Foxy Festival

Foxy Festival

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Lontano dalle libertine messe in scena di altre pellicole sudcoreane, Foxy Festival si limita a qualche sortita erotica in bilico tra fantasie adolescenziali e greve comicità da cinepanettone. Troppo frammentario nella struttura narrativa e debole nello sviluppo dei vari episodi, il film di Lee Hae-yeong si risolleva parzialmente nel finale, quando tutti i nodi vengono al pettine e si consumano i vari happy-end. Presentato al Far East 2011.

Sessomatto?

L’insegnante Mr. Kim indossa lingerie femminile quando la moglie è assente. La signora Soon-sim, una dignitosa e piacente vedova, da quando ha buttato l’occhio su una frusta appesa nel negozietto del meccanico Ki-bong non fa che pensarci; lui la introduce ai misteri del sadomaso, ma l’allieva supera il maestro, e diventerà la Domina dei suoi sogni. La studentessa Ja-hye, figlia di Soon-sim e ignara della passioni della madre, tira su qualche soldo vendendo le proprie mutandine, che inumidisce correndo; vorrebbe cedere la sua verginità al proletario venditore di salsicce di pesce Sang-doo, il quale la respinge – anche perché, come vedremo, ha una perversione tutta sua. Il poliziotto Jang-bae non fa eccezione: è convinto di essere il John C. Holmes coreano, con scocciatura della fidanzata insegnante che non sopporta le sue maniere rudi… [sinossi – catalogo Far East Film Festival 2011]

Era il 1973, la rivoluzione sessuale penetrava nei meandri della società italiana e internazionale, e Dino Risi girava il non memorabile Sessomatto, film a episodi più o meno pruriginosi su perversioni varie. Passano i decenni, quasi quattro, e le perversioni (perversioni?) sessuali restano un tabù o un argomento caldo. Sbarca al Far East Film Festival 2011 la commedia erotica Foxy Festival di Lee Hae-yeong e il collegamento con Sessomatto non è poi così peregrino: nel lungometraggio sudcoreano le storie e i personaggi si intrecciano, come meglio si conviene alle sceneggiature à la page, ma l’inefficacia delle due opere è assai prossima. Incapace di costruire un discorso serio sulla sfera sessuale della gente comune (perché, in fin dei conti, sono tante anormalità a comporre la normalità) e nemmeno troppo divertente come commedia, il lungometraggio di Lee ha un approccio fin troppo schematico al materiale erotico, giocando su facili stereotipi e meccanismi comici. Tra vibratori roteanti e peluche usati in modo improprio, erezioni frustrate e masturbazioni fantasiose, Foxy Festival manca più di un risultato: non è una commedia divertente, non è una commedia romantica, non è un film erotico.

Lontano dalle libertine messe in scena di altre pellicole sudcoreane come il tanto discusso Lies (1999) di Jang Sun-Woo o, passati in precedenti edizioni al Far East, il sonoro Sweet Sex and Love (2003) di Bong Man-dae e l’ambizioso Green Chair (2005) di Park Cheol-su, Foxy Festival si limita a qualche sortita erotica in bilico tra fantasie adolescenziali e greve comicità da cinepanettone: i pixel che coprono il membro di supposte abnormi dimensioni sono, ad esempio, una scorciatoia troppo facile verso la grassa risata della platea.Troppo frammentario nella struttura narrativa e debole nello sviluppo dei vari episodi (funziona qualche immagine, qualche gag: su tutte, senza dubbio, lo split screen con l’improbabile trio formato dalla coppia sadomaso Soon-sim e Ki-bong e dal professore Kim in intimo femminile, uniti contro il complessato poliziotto Jang-bae in una posa che rimanda al Trio Drombo di Yattaman), Foxy Festival si risolleva parzialmente nel finale, quando tutti i nodi vengono al pettine e si consumano i vari happy-end: il ritmo si alza e le piccole storie si completano, intrecciate e non più appesantite da inutili gag. In una corsa a perdifiato prevedibile ma gradevole, Soon-sim, Ki-bong, Jang-bae, Sang-doo e Ja-hye superano piccoli traumi e grandi pregiudizi, finalmente liberi. Il messaggio è ovviamente più che condivisibile, ma poco ispirato. A dare una mano a Lee Hae-yeong – al suo secondo lungometraggio, dopo essersi separato dal collega Lee Hae-jun che ha girato da solo l’ottimo Castaway on the Moon – ci pensano i bravi e generosi attori, da Shin Ha-kyun a Ryoo Seung-beom, stelle un po’ sprecate in un progetto che al botteghino si è rivelato una tragedia commerciale [1].

Note
1. Come ammesso, con apprezzabile ironia, da Lee Hae-yeong e Ryoo Seung-beom durante la divertente presentazione al Far East 2011.
Info
Il trailer originale di Foxy Festival.
La scheda di Foxy Festival sul sito del Far East.
La scheda di Foxy Festival sul sito del Kofic.
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    romantic-heavenRomantic Heaven

    di Jang sembra aver (definitivamente?) smarrito la creatività che aveva caratterizzato le prime opere, quella capacità di coniugare comico e drammatico che riusciva a spiazzare anche lo spettatore più smaliziato. Presentato al Feff 2011.