backstage, vale a dire il pane quotidiano per tutto coloro che hanno dimestichezza con l’universo degli extra, siano inevitabilmente banditi. Ciononostante è certo non disprezzabile la scelta della CGHV di ospitare all’interno del dvd un seppur breve approfondimento critico sulla storia del cinema fantastico: accanto alle biografie del regista e di Fairbanks (abitudine consolidata con operazioni di edizione di opere degli anni del cinema muto) si trova infatti Hollywood Fantasy, scritto che passa in rapida rassegna cento anni di fantasmagorie profumate al dollaro, dai primordi fino ai giorni nostri. A dimostrazione della volontà di non recludere Walsh e la sua opera nella prigione dorata della cinefilia tout-court, nel tentativo di risvegliare l’interesse anche nel pubblico (spesso dormiente, quando non proprio in coma) dei non addetti ai lavori.
Per chiudere, la qualità video è senz’altro ottima, e la scelta di sottotitolare le didascalie invece di tradurle va apprezzata e sostenuta. L’interrogativo da porsi a questo punto è: può un film uscito nelle sale cinematografiche la bellezza di ottantasei anni fa risultare uno dei più efficaci antidoti contro l’afa che sta attanagliando le nostre città? La risposta è senza dubbio sì, perché alle geniali evoluzioni del ladruncolo Ahmed davvero non si può resistere.

Info
Il ladro di Bagdad, un trailer.
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