Fräulein – Una fiaba d’inverno

Fräulein – Una fiaba d’inverno

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Tra il fiabesco, il surreale e il demenziale, Fräulein – Una fiaba d’inverno – che segna l’esordio al lungometraggio per Caterina Carone – è una commedia malinconica confusa e incerta nei toni, rischiarata esclusivamente dall’insolito duo di protagonisti: Christian De Sica e Lucia Mascino.

Vacanze in montagna

La più grande tempesta solare che l’uomo ricordi si abbatte sulla Terra provocando sbalzi di corrente e blackout. Una ben più profonda tempesta si scatena nell’animo di Regina, scontrosa e solitaria zitella da tutti chiamata “Fräulein”, dopo che un misterioso turista sui sessanta, uomo smarrito e infantile, oltrepassa il cancello del suo albergo chiuso da anni. Quello che doveva essere il fugace “scontro” di una notte, si trasformerà ben presto in una tempestosa e sorprendente convivenza. [sinossi]

Di fronte all’inevitabile scemare della sbornia cinepanettonesca, Christian De Sica – al contrario di quel che sta facendo Boldi, come abbiamo avuto modo di sottolineare in riferimento a La coppia dei campioni– è evidentemente alla ricerca di una sua nuova dimensione attoriale, in cui potrà essergli utile l’esperienza paterna. In Fräulein – Una fiaba d’inverno, infatti, il personaggio interpretato da De Sica rimanda con ogni evidenza alle tonalità tipiche dei ruoli incarnati dal padre Vittorio a partire da Pane, amore e fantasia: un uomo ormai quasi anziano, che unisce una disillusione sul vivere al ricordo della vitalità di un tempo ed è insieme patetico, malinconico e infantile.
In Fräulein – Una fiaba d’inverno per l’appunto, esordio al lungometraggio di finzione di Caterina Carone (autrice di documentari, tra cui Valentina Postika in attesa di partire), Christian De Sica riassume tutte queste caratteristiche nel personaggio del turista che si trova a voler passare delle vacanze invernali in un albergo ormai chiuso dell’Alto Adige. E il suo duettare con la proprietaria dell’albergo dismesso, una Lucia Mascino che è eccellente interprete del nostro cinema e che sta finalmente cominciando ad avere lo spazio che merita, non si può dire che non funzioni, tutto basato com’è sul vivace confronto tra misantropia e tardiva voglia di tenerezza.

Quel che non funziona però – purtroppo – è il film stesso, è il contesto che la Carone ha preparato per i suoi due protagonisti: negli isolati monti dell’Alto Adige, infatti, accanto a Lucia Mascino e a De Sica, si affannano ad esempio comprimari inutili e fastidiosi (le svampite amiche della Mascino, il molesto postino interpretato da Max Mazzotta), che si esibiscono in imbarazzate gag fumettistiche e strampalate, incapaci di strappare anche il minimo sorriso e finendo così per trascinare il film in una schizofrenia di toni e umori.
E forse, oltre a una evidente scarsa dimestichezza – sul piano registico – nel gestire i tempi comici delle sequenze, convince ancor meno il leitmotiv del racconto, quella presunta tempesta solare che si svolge nell’arco narrativo del film e che però non entra mai nella vita quotidiana dei personaggi, servendo piuttosto solamente a far andare avanti una – per l’appunto fiabesca – voice over insopportabile e del tutto sganciata dalla narrazione.

Stupisce dunque che la Tempesta film di Carlo Cresto-Dina, società di produzione già ampiamente apprezzata per i lavori di Alice Rohrwacher, abbia prodotto un’opera così maldestra, senza dare la necessaria attenzione alla fase di scrittura (la sceneggiatura è scritta in solitaria dalla stessa Carone). Perché, se il film ha dei buoni momenti – e li ha – tutto lo si deve alla coppia di attori protagonisti e alla loro genuina voglia di mettersi in mostra e di dimostrare di poter cambiare il corso delle rispettive carriere. E non c’è dubbio che, al di là di Fräulein – Una fiaba d’inverno, vi riusciranno.

Info
Il trailer di Fräulein – Una fiaba d’inverno su Youtube.
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