Duello a Berlino

Perfettamente a loro agio coi vividi cromatismi del Technicolor, visionari e sognatori, eppure così attenti alla realtà, Powell e Pressburger diventarono immediatamente protagonisti del cinema inglese e internazionale, realizzando il nostalgico e sagace Duello a Berlino.

Duello a Berlino racconta quarant’anni di storia d’Europa, dalla guerra anglo-boera al secondo conflitto mondiale, attraverso l’amicizia tra un ufficiale inglese, Clive Candy, e uno tedesco, Theo Kretschmar-Schuldorff, che si ritrovano su fronti opposti a condividere la stessa idea di onore e integrità, nonché ad amare la stessa donna… [sinossi]

“Written, produced and directed by…”. È difficile immaginare una collaborazione più fortunata e fruttuosa di quella tra Michael Powell ed Emeric Pressburger, uniti da una comune visione del cinema e dall’intuizione del vulcanico Alexander Korda [1]. Perfettamente a loro agio coi vividi cromatismi del Technicolor, visionari e sognatori, eppure così attenti alla realtà, P&P diventarono immediatamente protagonisti del cinema inglese e internazionale, realizzando il nostalgico e sagace Duello a Berlino (The Life and Death of Colonel Blimp, 1943)[2]. Un’opera che con toni leggiadri affonda ripetutamente il coltello, che mette in scena l’impensabile amicizia tra un ufficiale inglese e un ufficiale tedesco, demolendo l’anacronistico spirito di casta dei militari in carriera britannici. Lo sguardo di P&P smaschera l’inadeguatezza degli uomini di potere, di una generazione che non sa adeguarsi alle dinamiche e alle crudezze del secolo breve: non hanno più senso, oramai, i cerimoniali, i duelli, la cavalleria fine a se stessa, mentre al di là della Manica il Male si sta diffondendo a macchia d’olio. I colori vivaci della pellicola sembrano catturare i rimasugli della Belle Époque, l’illusione di una guerra signorile, di una guerra-gioco.

Duello a Berlino riesce a raccontare il senso di smarrimento e di inadeguatezza dei valorosi Clive Candy (Roger Livesey) e Theo Kretschmar-Schuldorff (Anton Walbrook), uniti da un improbabile duello e dall’amore per la stessa donna (Deborah Kerr): un viaggio che attraversa tre guerre e quarant’anni di storia europea, intrecciato di memorabili soluzioni registiche. P&P, infatti, disseminano la pellicola di maestose sequenze, come il celebre flashback iniziale [3], introdotto da un rocambolesco tuffo nella vasca di un bagno turco, o l’altrettanto celebrata sequenza del duello, che un ampio movimento di macchina relega fuori campo, librandosi verso l’alto, tra la neve che fiocca copiosa. O, ancora, la sottile e graffiante ironia del primo piano del codice cavalleresco, accompagnato da un pomposo commento musicale: il libro, svelato l’inganno ottico, si rivelerà un libretto.

A rivederlo oggi, fresco e appassionante, si intuiscono ancora perfettamente le meschine paure che portarono a una pesante censura e al boicottaggio, già in fase di pre-produzione, del gioiello di P&P. Si scomodò persino Churchill, che riuscì a escludere Laurence Olivier dal progetto. Il tedesco buono doveva sembrare un affronto, soprattutto se affidato all’affascinante Anton Walbrook, persino commovente nella sequenza che lo vede tornare, oramai anziano e sconfitto, nella terra che l’amata moglie rimpiangeva.

L’edizione dvd, targata CGHV, ci restituisce quindi la versione originale di centocinquantasette minuti. Il doppiaggio italiano è ovviamente integrato dalle sequenze sottotitolate: più accattivante, in ogni caso, l’audio inglese, soprattutto per la voce più corposa di Roger Livesey. Entrambe le tracce audio sono in dolby digital 2.0. A impreziosire ulteriormente il dvd ci pensa Vieri Razzini con due interventi di una decina di minuti sul film e sulla carriera di Powell e Pressburger: aneddoti, contestualizzazioni storiche, sottolineature critiche, note di regia. Approfondimenti utili e un esempio da seguire per tutti coloro che producono contenuti extra.

Note
1. Powell e Pressburger, nelle vesti ben distinte di regista e sceneggiatore, lavorano per la prima volta insieme per il lungometraggio La spia in nero (The Spy in Black, 1939), prodotto da Korda. Dopo aver fondato la gloriosa The Archers, firmeranno senza distinzione di ruoli una serie di pellicole memorabili, come Scala al Paradiso (A Matter of Life and Death, 1946), Narciso nero (Black Narcissus, 1947), Scarpette rosse (The Red Shoes, 1948) e I racconti di Hoffmann (The Tales of Hoffmann, 1950).
2. Nel 1942 avevano realizzato in bianco e nero l’ottimo war movie Volo senza ritorno (One of Our Aircraft Is Missing).
3. Una delle tante sequenze assenti nella martoriata versione italiana, sforbiciata di ben sessanta minuti.
Info
Duello a Berlino sul sito della CG Entertainment.
Il trailer originale di Duello a Berlino.
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