Looking for Grace

Looking for Grace

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Segreti e bugie nella graziosa periferia urbana e nei vasti paesaggi del cuore dell’Australia. Ma al di là dei suoi ingredienti non ha molto altro da comunicare Looking for Grace di Sue Brooks, in concorso a Venezia 2015.

Piccole donne crescono

Quando l’irruente quattordicenne Grace decide di scappare di casa, i suoi genitori iniziano un lungo viaggio in macchina lungo tutta la regione del Wheatbelt nell’Australia Occidentale per cercarla. Facendosi aiutare da un detective in pensione, i due realizzano ben presto di dover affrontare la realtà e i cambiamenti del loro rapporto e di quello con la giovane figlia… [sinossi]

Non c’è nulla di più misterioso e avvincente delle intenzioni di una adolescente. Ma la regista australiana Sue Brooks (Japanese Story) con il suo Looking for Grace, in concorso a Venezia 2015, ripone forse un po’ troppa fiducia in questo assunto, facendone l’elemento scatenante di una serie di tranche de vie urbani e on the road, tutti caratterizzati dal rivelarsi graduale e in fin dei conti meccanico di segreti e bugie. Mescolando la logorrea esistenzialista dell’indie statunitense anni ’90 (a sua volta epigona di certo cinéma bavard nouvelle vague) a una detection che trae origine dalle pulsioni di libertà di una fanciulla, la regista ci fa assistere infatti a una serie di sequenze improntate all’analisi sociale e intima dei personaggi, il cui portato metaforico o di senso è, però, alquanto evanescente.

Tutto parte dalla marachella della sedicenne Grace (Odessa Young), che fugge di casa e attraversa l’Australia in pullman per recarsi insieme all’amica Sappho (Kenya Pearson) al concerto di una band metal-hardcore. Ma la ragazza ha sottratto anche del denaro dalla cassaforte di famiglia e, quando incontra un avvenente coetaneo, la questione si complica. Al punto che la narrazione inizia a frammentarsi e ci ritroviamo a seguire le vicende di altri personaggi, incluso un camionista con figlio al seguito, un anziano detective, il padre e la madre della fuggitiva. A complicare la vita di questa varia umanità è dunque l’ansia di indipendenza e di crescita di una fanciulla e poi, nel dettaglio, la sua iniziazione sessuale. Il deflagrante evento moltiplica il racconto e i personaggi, mentre i desideri intimi di ciascuno divengono i corollari malinconici di un noir solare negli immoti paesaggi australiani. A cercare Grace (e dunque anche “la grazia”, dopo un’esistenza caratterizzata magari da qualche “caduta”) sono soprattutto i genitori della protagonista, ma anche per gli altri personaggi che questi incontrano lungo il loro percorso la conquista di un equilibrio non è affatto cosa facile. Non succede molto altro in Looking for Grace a parte il dispiegarsi di rivelazioni di errori più o meno gravi – commessi o meno – e dettati per lo più da un umanissimo desiderio amoroso.

Che si tratti di amori giovanili o di più adulte tentazioni d’adulterio, l’opinione della Brooks è piuttosto netta e oltremodo severa: meglio non commettere sbagli. Vi è un moralismo di fondo in Looking for Grace, delicato sì, ma anche pungente, che finisce però per far sciogliere tutti gli intrecci narrativi in semplici e bonarie raccomandazioni del calibro di “non scappate di casa, ragazze” ma anche “non fate sesso con aitanti sconosciuti”. A risollevare un po’ lo spettatore da questi rimbrotti da romanzo ottocentesco per fanciulle, interviene però il sempre salvifico humour. Ce n’è un bel po’ in Looking for Grace e di certo non guasta, anzi, è arguto e articolato, peccato però che si concentri tutto in circa venti minuti consequenziali posti al centro della pellicola. Non se ne rilevano tracce né prima né dopo.
E pertanto, una volta ascoltate le varie confessioni e compiutasi infine la parabola umana di crescita della ragazza, il caso è chiuso e con esso anche, prematuramente, il film. Non resta che gustarsi il paesaggio, i suoi silenzi, il suo mistero; per quel che riguarda gli esseri umani abbiamo ascoltato e saputo abbastanza.

Info
Looking for Grace sul sito della Mostra del Cinema di Venezia.
Looking for Grace sul sito della Palace Film.
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